Chiave di Lettura discussion

This topic is about
Avviso ai naviganti
Avviso ai naviganti
>
I Nodi di Quoyle
date
newest »

Books mentioned in this topic
Gente del Wyoming (other topics)Moby-Dick (other topics)
Authors mentioned in this topic
Annie Proulx (other topics)Herman Melville (other topics)
Charles Dickens (other topics)
Leggevo in un articolo di alcuni anni fa che raramente la corda si trova citata tra gli stratagemmi che hanno rivoluzionato la storia del mondo, al pari ad esempio della ruota o della scrittura.
Eppure, senza di essa e senza i suoi nodi non sarebbe stato costruito il Colosseo, non ci sarebbe stata la scalata del K2 né gli abissi profondi del mare sarebbero stati esplorati.
Perché - vi starete chiedendo - ho deciso di parlarvi di corde e di nodi?
Forse perché in questo tempo sospeso e incerto che stiamo vivendo la corda con i suoi nodi mi è sembrata la metafora perfetta per raccontare la capacità propria del tempo di vincolare, trattenere e bloccare, per poi, infine, liberare.
Mi pare che la corda sia un’immagine straordinaria per la strategia di questa dimensione d’incatenare e far ripartire le azioni degli uomini quasi che fosse un meno che diventa più.
Ho nominato i nodi anche perché ogni capitolo del libro scelto dal GdL “Chiave di lettura” per il mese di marzo inizia con la descrizione e il disegno di un nodo e credo che la riflessione precedente possa in qualche modo spiegare la loro presenza.
Si tratta del romanzo “Avviso ai naviganti” con il quale la sua autrice, Annie Proulx, ha vinto oltre al premio Pulitzer nel 1997 (uno dei maggiori riconoscimenti letterari americani), il National Book Award e altri prestigiosi riconoscimenti letterari.
Forse il suo nome non vi è del tutto nuovo.
Suo è anche il noto Gente del Wyoming (suo paese natio) da cui è stato tratto il film da oscar, ben 3 nel 2005, “I segreti di Brokeback Mountain”.
“Avviso ai naviganti” è piaciuto unanimemente ai lettori del nostro gruppo.
Molti l’hanno definito intenso, appassionato, selvaggio, significativo, chiaro, divertente ma nello stesso tempo austero, dignitoso.
Quasi epico, con descrizioni naturalistiche che rimandano a Herman Melville l’autore di Moby-Dick, ma con richiami anche a Charles Dickens nella descrizione dei personaggi, oltre a numetose reminiscenze non solo letterarie.
Eppure tutto sembra ben amalgamato e mai “ascoltato” prima.
Ne è protagonista Quoyle, un uomo goffo e sfortunato con le donne, che dopo un terribile matrimonio si ritrova vedovo con due bambine a carico e una zia alquanto eccentrica che lo spinge a trasferirsi presso l’isola di Terranova, un territorio duro, aspro, battuto costantemente dal vento, dove il ghiaccio è sempre presente, dove il sole si vede raramente e dove gli uomini o sopravvivono o muoiono. E il nostro protagonista va a stabilirsi in un villaggio coperto di neve quasi tutto l’anno, ai confini del mondo, dove, tuttavia, a seguito di varie peripezie, riesce a lavorare e poi a gestire un giornale locale per i pescatori, ricomponendo la sua vita.
Consiglio vivamente questo libro a chi non l’avesse ancora letto. Ne ho tratto molte frasi che conserverò e rileggerò al momento giusto, oltre che tantissimi spunti di riflessione. Vorrei aggiungere in questo spazio, tuttavia, anche le considerazioni di una nostra amica del gruppo lettura Maria Palinkas che, durante la serata dell’incontro svoltasi on-line su piattaforma ZOOM per l’emergenza Covid19, aveva avuto problemi di connessione. Perciò riporto qui di seguito un suo pensiero:
"Ok, parlando del nostro romanzo: mi hanno affascinato tanto i personaggi bizzarri, originali, calorosi quanto la natura indomita e selvatica dei luoghi, ho seguito col fiato sospeso l'evoluzione del protagonista che, a costo di tanta sofferenza e tante difficoltà, trova se stesso proprio lì dove vivevano i suoi antenati, di dubbia reputazione fra l'altro. Quoyle va a viverci per disperazione, invece, col passare del tempo la sua vita si arricchisce sempre più di esperienze, sentimenti, persone. Trova inaspettata soddisfazione professionale grazie alla sua passione e alla sua comprensione della gente, del luogo (antenati compresi) che non lo critica, né lo trova strano, anzi lo accoglie. Quindi trova dei veri amici e persino l'amore. Interessante, poi, la riflessione sia del protagonista sia di Wavey, quando capiscono che nei loro precedenti rapporti d'amore, deludenti e dolorosi, credevano entrambi di "non meritare" niente di meglio, quindi di accettare tutta l'ingiustizia e la sofferenza.
Il loro amore è così completo anche perché sono entrambi genitori di figli complicati, per motivi diversi, e capiscono reciprocamente le rispettive situazioni, collaborando. Si potrebbe andare avanti ad approfondire varie altre cose ma basta così! Fatto sta che quando il libro è finito, mi ero sentita davvero sola, ero entrata completamente nella vita dei personaggi, in quel luogo speciale... e la scrittrice Annie Proulx ha ottenuto questo con uno stile diretto, un misto di dialoghi e di rappresentazioni a pennellate brevi, decise, creando personaggi vivi in mezzo a luoghi reali, riuscendo a coinvolgermi totalmente - è stata una bellissima esperienza!"
Che dire ancora? Forse in fondo in fondo siamo tutti un po’ Quoyle!
Ringraziando Maria per queste parole, vi auguro buona vita
Scritto da Arianna Pascetta