L'autore Michail Jur'evič Lermontov è nato a Mosca il 15 ottobre 1814 ed morto a Pjatigorsk il 27 luglio 1841; è stato un poeta, drammaturgo e pittore russo.
Figura di spicco del romanticismo, è considerato uno tra i maggiori scrittori del secolo XIX. Militare di carriera, durante la sua breve vita pubblica soltanto un volume di poesie, Versi, e il capolavoro in prosa, il romanzo Un eroe del nostro tempo (Geroj našego vremeni) (1840), mentre la sua opera poetica che più di ogni altra sarà esaltata nell'Ottocento, Il Demone, fu pubblicata postuma.
Il ritratto di Grigorij Aleksandrovic Pecorin, protagonista di Un eroe del nostro tempo, è tracciato nel romanzo partendo da tre diversi punti prospettici. Se ne ottiene una figura a tre dimensioni, inafferrabile, contraddittoria, misteriosa, ma proprio per questo particolarmente viva e affascinante. Noi vediamo Pecorin attraverso gli occhi del capitano in seconda Maksim Maksimyc, uomo russo, ma profondamente radicato nella natura e nella cultura del Caucaso, lo vediamo poi attraverso gli occhi dell’autore-narratore, uomo russo che vive delle contraddizioni e delle aspirazioni dell’intelletto e della cultura russa del tempo, lo vediamo infine attraverso gli occhi suoi stessi, partecipi così degli slanci, delle pulsioni e delle frustrazioni di uno spirito russo eternamente peregrino e incapace di giungere al proprio compimento. Questo effetto di “moltiplicazione dei punti di vista” che sottintende la ricerca di una forma romanzesca oggettivata si rafforza ulteriormente grazie alla sfasatura della successione cronologica delle cinque narrazioni che compongono quello che è stato definito “il primo romanzo psicologico russo”: i racconti Bela, Maksim Maksimyc, Taman’, La principessina Mary, Il fatalista.
Michail Jur'evič Lermontov è nato a Mosca il 15 ottobre 1814 ed morto a Pjatigorsk il 27 luglio 1841; è stato un poeta, drammaturgo e pittore russo.
Figura di spicco del romanticismo, è considerato uno tra i maggiori scrittori del secolo XIX. Militare di carriera, durante la sua breve vita pubblica soltanto un volume di poesie, Versi, e il capolavoro in prosa, il romanzo Un eroe del nostro tempo (Geroj našego vremeni) (1840), mentre la sua opera poetica che più di ogni altra sarà esaltata nell'Ottocento, Il Demone, fu pubblicata postuma.
Il ritratto di Grigorij Aleksandrovic Pecorin, protagonista di Un eroe del nostro tempo, è tracciato nel romanzo partendo da tre diversi punti prospettici. Se ne ottiene una figura a tre dimensioni, inafferrabile, contraddittoria, misteriosa, ma proprio per questo particolarmente viva e affascinante. Noi vediamo Pecorin attraverso gli occhi del capitano in seconda Maksim Maksimyc, uomo russo, ma profondamente radicato nella natura e nella cultura del Caucaso, lo vediamo poi attraverso gli occhi dell’autore-narratore, uomo russo che vive delle contraddizioni e delle aspirazioni dell’intelletto e della cultura russa del tempo, lo vediamo infine attraverso gli occhi suoi stessi, partecipi così degli slanci, delle pulsioni e delle frustrazioni di uno spirito russo eternamente peregrino e incapace di giungere al proprio compimento.
Questo effetto di “moltiplicazione dei punti di vista” che sottintende la ricerca di una forma romanzesca oggettivata si rafforza ulteriormente grazie alla sfasatura della successione cronologica delle cinque narrazioni che compongono quello che è stato definito “il primo romanzo psicologico russo”: i racconti Bela, Maksim Maksimyc, Taman’, La principessina Mary, Il fatalista.