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Gara a Squadre - IV Edizione
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Squadra Brunello - COMMENTI

Schiavone è sempre schiavone e a me piace!
Secondo capitolo sul cinico vicequestore che da Roma finisce a lavorare ad Aosta. In queto secondo capitolo scopriamo un po' di cose in più sul nostro prsonaggio, sia su come sia finito a lavorare ad Aosta, sia sul suo rapporto con la moglie Marina. Nel frattempo deve risolvere un caso di omicidio in cui niente è come sembra!
cinico, stronzo ma molto efficace, schiavone ci piace perchè è la giustizia che vorremmo, ci piace perchè pure noi vorremmo mandare a cagare qualcuno a volte o fare la cosa sbagliata per un motivo giusto.

"Il petalo cremisi e il bianco"
È un vero peccato, un'occasione mancata per condensare vent'anni di ricerca che si concludono in un romanzo che poteva e invece non è. Ricerca che è decisamente evidente da queste pagine, finanche le preghiere o i testi dell'epoca vengono riportati. Il problema è che ne risulta un romanzo alla Gaskell, di quelli dove le donne e gli uomini sono più che decorativi e non sono in grado di parlare di altro che di futilità. Così come i dialoghi di "Nord e sud" sulla vessazione dalla classe operaia si risolvono nel mettere qualche informazione mal inserita qui e lì, qui l'architettura non aiuta affatto la storia, c'è un po' di tutto, tanti personaggi mal gestiti tanto che, persino in quarta di copertina sembra di capire che la protagonista sia Sugar, in effetti è invece la storia della famiglia Rackam. Se a tutto questo ci aggiungiamo il cercare di imitare quelle storie epocali alla Dickens o alla Collins, il pastrocchio è completo. Le storie monumentale che i due scrittori citati hanno scritto, e per i quali sono passati alla storia, reggono perché ogni capitolo o parte di esso è costruito come una parte della storia principale e come un racconto a se stante questo perché usciva a puntate e quindi la storia doveva accontentare il lettore per quella uscita che aveva acquisto e indurlo al contempo a comprare la successiva per vedere come andava a finire. In questo caso invece la lunghezza dello scritto è invece dovuta ad una manieristica elencazione di tutto, i libri, i giornali, le gonne, il vestiario addosso alla gente, fino ai mutandoni, le preghiere, il lerciume delle strade descritto e ridescritto in tutti i capitoli - con particolare predilezione per le cacche degli animali, e via dicendo. È evidente l'ispirazione ma è altrettanto chiaro che non gli è riuscito di imitare i due scrittori di riferimento. A questo si aggiunge una narrazione che già fiaccata da tutte le elencazioni e le ripetizioni, passa da un'aura decisamente inglese frutto della ricerca dell'epoca a descrizioni decisamente grette dal sapore decisamente contemporaneo. A poco vale il sotterfugio della voce narrante che tenta di guidarti per la Londra del 1875... Insomma come detto all'inizio, un'occasione sprecata. Prende tre stelle solo per la ricerca fatta sul periodo.

Temevo che avrei sofferto di più i tantissimi cambi di POV di questo libro (Claire&Jamie, Ian, Brianna&Roger, William, Lord John) invece ho trovato una buona amalgama tra le varie parti. E se una parte di me continua a pensare "più J&C, per favore", con un tono molto simile a quello di Oliver Twist quando osa chiedere una seconda porzione, l'intreccio mi è piaciuto molto. Penso andremo incontro a grandi drammi molto potenti... del resto siamo in piena rivoluzione americana. Roger e Brianna mi piacciono di più nel loro tempo, anche se spesso picchierei Roger. Bello l'espediente delle lettere: loro hanno deciso di farsi del male leggendone una alla volta pur conoscendo la,storia che Claire non ha ben chiara, masochismo puro, ma è molto piacevole.

Che cosa ho letto? Questo ultimo libro è assolutamente ridicolo, romantico in modo disgustoso, e abbastanza stupido. Mi spiace dirlo ma non trovo altre definizioni.
La serie aveva un ottimo potenziale, sia come ambientazione che come capacità di scrittura dell’autrice; invece si riduce al solito triangolo amoroso ya. Tutta la trama non trasmette nulla, perché sembra solo una mera cornice all’aspetto romantico. La protagonista diventa più scema col passare del tempo, intercala momenti da sedicenne idiota, a momenti da “sono la più forte, vi faccio il culo” … ehm, ridicolo! L’evoluzione dei personaggi è totalmente campata in aria, ammesso che di evoluzione si voglia parlare. E il finale ti fa alzare gli occhi al cielo, con fare esasperato. Insomma, tanti, tanti difetti. Scrivere per ragazzi non significa scrivere di personaggi stupidi; eppure questo ultimamente sembra il trend.
Salvo però la cura dell’edizione. Ottimo formato, e pagine e illustrazioni splendide. Esteticamente è il top, peccato per il contenuto.

Mia nonna saluta e chiede scusa di Fredrik Backman
Ricapitolando abbiamo la nonna settantasettenne (supereroe disfunzionale che salva vite umane e tira scema la gente) , la figlia Ulrica (supereroe funzionale e perfezionista ) e il compagno George , la nipote settenne Elsa (soggetto preferito dei bulli), il papà (pedante), Lisette compagna del papà, i vicini di casa: Britt-Marie (sempre irritata per qualcosa) e Kent, la donna con la gonna nera, Lennard (caffeinomane ritardatario) e Maud, il tassista Alf, la mamma e il bambino con la sindrome, il Mostro e l' Amico.
(view spoiler)
Tolgo subito una stellina perché dovrebbe essere soprattutto genere fiction, ma a me sa tanto da fantasy! Non amo il genere per cui ho preso una cantonata!
Un' altra stellina se ne va perché libro è interminabile, altalenante ma ripetitivo a tal punto che spesso ho mandato a quel paese l' autore: credi che non il concetto non sia chiaro? Sei ridondante come un mantra!
Detto ciò. Dopo "L' uomo che metteva in ordine il mondo" ero super curiosa di leggere questo, ma siamo passati dalle stelle alle stalle. Backman hai voluto illudermi? Una stellina in meno.
L' idea era buona, ma non mi ha convinto.

Mm... mi è difficile commentare questo libro sapendo che l'autrice e la sorella (che poi è una delle mie autrici preferite, Antonia S. Byatt) sono in faida da circa mezzo secolo. E questo è un romanzo - tra le altre cose - su un complesso rapporto tra sorelle. È impossibile non pensare che ci sia dell'ispirazione autobiografica dietro questo libro... Magari sbagliando, eppure il pensiero rimane lì, in sottofondo, a disturbare la lettura. È un romanzo ben scritto e molto realistico nel descrivere le donne, mi ha ricordato alcuni romanzi della Atwood, ma con una patina un poco più polverosa. Non male (ma la Byatt, nei suoi romanzi riusciti, mi piace immensamente di più).
Ciao ragazze, scusate l'intromissione.
Vi volevo segnalare che il libro che avete assegnato alla task 5.23, Memorie di un vecchio giardiniere, è già stato letto dalla squadra Lambrusco per la stessa task e l'hanno completato 20 giorni prima di voi:
https://www.goodreads.com/topic/show/...
O lo spostate da qualche altra parte o dovete segnare i 3 punti di penalità.
ciao!
Vi volevo segnalare che il libro che avete assegnato alla task 5.23, Memorie di un vecchio giardiniere, è già stato letto dalla squadra Lambrusco per la stessa task e l'hanno completato 20 giorni prima di voi:
https://www.goodreads.com/topic/show/...
O lo spostate da qualche altra parte o dovete segnare i 3 punti di penalità.
ciao!
no problem ;) buttate un occhio anche al bonus 1 task per ogni membro di una squadra se per caso la 5.23 vi era servita a tale scopo

Esempi per il primo caso: recentemente ho letto un libro su come è nato il giardinaggio moderno, e come è cominciato il commercio di semi di piante "coloniali" con l'Europa; oppure un saggio su alimenti come caffè o cioccolato (o sulle patate!), che oggi diamo per ovvi e insostituibili nella nostra dieta - provate a togliermi il caffè, vi sfido - ma che hanno una storia complessa e rocambolesca.
Esempio per il secondo caso: recentemente ho letto un libro sulla decapitazione e sulle teste mozzate che rivela che fino a qualche decennio fa, per quanto nel contesto straordinario della guerra, non era considerato immorale mandare a casa il teschio di un nemico come souvenir... così come era quasi una moda avere un cranio in casa mentre impazzava la frenologia.
Teste mozze: Storie di decapitazioni, reliquie, trofei, souvenir e crani illustri di Frances Larson
Questo saggio mi è capitato tra capo e collo (è una battuta mal riuscita e si finga indifferenza) e io non avevo la più pallida idea che (view spoiler) . Siamo cacciatori di teste, anche se tendiamo a dimenticarlo. Tiro un sospiro di sollievo quando realizzo che le teste mozzate sono soprattutto maschili! E negli attuali video terroristici le teste non sono protagoniste? E le reliquie nelle chiese? Vogliamo parlare della scultura o dell' arte?? Ce ne sono a schiere nei musei a ricordare le nostre tradizioni. La decapitazione, nonostante sia una delle tecniche più umane usate nelle esecuzioni, in Occidente non si usa più perché urta troppo la nostra sensibilità.
Il libro è diviso in capitoli.
(view spoiler)
È stata una lettura estremamente interessante e un plauso a Frances Larson che ha avuto l' ardire di affrontare un simile argomento. Non è mia abitudine leggere saggi e non me ne intendo molto però il fatto che mi abbia incuriosito e divertita, a tratti, mi porta a dire che è un buon libro!
Non posso non citare una frase di quelle che vanno sottolineate "In questo faccia a faccia, è dentro di noi che stiamo guardando."
4 stelline.

L'ultima traversa di Paolo Maurensig
Questa storia (che a sua volta aveva sentito dal nonno) è stata raccontata da un' anziana signora al nostro autore, che ne ha fatto un romanzo.
(view spoiler) Che dire? Il terzo libro che leggo di questo autore, la storia è sempre arricolata allo stesso modo. Si dipana con garbo, poi si rende il tutto ansiogeno e poi la sorpresa sul finale. Il solito cliché... Che però a me piace!
4 stelle.

Breve ma piacevole romanzo d'avventura in cui le vicende politiche sanguinose dell'Olanda di Guglielmo d'Orange si mescolano con la "guerra" tra due coltivatori di tulipani in cerca del fiore perfetto, un tulipano completamente nero. Cornelius, giovane giardiniere brillante ma imparentato con i Witt, personaggi storici davvero esistiti accusati di tradimento (e barbaramente massacrati dalla folla) viene venduto dal suo vicino, geloso dei suoi progressi nella selezione del possibile tulipano nero. Il fiore perfetto sarà premiato con un posto nella storia della floricultura e centomila fiorini. Dopo essere riuscito a tenere con sé i tre bulbi che potrebbero garantirgli la vittoria, una volta portato in prigione stringe una tenera amicizia con Rosa, la figlia del suo carceriere, che diventerà sua alleata nella difficile impresa di far fiorire la meraviglia tanto cercata. È stato piacevole, pittoresco nelle descrizioni, e molto vivido. Mi è piaciuto molto.

nona avventura del capitano Archer e dei suoi compagni.
Il capitano dovrà indagare sulla morte di un barcaiolo. il barcaiolo aveva sottratto ad uno studente un porta monete. il capitano seguirà il portamonete e il suo contenuto arrivando fino alla contea vicina. ma quello che scoprirà sarà molto più intricato di un semplice furto. in tutto questo Archer dovrà fare i conti con la gravidanza della moglie e con il suo lavoro alla farmacia.
lettura piacevole e sempre storicamente attendibile.

Follia
Dire che non mi è piaciuto sarebbe ingiusto, è un bel libro pieno di colpi di scena e che analizza a fondo le vite dei tre protagonisti: un malato di mente, la moglie di uno psichiatra e il loro confidente/medico. Le figure sono sicuramente ben delineate, le immagini delle situazioni sono tangibili ma, e c'è un ma, alla fina arriva la nota stonata che vede un finale allungarsi senza motivo verso una fine annunciata. Sicuramente in questo caso il colore della copertina, come in tutti gli Adelphi, riflette un po' quella che è la storia contenuta ovvero il racconto di due vite dannate singolarmente e condannate nell'unione. Un lavoro complesso, ma affascinante e scorrevole sin proprio agli ultimi atti.

Romanzo storico dedicato ai fregi del Partenone in due momenti cruciali della loro storia: la creazione a opera di Fidia e il trasporto (furto?) a inizio '800 per mano inglese, raccontati da due donne fuori dal comune per l'epoca in cui vissero. Aspasia, concubina di Pericle, e Lady Mary Nisbet, moglie di Lord Elgin e finanziatrice de facto del lavoro di recupero. Mi è piaciuto, con certi brividi riguardo ai parallelismi tra V secolo a.C. e inizio XIX secolo: entrambe le donne sfuggono ai severi regimi dettati per le donne, entrambe vengono accusate di essere troppo facili di costumi (quando è la loro indipendenza che urta), entrambe subiscono un processo in cui non possono neanche difendersi direttamente. Intorno a loro la bellezza e la magnificenza dell'Acropoli nei suoi momenti di massimo e di minimo splendore. La questione dei marmi Elgin (così ancora sono chiamati i fregi che si trovano al British Museum, dal nome del marito di Lady Mary) è ancora aperta ed è complessa: se l'intervento degli inglesi fu necessario duecento anni fa, quando i turchi erano impegnati a smantellare il Partenone e gli altri templi per recuperare il piombo che teneva insieme i vari blocchi di marmo e farne proiettili, oggi i pretesti per non perdere una delle attrazioni principali del BM sembrano meno fondati. Il romanzo è ben scritto e coinvolgente, ieri sera volevo chiuderlo e andare a dormire a un'ora decente eppure non riuscivo a prendere sonno, ho dovuto finirlo tutto d'un fiato.

Non me la sento di votare un libro che dovrebbe essere un testo sacro, ma se lo facessi, questo si aggirerebbe fra l’uno e le due stelline. Il concetto di base è buono: aiuta gli altri e migliora te stesso; inanella buone azioni, ancora e ancora, fino alla “perfezione”, e alla liberazione da tutti i mali. Insomma, è una filosofia/religione molto più innocua di altre, ma … c’è sempre un ma. Il testo di per sé è assurdo. Pieno di ripetizioni (che capisco essere il fulcro di una preghiera – forse ti prendono per sfinimento?), fino alla nausea. I concetti sono spesso ripetuti cinque volte di seguito, e mai meno di due. È molto verboso, e prima di andare al punto, ti descrive la rava e la fava. Inoltre, ci sono varie forme di buddhismo; e qui, seppur tentano di metterci una pezza sopra dicendo che in realtà esiste una sola via (veicolo unico) , ma che non siamo in grado di comprenderla, le contraddizioni rimangono, e sono tante. Non solo contraddizioni teologiche, pure di etiche (è consentito mentire per uno scopo supremo).
L’altro mio problema è la magia. Il sutra assume un carattere molto fantasy. Si parla di tante forme di esseri e mondi, e cose spettacolari; che in realtà ti allontanano dalla religione stessa, più che avvicinartene.
E poi i nomi. Ho letto cose come: Mahākātyāyana (ripetuto quattro volte consecutive); come posso anche solo pronunciarlo?
Insomma, ne passa di acqua sotto i ponti prima che io possa capirne qualcosa. Ma considerando quanti kalpa (16 milioni di anni circa) hanno impiegato alcuni esseri citati nel libro a ottenere il nirvana, allora sto in buona compagnia. Ho tempo! xD

3*
Entrare nel libro non era stato facile, ogni pagina meritava la sua lettura lenta e attenta, ma ero convinta che ne valesse la pena. Più leggevo e più mi piaceva, mi immaginavo questa coppia e il loro amico in giro per l'Africa, in mezzo ai souk e agli "indigeni" mentre nel resto del mondo c'era la guerra o era passata da poco. All'inizio le descrizioni mi rapivano, mi facevano entrare nel libro, mi sembrava di essere entrata in un film degli anni '50 ed ero come catturata da questo mal d'Africa.
Poi dalla separazione della coppia dall'amico la storia prende una piega totalmente diversa, sembra quasi un altro libro e la narrazione perde di tono e di spessore. Cambia totalmente la trama, mi pare quasi che il finale, o meglio ancora gli ultimi capitoli prima della fine, non abbiano nulla a che fare con il resto del libro.
Se devo dire la verità il gusto nella lettura che ne avevo avuto all'inizio l'avevo paragonato alla bellezza del libro "Il velo dipinto" ma una volta arrivata alla fine mi sono dovuta ricredere. Merita comunque una lettura.

Il teorema del pappagallo di Denis Guedj
Dentro queste pagine c'è (view spoiler)
Di una noia mortale! Non ne potevo più! Non ho ben capito dove si voleva arrivare: spesso mi chiedevo " Ma è un saggio o un romanzo? ". A volte c' erano pagine di liste di matematici o sequenze di date. Non vedevo l' ora di finirlo!
1 stella (per grazia ricevuta)

Romanzo surreale e tragicomico, dove non sai mai dove finisce il vero e dove il sogno, la storia, la fantasia prendono il sopravvento. E allo stesso tempo spunto per parlare della condizione delle donne a fine XIX secolo (ma non solo), con tanti personaggi tragici nella commedia a cui viene da augurare un futuro più roseo... Bello e di certo unico e intrigante, nella sua folle trama (su wiki volendo è spiegata nel dettaglio, occhio però agli spoiler sul finale), non gli dò cinque stelle perché ho faticato a entrare nella storia, specie sulla prima parte, rispetto al primo romanzo che ho letto di questa autrice, che è stata una delle mie letture preferite dell'anno.

Anche se uno non sapesse chi l'avesse scritta, conoscendo un po' di teatro, riconoscerebbe lo stile di Goldoni, quello stile comico, irriverente e gioioso. È per questo che mi piace sempre leggere qualsiasi cosa scritta da lui, perché alla fine ci scappa sempre una risata è tutto si aggiusta nel migliore dei modi.
Questa volta le scene raccontano di come un suocero, dopo la morte del figlio, cerca la strada più vantaggiosa per far risposare la nuora, che al momento è a suo carico, senza dover restituire la dote... Ma come si sa bene.. Le donne sono sempre le piú furbe!

Senza infamia e senza lode, adatto a chi ha bisogno di una lettura leggerina tipo me che ho fatto due giorni di tour de force a Roma furibondi e mi sento una zucchina bollita. Peccato perché le premesse sono molto buone, ma la fine è bleaaaaah.

Punti yeeeeee!
Masooooon <3
Quanto mi sei mancato vecchio furfante! Finalmente Tony combina con la ragazza del suo cuore, e sono così puccini da dare il voltastomaco, anche se vediamo che non è tutto rosa e fiori. Capita, quando trovi nel freezer del tuo fidanzato un dito di un piede mozzato. La parte dedicata al giorno del ringraziamento, che serve a inquadrare finalmente meglio la famiglia di Tony, un enorme clan asiatico con alti e bassi... La gemella è fantastica, e Olivia?!
Punti nope: i frickens. O chogs. Capisci tu il mash up, che io ho ancora i brividi. Ho mezzo urlato in metro dal disgusto, per capirci... Bleah. E il finale proprio aperto aperto, non mi è piaciuto, anche se apprezzo che finalmente torniamo al richiamo alla parte di fantascienza.

Più che autunno è stato un lungo inverno di trama e di situazione. Libro interessante anche se decisamente noioso. Un'infilata di situazioni che sembrano quadrare e invece ad un certo punto diventano altro. Maxwell Sim uomo che dalla vita ha avuto una batosta dietro l'altra decide, di ritorno dall'Australia di imbarcarsi in una attività di vendita di spazzolini da denti per la quale dovrà partecipare ad una specie di gara di consegna "ai quattro angoli remoti dell'Inghilterra". In questo viaggio, incontra una serie di personaggi che hanno fatto parte della sua vita sino ad allora. Ecco viaggia pericolosamente in mezzo allo stile dickensiano di infilare storie perché i vari personaggi si possano presentare in maniera differente e lo stile Forrest Gump con questo sguardo un po' beota nei confronti di tutte le occasioni proposte e che lui volutamente si lascia scorrere accanto.
Se il Coe amato è quello de "La banda dei brocchi", che io non ho ancora letto, diciamo che a mio avviso questa non deve essere stata la sua opera più riuscita. Peccato.

La Atwood è bravissima a ribaltare la storia di Odisseo e a dar voce a Penelope, sia con le sue parole che con i non detti. Quando alla fine sembra suggerire che (view spoiler) . O almeno, in alcuni colloqui con Elena ho percepito un sarcasmo da "sì sì, illuditi di conoscermi, come tutti, vi ho preso tutti in giro e non ve ne siete accorti" che ho trovato meraviglioso. È interessantissimo come il retelling s'intreccia coi cori a ricostruire anche in un certo modo la struttura classica della tragedia greca. Interessanti anche le interpretazioni simboliche a cui la Atwood da voce, riletture del mito assai diverse dal canone. Tuttavia rispetto ad altri romanzi della Atwood mi ha coinvolto meno, perciò mi fermo a tre stelline.

Testo piacevole e scorrevole. Le idee discusse però non mi sembrano illuminanti, quanto piuttosto scontate. Ma forse il libro di per sé è apprezzato proprio perché raccoglie idee di base, e le espone senza dilungarsi. Tra i trattati politici ne ho letto di moooolto peggiori. Una nota dolente sono i numerosi esempi; che sì, sono interessanti, ma spezzano anche la narrazione. Tutto sommato è un buon libretto.

Quarto ed ultimo capitolo della serie sul figlio di ramses. Siamo ormai alla battaglia finale tra keku il mago nero e setna e la sua sposa sekhet.
In tutta la quadrilogia si sente l'atmosfera dell'antico Egitto ben descritto sia nei suoi rituali religiosi che nelle faccende di tutti i giorni. chi come me ha amato il romanzo di Ramses, non potrà non ritrovarci i medesimi sapori e anche se la battaglia in questa serie é una battaglia magica e spirituale, non manca di scene di militari.
Ho apprezzato particolarmente la serie che mi ha riportato indietro nel tempo quando lessi il romanzo di ramses.

Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood
Questo libro è ambientato nel futuro in un mondo lacerato da guerre e nel leggerlo ci si adagia in una dimensione surreale perdendo il contatto con la realtà. Induce una lettura lenta come quando si mastica un buon boccone più a lungo per assaporare tutte le sfumature. (view spoiler) Anche se è un libro distopico a volte avrei gradito uno spiraglio ottimistico sebbene emergano,in tutta quest' aura malinconica e sofferente , forti di significato, i colori e la delicatezza dei fiori che spuntano qua e là nei particolari delle descrizioni. Sarà forse un caso che Difred preferisca il tulipano il vero simbolo dell'amore perfetto, quello onesto, eterno e disinteressato? Leggere queste pagine è stato come sedersi in un treno, vicino al finestrino e guardare il mondo scorrere di lato.

Avevo letto questo libro alle elementari (ovviamente non me lo ricordavo), ma riprendendolo in mano mi sono subito chiesta “come ho fatto a non traumatizzarmi?”. La verità è che la morte di animali domestici mi colpisce molto di più adesso, che allora. Forse i bambini mancano di una certa profondità; non emotiva, ma temporale, e ciò li rende meno impressionabili.
La storia è molto semplice e scritta anche bene. È ambientata in una fattoria, e rende alla perfezione l’aria che si respira. La durezza del lavoro e della povertà, ma anche la felicità nelle cose semplici.
Mi è piaciuto molto, che mi sia di monito a non sottovalutare i libri per bambini; spesso sono migliori di quelli per adulti!

Avevo letto questo libro alle elementari (ovviamente non me lo ricordavo), ma riprendendolo in mano mi sono sub..."
Credo di averlo preso in biblioteca ma che mia madre mi abbia impedito di leggerlo per paura che rimanessi shoccata...

Premessa: tra le cose che i miei mi hanno fatto vedere a ripetizione da piccola, c'è la versione filmata del Barbiere del 1972 Abbado/Alva/Dara/Berganza/Prey... il che mi ha aiutaro nella lettura in francese, però in parte me l'ha anche rovinata, perché tutti i giri e i rigiri della lirica mi sono mancati terribilmente. Divertente, ma Rossini è meglio <3

In realtà sono tutti eccezionali in questa versione... la Berganza e Montarsolo mi fanno venire i brividi ogni volta che aprono bocca.

É un racconto classico che avró letto piú volte nel corso della mia vita, ma non lo avevo mai ascoltato. L'audiobook era fatto molto bene e la voce narrante era dolce e delicata, mi ha riportato bambina.
Via via che la storia veniva raccontata mi sono immedesimata sempre piú e ogni volta che uno spirito andava a fare visita al vecchio Scrooge pensavo a quello che avrei visto al suo posto.
Sarebbe davvero bello poter riuscire a vedere i nostri errori passati e cercare di porvi rimedio in futuro, ma anche se non possiamo vedere attraverso mondi paralleli siamo tutti in grado di riconoscere il bene e il male e dovremmo cercare di essere più buoni con il prossimo, non solo a Natale.
Bella "lettura" che cade giusto in questo periodo che si avvicina alle feste. Da leggere!

Ero dubbiosa sul fatto che Massimo Roscia riuscisse nell'impresa di rendermi simpatica la grammatica, ovvero l'elenco di regole fra i più noiosi di quelli che si studia a scuola. E invece ho riso di gusto, tra regole e strafalcioni le pagine scorrono senza soluzione di continuità verso, lo so che parrà strano, un finale inaspettato e con il botto. Promosso a pieni voti!
Più centrato sull'italiano di così non poteva essere; sono citate tutte le regole dall'utilizzo degli articoli fino ai verbi. E' stato un ripasso interessante sopratutto la sezione di fonetica dove si descrive come si pronunciano tutta quella serie di vocaboli per i quali è più facile sbagliare.

Stoner
(view spoiler) Questo libro ha avuto un enorme successo. La trama è semplice, il linguaggio molto chiaro e scorrevole. La vita del protagonista non ha nulla di straordinario eppure non appena mi staccavo dalla lettura non vedevo l' ora di riprenderla. Non sono riuscita a spiegarmi cosa mi ha rapita, forse ti lascia lì a chiederti pagina dopo pagina qual è il vero valore della vita. È un libro di valore.
5 stelle.

Il GGG di Roald Dahl
Sono tornata dal lavoro nel primo pomeriggio e mi ci sono volute tre ore e mezzo per leggerlo. Mi è andata bene perché ci sono molte illustrazioni! A parte gli scherzi la storia è questa: (view spoiler)
ho quattro volte l' età di un lettore al quale è consigliato questo libro, tuttavia mi sono divertita e non l' ho trovato prevedibile. Il fatto che citi come ottimi bocconcini i gallesi (essendolo lui stesso) mi ha fatto sorridere! È un libro molto dolce.
4 stelle.

Gnòsi delle fànfole di Fosco Maraini
Ho sentito " Il lonfo " recitato da una bimbetta, istruita dal padre attore, in una di quei brevi video che da You Tube poi passano su Facebook. Mi ha divertito e l' ho condiviso con gli amici. Non soddisfatta sono risalita all' autore e trovato il libro avrei tanto voluto compralo, ma nuovo è di difficile reperibilità. In biblioteca esiste, per cui ho provveduto!
Innanzitutto non so se sono più ardite le poesie o le note!
È complicato pure leggere ad alta voce! È un ottimo esercizio per sciogliere la mente e la lingua!
Ho pensato "Vediamo se riesco a venire a capo di questa fantomatica metasemantica!" No. Non ne sono venuta a capo per niente, anzi mi sono riempita la testa di esimie " supercazzole "!
Mi riservo di impare questa sorta di poesie a memoria anche se mi ci vorrà una vita solo per carpirne gli accenti!
Ho deciso: Fosco Maraini ti amo!
Esiste un voto superiore alle 5 stelline?

https://www.youtube.com/watch?v=1NN_l...
Mi sembra giusto cominciare così questo commento, perché il libro è di valore, ma ci vuole veramente una determinazione (o una testa di pigna, per non dire di peggio) forte per arrivare alla fine di questo libro. Come spesso mi capita, apprezzo le intenzioni dell'opera e dell'autore premio Nobel ma non la forma e lo stile con cui queste intenzioni sono state messe giù. Siamo ancora molto lontani da Mo Yan (che avevo finito perché mi stava tanto sulle palle il protagonista che mi sembrava di dargliela vinta ad abbandonare), ma ho davvero faticato. Poi mi fa rabbia perché quando comincia l'ultimo taccuino blu, quello su Saul, è davvero tutto in discesa. Peccato che succeda dopo pagina 600. Avevo già letto un libro della Lessing e mi era piaciuto molto, dopo questo avrò bisogno di fare un po' di pausa prima di ritentarla. Meno male che ho le gare, sennò non mi sarei mai decisa ad affrontarlo... e probabilmente l'avrei mollato.

Penso questo sia uno di quei libri che parte un po’ in sordina ma che ti vince pagina dopo pagina, poi arrivi alla fine e non riesci più a staccartene. Pur essendo la storia di Musashi, il cast di personaggi è ampissimo, e copre tante tematiche. Ogni storia, anche la più piccola, s’intreccia poi in un disegno più grande. È un ottimo romanzo d’intrattenimento, ma anche un ottimo libro di storia; perché è pieno di particolari, notizie di costume e descrizioni sulla vita in Giappone. Ho imparato senza sforzo un sacco di cose!
Scritto da Musashi avevo già letto il Libro dei cinque anelli, e temevo che la rappresentazione romanzata del personaggio non avrebbe corrisposto alla sensazione che dà un testo vero. Invece Yoshikawa è uno splendido narratore, e descrive i caratteri benissimo. Il protagonista non risulta falso. Ed anche i personaggi non esattamente buoni, sono impossibili da odiare; seppur fallaci e cattivi, sono comprensibili e a volte amabili.
Una grande pecca è l’edizione. Ora, io ne ho una della bur datata dicembre 2010, che è fatta coi piedi. Le doppie diventano triple, le parole seminano vocali e consonanti a caso, le virgolette si aprono ma non si chiudono, o viceversa. E non sono pochi gli errori, tutto il testo ne è flagellato, soprattutto nella metà.
Voglio ben sperare che la nuova edizione sia stata curata (non dico bene, ma curata) come questa non lo è stata affatto. Non so cosa si sono fumati in redazione, ma di certo non stavano bene per fare simile scempio e venderlo pure.
Ad ogni modo il libro di per sé è stupendo.

È un libro breve ma estremamente noioso. Il più grande problema è la forma in cui è presentato. Machiavelli lo imposta come un dialogo tra amici: c’è il sapientone Fabrizio che risponde alle domande degli altri, ma a volte parla per pagine intere, tutto da solo. Poi ci sono gli amichetti, che ogni tanto intervengono, ma sono sempre d’accordo e sempre lo lodano. Le voci non sono distinte tra loro, anche se Machiavelli cambia interlocutore da una parte all’altra, la sostanza è invariata. Allora perché non fare un trattato come dio comanda? Trovo molto fastidioso questo finto dialogo saccente.
Altro problema è proprio l’argomento. A differenza dell’arte della guerra di Sun Tzu, che può essere letta e interpretata in vari modi, in quanto parla più spesso di strategia; questo invece si concentra sul funzionamento degli eserciti antichi, quindi ben poco moderno, subisce il passare del tempo. Se l’argomento può essere interessante, il formato in cui è proposto te ne fa passare la curiosità.
A fine trattato mi è rimasto ben poco da ricordare. Tra la scrittura artificiosa e l’insofferenza dei dialoghi, ero semplicemente contenta di averlo finito.

Coinvolgente graphic novel sulla vita di una donna coraggiosa, che permette però di capire anche bene e chiaramente la situazione in Afghanistan prima del 2001, con cause e situazioni che hanno portato alla guerra, e i vari fronti e schieramenti aperti dopo la dichiarazione del conflitto a seguito delle Torri Gemelle. Mi è piaciuta molto come stile e grafica, ho recuperato la storia umana di una giornalista che non mi ricordavo assolutamente (ero troppo giovane all'epoca) e rinfrescare/allargare le mie conoscenze su una guerra che ancora non è finita. Ottima lettura

Romanzo fuori da qualunque schema, mi è piaciuta da matti! La sagacia e la verve di Virginia Woolf esplodono in quest'opera davvero brillante, che sa essere però tagliente e feroce nelle sue critiche ben infiocchettate. Sono due giorni che i miei pensieri sono riempiti dall'idea di Tilda Swinton in questo ruolo (ora devo recuperare il film) e... è strano. Ma è una lettura da fare, assolutamente. Saltando le introduzioni, che tanto si concentrano sugli aspetti più pruriginosi come tante vecchiette bizzose.

Chiamate la levatrice di Jennifer Worth
Due mesi fa al mio paese c'è stata la fiera. In quell' occasione c' erano delle biciclette appartenute a persone che facevano vecchi mestieri: l' acquaiolo, il lattaio e pure la levatrice! Ho guardato dentro al cestino dov' erano depositati vecchi strumenti di lavoro: pinze, stetoscopio, arteria forcipe, renale,forbici!!! Ora leggo questo libro e vedo,come ce l' avessi davanti,questa onorevole infermiera che salta in sella alla bersagliera e corre ovunque ce ne sia necessità.
(view spoiler)
Questo libro è una storia di donne: donne che vivono nella miseria in case popolari o che vengono picchiate in appartamenti squallidi o amate in case fresche e luminose, donne segnate dal dolore.
Non è solo un romanzo, anche un memoir, un saggio. È un libro drammatico,umoristico, storico, di poesia, di medicina. La scrittura è scorrevole e briosa.
5 stelline.

E. W. Hornung, autore della serie Raffles che ha avuto successo fra la fine del 1800 e gli inizi del '900, non è altro che il cognato del più famoso Arthur Conan Doyle. La srie è composta da una serie di resoconti che compongono i capitoli della storia di Raffles e Bunny. Raffles non è altro che lo Sherlock dei ladri e Bunny è il suo attendente e colui che scrive le storie per i posteri. La serie funziona in pratica nella stessa maniera di quella da cui si ispira... Raffles è quello che osserva, che sa chi sono i ladri che si spacciano per lui, che riesce a fingersi morto sfuggendo ad un'amante scomoda e anche che diventa eroe quando decide di partire per la guerra e denunciare un disertore anche se questi lo minaccia di rivelare la sua identità. Ma è anche quello che si traveste talmente bene da non farsi riconoscere, che ammalia quando è in buona ma che sa anche essere particolarmente scortese quando non gli va...
Per contro Bunny è ingenuo, bonaccione, poco propenso a pensar male del prossimo ma affascinato dal suo strano e interessante amico, tanto da infialrsi ogni volta in avventure inaspettate.
E' un libro carino e piacevole, a volte presenta dei vuoti dovuti all'ingenuità dello scrittore novello, ma è stato divertente da leggere.

Non conoscevo Roger Fry, ho pescato questo libro per fare un po' di punti (anche se non pensavo così tanti sinceramente!) e invece me ne sono innamorata, anche grazie (o per colpa) di Virginia Woolf. È stato curioso leggere questo libro in tandem a Orlando (commento dopo), e vederla così precisa e attenta da un lato e così onirica e abile nel manipolare il vero per gli scopi dell'arte dall'altro. Mi sono emozionata come non mi sarei aspettata (però sei un po' stronza, Virginia, a descrivere la coppia felice di piccioncini in tutta la sua pucciosità e poi BAM! mazzata della malattia mentale... sappilo, Virginia!) e mi è piaciuta da matti.

... ma non mi può lasciare così!!! Ma non si fa, non si può, non è legale!
Io odio i cliffhanger. Li odio. Li detesto *Rowi versione Maga Magò*
Ma stiamo male??? Con tutti 'sti drammi lasciati a metà?
No, no no no, non si fa. Non si può.
Cercando di lasciare un commento più serio, il libro mi ha preso e si è rivelato avvincente come al solito. Ora cristerò se il successivo non è disponibile immediatamente su MLOL. Ma porca miseria.
AAAAAAAAH

Sono rimasta un po' delusa da questo finale. La prima parte è troppo lunga, non si arriva mai alla parte centrale, alla battaglia contro Capitol City e contro il perfido Snow.
Una volta che arriva la battaglia si chiude tutto in maniera rapida e senza troppi dettagli, lasciando domande che non potranno avere risposta visto che questo è il terzo libro di una trilogia..
Piú ci penso e più mi fa proprio rabbia come sia finita, anche per quel che riguarda la vita affettiva di Katniss.

Non che la mia situazione coi cliffhanger sia migliorata, eh, ma almeno qui è solo colpa dell'editore italiano che ha smezzato il libro. Dannazione in ogni caso. Ho letto questo volume con l'ansia della consapevolezza che il prossimo è l'ultimo disponibile... quindi che faccio, vedo cosa succede o aspetto? Sappiamo quale sarà la risposta, ma illudiamoci che io resista. Per più di un paio di giorni. Oh beh, nel caso è un altro punto monografia.
La cosa che meno mi piace è che, esaurita la tensione che mi aveva portata disperatamente a cominciare questo ((view spoiler) ) è rimasto un senso di ansia che però restando costante non mi ha detto poi più di tanto. John... eh no, io hisso nei suoi confronti come sempre, anche per come ha messo le carte in tavola *idiota* e per sorprendersi della reazione di Jamie *idiota bis*. E no, frega sega se non sa di Wentworth, è comunque un idiota. William... sì, capisco il dramah ma non mi prende più di tanto, mentre volevo assolutamente più Jenny (non solo ragazzina, ma ci arrivo).
La cosa migliore è il viaggio nel tempo di Roger, che ovviamente canna epoca, ma che sorprendentemente è un bellissimo stratagemma per recuperare vecchi amici e nemici e persone di cui abbiamo tanto sentito parlare nei primi libri ma non abbiamo mai avuto modo di conoscere "direttamente". E i suoi dilemmi interiori finalmente sono su un piano che capisco e mi piacciono un sacco. Buck compagno di avventura è una sorpresa stupenda. Ora bisogna capire che succederà a Brianna e se davvero ha saltato... che pazzia.
Si accettano scommesse su quanto tempo passerà prima che cominci Prigioniero di nessuno, eh sì XD
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Letto da Auntie
In sintesi posso descrivere cosí questo libro:
- bella la trama, molto meno il modo in cui é stata sviluppata
- troppe sottostrutture (troppi racconti nel racconto; portano solo a perdere il filo della narrazione)
- descrizione dei personaggi impeccabile, ognuno di loro potrebbe essere il protagonista di un racconto tragicomico
- andava sottolineato di piú il finale, le parole del Nonno Stregone meritavano senza dubbio piú spazio
- bello ritrovare un libro con una morale cosí attuale
In generale mi é piaciuto, anche se a volte avrei preferito una narrazione piú lineare, ma questo é lo stile di Benni e va bene così!