La Stamberga dei Lettori discussion

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Suite francese
Discussioni letterarie
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Quindicesimo GdL: Suite francese di Irène Némirovsky
message 51:
by
Francesca
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rated it 4 stars
Mar 09, 2014 04:07PM

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Una sola domanda: sono l'unica ad aver apprezzato in modo particolare il capitolo sul gatto Albert (capitolo 20)? Sarà forse perché posseggo un gatto (a dire il vero, come per tutti gli animali, è lui che possiede me, ma così vado un po' fuori tema...) e quindi faccio poca fatica ad immaginarmi le scene descritte, ma forse proprio per la stretta conoscenza delle abitudini feline ho trovato questo capitolo "divino": la descrizione era poetica ma non troppo, giusto quel po' che serve per farti percepire colori, suoni ed odori senza staccarti dalla realtà felina.



Credo che mi innamorerò di questo romanzo e di questa autrice.




...Ma in realtà è finito. Narrando vicende che l'autrice ha vissuto in prima persona e nella condizione più tragica, l'opera si salda intimamente con la vita dell'autrice, che è ancora più tragica e "letteraria" dell'opera stessa.
Considero l'appendice dell'edizione Adelphi con le lettere che raccontano l'epilogo della vita della Nemirowsky l'epilogo del romanzo. Vero reale e pertanto l'unico possibile.


Sarebbe il secondo libro dell'autrice che leggo. Il primo è stato "Il vino della solitudine".



Dici della fine che fanno? Be' io ci vedo un po' la presa di posizione autorale molto forte, non forzata, ma evidente e perfettamente soddisfatta nel far fare la stessa misera fine a quell'individuo glaciale e a ciò che più ama al mondo: una statuetta; poi anche nell'episodio del gatto Albert che strazia un uccellino ci vedo una specie di... come dire, rappresentazione figurata del Nazismo che starzia le vittime indifese.


Un entrare un po' a gamba tesa, non è vero? In effetti hai ragione, simbolismi e eventi sincronici sono molto più belli da leggere per un lettore, che così fa anche il suo mestiere di co-autore, interpretando o cogliendo quel che c'è da rilevare, chissà se l'effetto qui è voluto o una causa della mancata revisione complessiva del testo. Hmmm...mumble mumble.


E' la sua corrispondenza.
Io ho la Garzanti e non sono state incluse... sono parte di una postfazione? Sono inerenti al romanzo? Perché in questo caso vedo di procurarmele...

Vi sono sia appunti della Némirovsky riguardo questo libro ed altri, e poi la corrispondenza. Alcune lettere sono scritte da lei, mentre altre sono scritte da Michel Epstein. Sono utili da leggere per capire il periodo della deportazione.


Vi sono sia appunti della Némirovsky riguardo questo libro ed altri, e poi la corrispondenza. Alcune lettere sono scritte da lei, mentre altre sono scritte da Michel..."
Cercherò di procurarmi l'edizione Adelphi, forse mi accorgerò di aver compreso un messaggio che non era quello che l'autrice voleva trasmettere.

Ma sbaglio o i francesi non ci fanno una bella figura? A parte Philippe (il prete, mi pare si chiami così) che però viene ucciso quasi sub..."
Sicuramente sì, non se ne apprezza appieno la grandezza se non si leggono le lettere che scriveva proprio mentre scriveva il (i) romanzo(i). Serve l'edizione Adelphi.
Ma sapete che per Marsilio è appena uscito il seguito ideale scritto dalla figlia?
http://www.marsilioeditori.it/libri/s...
http://www.marsilioeditori.it/libri/s...

http://www.marsilioeditori.it/libri/s..."
Grazie della dritta

http://www.marsilioeditori.it/libri/s..."
Grande!

Ma sbaglio o i francesi non ci fanno una bella figura? A parte Philippe (il prete, mi pare si chiami così) che però vie..."
Personalmente la morte di Philippe mi aveva completamente sconvolto, non me lo aspettavo proprio e l'ho trovata una scena molto crudele e triste. Così come la morte del soldato tedesco ucciso da Benoit... (che però, a quanto ho letto negli appunti, l'autrice stava pensando di far sopravvivere per l'evolvere della vicenda). L'empatia di cui ha dato prova nel caratterizzare i soldati tedeschi occupanti, la sua capacità di vedere l'uomo prima della sua armatura la trovo straordinaria, contando che ella stessa era coinvolta in tutta quella tragedia.

Sul seguito, come per tutti i seguiti "spuri", ho delle perplessità :-|
Anche io ho notato che quasi tutti i personaggi non fanno una bella figura, se si escludono i Michaud, Philippe e suo fratello. Credo che la Nemirosky voleva proprio sottolineare la pochezza della maggior parte delle persone di fronte a eventi terribili che invece di suscitare solidarietà fanno emergere il cinismo e l'egoismo che si nasconde sotto l'apparenza del perbenismo e della religione.
Per quanto riguarda i tedeschi, credo che volesse far notare che la quotidianità dei rapporti fa emergere il lato umano delle relazioni, indipendentemente dalla guerra; mi chiedo cosa avrebbe scritto se fosse sopravvissuta ai campi di concentramento. Ad esempio, tornando alla finzione letteraria, penso che difficilmente dopo la guerra e dopo la liberazione dei deportati dai campi di concentramento, la storia d'amore tra Bruno e Lucile può avere un lieto fine perché entrambi i protagonisti avrebbero dovuto fare i conti con la realtà delle leggi razziali e con le loro pesanti conseguenze in termini di genocidio.
Mi renderò ridicola, ma Benoit è stato più disumano di qualsiasi tedesco comparso nel libro. Perché ammazzare il povero Bubi? che gli aveva fatto il cane?

Già, mi chiedevo anch'io come sarebbe stato un seguito di Suite francese se la Némirovsky fosse sopravvissuta alla guerra.

Domanda ahimè senza risposta. O meglio la risposta è arrivata con il corso della Storia e della storia dell'Autrice. Ma ciò che mi ha impressionato è proprio quanto da molti qui rilevato: non c'è fanatismo nè, manicheismo, c'è disillusione ma che non sconfina mai nel cinismo e sempre con l'eleganza del "classico".
Ed i personaggi sono sempre persone con contraddizioni, splendori e miserie, mai cliché inerti.
Potrebbe essere facile un simile equilibrio dopo decenni quando la distanza mette a fuoco ragioni e torti di ciascuno, ma proprio mentre tutto ciò che viene narrato accadeva, lo trovo assolutamente unico.

Domanda ahimè senza risposta. O meglio la risposta è ar..."
sicuramente la lucidità con cui descrive quanto stava vivendo è un pregio del romanzo, però non concordo sul fatto che i personaggi non hanno manicheismi perché a me mi sembrano tutti molto negativi senza possibilità di trovare in loro qualche caratteristica che li riscatti; si salvano parzialmente solo Philippe, suo fratello, i Michaud e Jean Marie (ma questi ultimi sono troppo buoni e risultano ogni tanto stucchevoli). Per me i personaggi più riusciti sono proprio Philippe e il fratello perché in loro c'è la consapevolezza delle loro debolezze e cercano (soprattutto Philippe con la preghiera) di superarle. Invece non mi è piaciuto per niente il modo in cui sono stati descritti i ragazzi che Philippe avrebbe dovuto accompagnare: sembrano tutti uguali, tutti cattivi e senza alcuna possibilità di cambiamento e nessun interesse per le motivazioni del loro comportamento.

Domanda ahimè senza risposta. O meglio la..."
Per assenza di manicheismo intendo dire che non ci sono categorizzazioni rigide: tedeschi = cattivi, francesi = buoni, ricchi = cattivi, poveri = buoni.
Ha colpito anche me la rappresentazione dei ragazzi del collegio per trovatelli, veramente disperante.....ma c'era in corso una guerra mondiale, come pensare che guardasse all'umanità ed al futuro con fiducia, tanto più che l'Autrice era già discriminata e perseguitata ?
Mi sembra che ci venga detto: tutto questo male come è stato possibile ? E' "capitato" per colpa degli Stati, dei Potenti o è la sommatoria di infinite piccole meschinità ? Ognuno può essere vittima o carnefice in determinate situazioni, non c'è il Male, ma tante piccole occasioni per esprimere quel poco o tanto di malvagità che c'è in ognuno. Non ci sono innocenti e colpevoli in assoluto ed a priori.