La Stamberga dei Lettori discussion
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Suite francese
Discussioni letterarie
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Quindicesimo GdL: Suite francese di Irène Némirovsky
message 51:
by
Francesca
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rated it 4 stars
Mar 09, 2014 04:07PM
Ah ok grazie! Sto dal cellulare e il pulsante non si vede :)
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Beh.. Io lo ho finito, bellissimo, interessantissimi (mettono un po' di tristezza)gli appunti finali, adesso sto leggendo le lettere con molto piacere...
Sono in ritardo nella lettura, ma spero di rimettermi al passo perché sto apprezzando davvero molto lo stile ed i personaggi. Una sola domanda: sono l'unica ad aver apprezzato in modo particolare il capitolo sul gatto Albert (capitolo 20)? Sarà forse perché posseggo un gatto (a dire il vero, come per tutti gli animali, è lui che possiede me, ma così vado un po' fuori tema...) e quindi faccio poca fatica ad immaginarmi le scene descritte, ma forse proprio per la stretta conoscenza delle abitudini feline ho trovato questo capitolo "divino": la descrizione era poetica ma non troppo, giusto quel po' che serve per farti percepire colori, suoni ed odori senza staccarti dalla realtà felina.
A me manca l'ultimo capitolo della seconda tappa e per non essere quello che leggo di solito mi piace, devo aprire gli orizzonti ahah! Comunque ha ragione chi parla del capitolo sul gatto come bellissimo, concordo; tutti i dettagli sono super interessanti.
Ho terminato anche io la seconda parte. Mi piace molto anche se trovo la caratterizzazione dei personaggi troppo rigida: o sono buoni o sono indisponenti senza mezze misure sino a diventare delle macchiette (come Gabriel Corte); le uniche eccezioni, sino a ora, mi sembrano Philippe e Hubert.
Sto recuperando velocemente, ma è tutto merito di Irène Némirovsky. Sono arrivata quasi alla fine di questa seconda tappa durante la pausa pranzo e dopo il capitolo sul gatto ho trovato stupendo il capitolo sul vecchio Signor Péricand (view spoiler).Credo che mi innamorerò di questo romanzo e di questa autrice.
L'ho trovato un po' lento all'inizio, ma pian piano mi sta prendendo. I personaggi sono descritti con lucidità e esattezza, anche se per ora non riescono a emozionarmi.
Finito. Ci sono rimasta malissimo, tipo "ehi, voglio il resto!", mi sento in colpa perché so che non è possibile e so perché non è possibile, non vorrei MAI che qualcuno lo rimaneggiasse per finirlo... Ma quanta bellezza <3
Credo di essere una voce fuori dal coro... sicuramente come ho scritto sopra l'ho trovato coinvolgente, soprattutto nella prima parte, ma il mio giudizio non è così positivo... vorrei però aspettare che anche gli altri abbiano concluso la lettura e sapere cosa vi ha così entusiasmato.
Rowizyx wrote: "Finito. Ci sono rimasta malissimo, tipo "ehi, voglio il resto!", mi sento in colpa perché so che non è possibile e so perché non è possibile, non vorrei MAI che qualcuno lo rimaneggiasse per finirl..."...Ma in realtà è finito. Narrando vicende che l'autrice ha vissuto in prima persona e nella condizione più tragica, l'opera si salda intimamente con la vita dell'autrice, che è ancora più tragica e "letteraria" dell'opera stessa.
Considero l'appendice dell'edizione Adelphi con le lettere che raccontano l'epilogo della vita della Nemirowsky l'epilogo del romanzo. Vero reale e pertanto l'unico possibile.
L'ho terminato. Stupendo, emozionante. La Nèmirovsky mi ha sorpreso piacevolmente. Che scrittrice straordinaria. Un caleidoscopio di umanità e bellezza.
Io l'ho iniziato da poco, ho letto solo una cinquantina di pagine, ma mi sembra molto scorrevole.Sarebbe il secondo libro dell'autrice che leggo. Il primo è stato "Il vino della solitudine".
Io sono rimasta indietro... Spero di recuperare, ma non penso. Probabilmente ci ribecchiamo all'ultima tappa! :(
Che ne dite del paralelismo tra la testa di Charlie e quella di Venus? Interessante o un po forzato?
Stela wrote: "Che ne dite del paralelismo tra la testa di Charlie e quella di Venus? Interessante o un po forzato?"Dici della fine che fanno? Be' io ci vedo un po' la presa di posizione autorale molto forte, non forzata, ma evidente e perfettamente soddisfatta nel far fare la stessa misera fine a quell'individuo glaciale e a ciò che più ama al mondo: una statuetta; poi anche nell'episodio del gatto Albert che strazia un uccellino ci vedo una specie di... come dire, rappresentazione figurata del Nazismo che starzia le vittime indifese.
A me, devo dirlo, questa "presa di posizione autorale" mi da sempre un po' fastidio, anche quando è ben mascherata, amo di più quando le simmetrie, simboli e parallelismi sono più sottili, più difficili a identificare, meno ovvi voglio dire. Per esempio, ho apprezzato di più la partenza di Jean-Marie nello stesso giorno dell'arrivo di Ben. Anche l'episodio del gatto lo trovo bello, sia nell'interpretazione (molto bella) che gli hai dato tu, sia come una visione della natura indifferente alle sofferenze dell'uomo
Stela wrote: "A me, devo dirlo, questa "presa di posizione autorale" mi da sempre un po' fastidioUn entrare un po' a gamba tesa, non è vero? In effetti hai ragione, simbolismi e eventi sincronici sono molto più belli da leggere per un lettore, che così fa anche il suo mestiere di co-autore, interpretando o cogliendo quel che c'è da rilevare, chissà se l'effetto qui è voluto o una causa della mancata revisione complessiva del testo. Hmmm...mumble mumble.
Finito adesso adesso (con leggero anticipo). L'ho trovato davvero stupendo. Attendo fine lettura da parte di tutti i partecipanti per commentare.
La mia edizione è Adelphi e alla fine ci sono le lettere che la Némirovsky ha inviato.E' la sua corrispondenza.
Io ho la Garzanti e non sono state incluse... sono parte di una postfazione? Sono inerenti al romanzo? Perché in questo caso vedo di procurarmele...
Sono parte della postfazione. Vi sono sia appunti della Némirovsky riguardo questo libro ed altri, e poi la corrispondenza. Alcune lettere sono scritte da lei, mentre altre sono scritte da Michel Epstein. Sono utili da leggere per capire il periodo della deportazione.
Ho terminato anch'io (anche se non ho letto tutta la corrispondenza); belle descrizioni, bella scrittura. Mi è piaciuta come fine la partenza.
Simona wrote: "Sono parte della postfazione. Vi sono sia appunti della Némirovsky riguardo questo libro ed altri, e poi la corrispondenza. Alcune lettere sono scritte da lei, mentre altre sono scritte da Michel..."
Cercherò di procurarmi l'edizione Adelphi, forse mi accorgerò di aver compreso un messaggio che non era quello che l'autrice voleva trasmettere.
Alessandro wrote: "Cooomunque. Bello, mi è piaciuto. Ma mi è parso strano. Ma sbaglio o i francesi non ci fanno una bella figura? A parte Philippe (il prete, mi pare si chiami così) che però viene ucciso quasi sub..."
Sicuramente sì, non se ne apprezza appieno la grandezza se non si leggono le lettere che scriveva proprio mentre scriveva il (i) romanzo(i). Serve l'edizione Adelphi.
Ma sapete che per Marsilio è appena uscito il seguito ideale scritto dalla figlia?
http://www.marsilioeditori.it/libri/s...
http://www.marsilioeditori.it/libri/s...
Sakura87 wrote: "Ma sapete che per Marsilio è appena uscito il seguito ideale scritto dalla figlia?http://www.marsilioeditori.it/libri/s..."
Grazie della dritta
Sakura87 wrote: "Ma sapete che per Marsilio è appena uscito il seguito ideale scritto dalla figlia?http://www.marsilioeditori.it/libri/s..."
Grande!
Paolo wrote: "Alessandro wrote: "Cooomunque. Bello, mi è piaciuto. Ma mi è parso strano. Ma sbaglio o i francesi non ci fanno una bella figura? A parte Philippe (il prete, mi pare si chiami così) che però vie..."
Personalmente la morte di Philippe mi aveva completamente sconvolto, non me lo aspettavo proprio e l'ho trovata una scena molto crudele e triste. Così come la morte del soldato tedesco ucciso da Benoit... (che però, a quanto ho letto negli appunti, l'autrice stava pensando di far sopravvivere per l'evolvere della vicenda). L'empatia di cui ha dato prova nel caratterizzare i soldati tedeschi occupanti, la sua capacità di vedere l'uomo prima della sua armatura la trovo straordinaria, contando che ella stessa era coinvolta in tutta quella tragedia.
Riprendere un libro dopo che l'ho finito è proprio una cosa che in genere non faccio, ma mi procurerò a breve l'edizione Adelhpi e leggerò le lettere; comunque se qualcuno è curioso e non vuole aspettare può trovare il loro contenuto su wikipedia. Sul seguito, come per tutti i seguiti "spuri", ho delle perplessità :-|
Anche io ho notato che quasi tutti i personaggi non fanno una bella figura, se si escludono i Michaud, Philippe e suo fratello. Credo che la Nemirosky voleva proprio sottolineare la pochezza della maggior parte delle persone di fronte a eventi terribili che invece di suscitare solidarietà fanno emergere il cinismo e l'egoismo che si nasconde sotto l'apparenza del perbenismo e della religione.
Per quanto riguarda i tedeschi, credo che volesse far notare che la quotidianità dei rapporti fa emergere il lato umano delle relazioni, indipendentemente dalla guerra; mi chiedo cosa avrebbe scritto se fosse sopravvissuta ai campi di concentramento. Ad esempio, tornando alla finzione letteraria, penso che difficilmente dopo la guerra e dopo la liberazione dei deportati dai campi di concentramento, la storia d'amore tra Bruno e Lucile può avere un lieto fine perché entrambi i protagonisti avrebbero dovuto fare i conti con la realtà delle leggi razziali e con le loro pesanti conseguenze in termini di genocidio.
Mi renderò ridicola, ma Benoit è stato più disumano di qualsiasi tedesco comparso nel libro. Perché ammazzare il povero Bubi? che gli aveva fatto il cane?
Concordo, trovo abbastanza odioso Benoit. Secondo me la Némirovsky ha sottolineato che lontano dai campi di battaglia i tedeschi, alla fine, sono delle persone che hanno i loro difetti e i loro pregi. Sono le necessità della guerra(o meglio la filosofia dell'alveare) che trasformano le persone in soldati. Però lei non sapeva nulla del trattamento riservato ai prigionieri dei campi di concentramento e quando lo scoprirà non lo potrà scrivere.
Già, mi chiedevo anch'io come sarebbe stato un seguito di Suite francese se la Némirovsky fosse sopravvissuta alla guerra.
Sakura87 wrote: "Già, mi chiedevo anch'io come sarebbe stato un seguito di Suite francese se la Némirovsky fosse sopravvissuta alla guerra."Domanda ahimè senza risposta. O meglio la risposta è arrivata con il corso della Storia e della storia dell'Autrice. Ma ciò che mi ha impressionato è proprio quanto da molti qui rilevato: non c'è fanatismo nè, manicheismo, c'è disillusione ma che non sconfina mai nel cinismo e sempre con l'eleganza del "classico".
Ed i personaggi sono sempre persone con contraddizioni, splendori e miserie, mai cliché inerti.
Potrebbe essere facile un simile equilibrio dopo decenni quando la distanza mette a fuoco ragioni e torti di ciascuno, ma proprio mentre tutto ciò che viene narrato accadeva, lo trovo assolutamente unico.
Paolo wrote: "Sakura87 wrote: "Già, mi chiedevo anch'io come sarebbe stato un seguito di Suite francese se la Némirovsky fosse sopravvissuta alla guerra."Domanda ahimè senza risposta. O meglio la risposta è ar..."
sicuramente la lucidità con cui descrive quanto stava vivendo è un pregio del romanzo, però non concordo sul fatto che i personaggi non hanno manicheismi perché a me mi sembrano tutti molto negativi senza possibilità di trovare in loro qualche caratteristica che li riscatti; si salvano parzialmente solo Philippe, suo fratello, i Michaud e Jean Marie (ma questi ultimi sono troppo buoni e risultano ogni tanto stucchevoli). Per me i personaggi più riusciti sono proprio Philippe e il fratello perché in loro c'è la consapevolezza delle loro debolezze e cercano (soprattutto Philippe con la preghiera) di superarle. Invece non mi è piaciuto per niente il modo in cui sono stati descritti i ragazzi che Philippe avrebbe dovuto accompagnare: sembrano tutti uguali, tutti cattivi e senza alcuna possibilità di cambiamento e nessun interesse per le motivazioni del loro comportamento.
Patrizia wrote: "Paolo wrote: "Sakura87 wrote: "Già, mi chiedevo anch'io come sarebbe stato un seguito di Suite francese se la Némirovsky fosse sopravvissuta alla guerra."Domanda ahimè senza risposta. O meglio la..."
Per assenza di manicheismo intendo dire che non ci sono categorizzazioni rigide: tedeschi = cattivi, francesi = buoni, ricchi = cattivi, poveri = buoni.
Ha colpito anche me la rappresentazione dei ragazzi del collegio per trovatelli, veramente disperante.....ma c'era in corso una guerra mondiale, come pensare che guardasse all'umanità ed al futuro con fiducia, tanto più che l'Autrice era già discriminata e perseguitata ?
Mi sembra che ci venga detto: tutto questo male come è stato possibile ? E' "capitato" per colpa degli Stati, dei Potenti o è la sommatoria di infinite piccole meschinità ? Ognuno può essere vittima o carnefice in determinate situazioni, non c'è il Male, ma tante piccole occasioni per esprimere quel poco o tanto di malvagità che c'è in ognuno. Non ci sono innocenti e colpevoli in assoluto ed a priori.




