Sulle sue gambe fragili e vacillanti, Stasia andò incontro all’amica eternamente giovane. «Non fingere che la mia visita sia una sorpresa» disse Sopio. «Ho mandato tutto all’aria. Da quando non ci sei più è andato tutto…» Le labbra di Stasia si muovevano ma le parole non uscivano. «Aveva solo ventun anni, mio Dio, solo ventun anni. Non sono riuscita a trattenere nulla, ho lasciato che tutto si disperdesse come attraverso un setaccio con i fori troppo grandi.» «Ah, Tasiko, inguaribile fatalista.» «Cos’avrei dovuto fare? Cosa?» «Danzare, Taso. Avresti dovuto danzare.»