Non c’è nemmeno bisogno di dire con quali sentimenti, la vigilia di un viaggio a Nantucket, io considerassi le lapidette di marmo e, alla luce penosa di quel giorno oscurato e dolente, leggessi il destino dei balenieri che mi avevano preceduto. Sì, Ismaele, uno stesso destino può essere il tuo. Ma, in certo modo, ritornai allegro. Deliziosi motivi di imbarcarmi, bella probabilità di promozione, no? una lancia sfondata mi avrebbe reso immortale, per brevetto. Sì, c’è la morte in questa impresa della caccia, l’indicibilmente fulminea, caotica spedizione di un uomo nell’Eternità. Ma e con questo?
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