Sottomissione (Italian Edition)
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Mi piaceva molto quella divertente vecchia peste, affamata di pettegolezzi estremi; la sua anzianità di docente e la sua posizione in certi comitati consultivi davano ai suoi pettegolezzi più peso, e più spessore, di quelli che potevano giungere all’orecchio dell’insignificante Steve.
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chissà a cosa avrei potuto interessarmi io se la mia uscita dalla vita amorosa si fosse confermata, forse potevo iscrivermi a un corso di enologia, o mettermi a collezionare aeromodelli.
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“Felice chi la vita soddisfa, chi si diverte, chi è contento”: così Maupassant inizia il suo articolo su À rebours pubblicato sul “Gil Blas”.
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Per l’uomo, l’amore non è altro che gratitudine per il piacere dato, e
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Era in grado di contrarre la fica a volontà (sia dolcemente, con lente pressioni irresistibili, sia con piccole scosse vivaci e malandrine); scuoteva il culetto con una grazia infinita prima di offrirmelo. Quanto ai pompini, non avevo mai provato niente di simile, affrontava ogni pompino come se fosse il primo della sua vita e fosse destinato a essere l’ultimo. Ogni suo pompino avrebbe potuto giustificare in sé la vita di un uomo.
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Spesso l’aggressione nasconde un desiderio di seduzione, l’avevo letto in Boris Cyrulnik, e Boris Cyrulnik è un tipo tosto, uno che non ci casca, a livello psicologico è uno che la sa lunga, una specie di Konrad Lorenz degli umani.
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“No, non depresso, ma in un certo senso perfino peggio, in te c’è sempre una specie di onestà abnorme, un’incapacità di fronte a quei compromessi che, in fin dei conti, permettono alla gente di vivere. Per esempio, mettiamo che tu abbia ragione sul patriarcato, che sia l’unica soluzione valida. Ciò non toglie che io abbia studiato, che sia stata abituata a considerarmi come una persona specifica, dotata di capacità di riflessione e decisione uguale a quella del maschio, allora cosa dovrei fare? Sarei da buttare?” Probabilmente la risposta giusta era “sì”, ma io non dissi niente, forse non
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ero così onesto, tutto sommato.
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Ma questo bastava a giustificare una vita? E in virtù di cosa una vita ha bisogno di essere giustificata? La totalità degli animali e la schiacciante maggioranza degli uomini vivono senza mai provare il minimo bisogno di giustificazione. Vivono perché vivono, tutto qua, è così che ragionano; poi immagino che muoiano perché muoiono, e che questo, ai loro occhi, concluda l’analisi.
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mi sentivo obbligato a fare un po’ meglio.