Era durante le ore di calma al dispensario, nel 1916, che mi venne l’idea di scrivere un giallo. Stimolata da ciò che mi circondava, la vicinanza dell’armadietto dei veleni, dell’Extra Pharmacopoeia di Martindale, di altri libri sui medicamenti e sui dosaggi che avevo recentemente letto con devota attenzione, l’unica difficoltà che ho trovato è stata la quantità imbarazzante di materiale tra cui scegliere. La vittima era stata già decisa. L’avevo ben chiara in mente: un’anziana signora orgogliosa della propria ricchezza circondata da parenti avidi che aspettavano solo la sua morte. Tra di loro
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