mentre inebetito salivo su per le scale e camminavo lungo il vialetto che mi avrebbe riportato in classe non potei fare a meno di pensare, di nuovo, che ci fosse qualcuno che mi osservava nascosto sulle colline che circondavano la scuola, per mezzo di un binocolo o di una macchina fotografica col teleobiettivo o col mirino telescopico di un fucile da caccia. Ricordo di aver pensato che per la prima volta in vita mia ero cosí disorientato da provare la sensazione di sciogliermi, di dissolvermi in me stesso, diventando un’altra persona, per poi sparire nel nulla,

