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February 5, 2023 - January 22, 2025
VII secolo fino all’epoca Edo l’autorità degli imperatori e degli shōgun si è basata non solo sulla sconfitta di nemici reali ma anche e soprattutto sul controllo di nemici demonici.
Quando un kami crea danni alle persone è declassato a yōkai; ma, se continua a nuocere arrecando danni particolarmente ingenti, viene spesso riabilitato alla sua posizione di kami, nella speranza che ciò lo convinca a placarsi: una sorta di divinizzazione con fine apotropaico.
bakemono è qualcosa che ha cambiato il proprio stato, la propria natura.
Una terza corrente di pensiero sostiene che la figura del kappa sia nata con l’arrivo dei primi monaci cristiani dal Portogallo. I loro sai, dagli ampi cappucci, ricordavano il guscio di una tartaruga, e la parola portoghese capa, con cui venivano chiamati questi abiti, si sarebbe trasformata nel giapponese kappa 合羽, che significa, appunto, “mantello”. Anche la chierica, tipica dei monaci di quel tempo, si riscontra nell’iconografia classica dei kappa.
I tengu 天狗 sono yōkai affascinanti e ambigui la cui complessa storia è intrecciata indissolubilmente con quella del Giappone, tanto che si possono indagare i mutamenti del sentimento religioso nipponico proprio attraverso lo studio dell’evoluzione di queste creature.
Dell’antico karasu tengu, che continua tuttavia ad esistere come servitore della nuova specie di tengu, rimangono le ali e la capacità di volare. Il becco diviene un naso innaturalmente prominente, in parte forse eredità dell’iconografia del dio shintoista Sarudahiko [21] , dal naso lungo ben sette mani, e da cui il tengusembra ereditare anche la pelle vermiglia.
Sempre dallo shintoismo, è tratto un altro dei suoi attributi tipici: un ventaglio fatto di piume o di foglie di Aralia ( Fatsia japonica), che ha il potere di scatenare violente raffiche di vento e tempeste, caratteristica che molti studiosi hanno accomunato al dio distruttore Susanoo [22]
I rokurokubi 轆轤首 sono yōkaiche di giorno presentano fattezze umane. Spesso si tratta di donne dall’aspetto piacevole e dai modi raffinati che, quando cala la notte, si trasformano: il loro collo si allunga a dismisura, cosicché la loro testa può spostarsi liberamente a notevole distanza dal corpo. Molti di questi dèmoni non sanno di essere tali, hanno teste che si aggirano nel profondo della notte, quando i corpi sono addormentati, e si mostrano per lo più a ubriachi o a folli, che la mattina successiva non ricorderanno di averli visti.
Il kirin 麒鱗 è un animale mitologico originario della Cina che ha conosciuto un particolare sviluppo in Giappone, tanto da diventarvi la più potente tra tutte le creature magiche.
Anche il baku 獏 ha origini cinesi, e, proprio come il kirin, presenta un aspetto composito: corpo tozzo come quello di un orso; zampe possenti come quelle di una tigre; coda simile a quella di un toro; pelliccia maculata. Ciò che lo contraddistingue, però, è la lunga proboscide sul muso, che lo rende molto simile a un tapiro, non a caso chiamato baku nel giapponese moderno.
Lo zashiki warashi 座敷わら子, il bambino della stanza con i tatami [30] , è un piccolo yōkai abbastanza diffuso in tutto l’arcipelago giapponese. Dimostra non più di dieci anni e indossa spesso un kimono rosso o bianco. Se si tratta di una bambina, ha capelli lunghi fino alle spalle; se di un maschio, invece, tagliati a paggetto. Si dice che abiti nelle case molto vecchie, in puro stile giapponese, con i tipici tatami e gli shōji [31] di carta di riso, e che odia gli edifici moderni. Durante una delle mie interviste, mi è stato raccontato che lo zashiki warashi decise di abbandonare una casa
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Il kanashibari 金縛りè quella sensazione di soffocamento che si avverte a volte durante il sonno: improvvisamente manca fiato e, per quanto si tenti di reagire, il corpo pare paralizzato.
Yukionna 雪女, la “donna della neve”, sembra essere una personificazione dell’inverno. Appare come una bellissima donna, appunto, dai lunghi capelli corvini e lucenti, e dalla pelle candida, avvolta in uno splendido kimono, anch’esso bianco. La si può incontrare durante le notti di tormenta, in particolare quando la luna è piena, mentre vaga leggera per le distese immacolate, non lasciando impronte.
Nureonna 濡れ女, la “donna bagnata”, abita le coste più inospitali del Giappone settentrionale. Ha lunghi capelli grondanti acqua e un bel volto, ma il corpo è quello di un enorme serpente marino, viscido e ricoperto di squame. Con la lingua biforcuta saggia in continuazione l’aria cercando di percepire le tempeste, che, secondo alcune leggende, ha persino il potere di evocare. È molto temuta perché si nutre dei marinai che riesce a far affogare.
Il quarantanovesimo giorno [35] dopo il decesso, in quella casa si presentò un taglialegna in cerca di lavoro; ma, poiché la sua scure era difettosa, si spezzò e la lama colpì la nuca della donna, dove provocò un taglio profondo. Nonostante le cure, la ferita non accennava a rimarginarsi; addirittura, i lembi di pelle si gonfiarono come labbra, piccole scaglie ossee formarono una sorta di dentatura, e una piccola massa di carne prese la forma di una lingua. Questa orrenda ferita provocava molto dolore alla donna, la quale si rese di poter trovare sollievo solo sfamandola come fosse stata una
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Karekare onna カレカレ女, la “donna che ride sgraziatamente”, è uno yōkai particolarmente curioso. Si manifesta con un fragoroso scoppio di risa femminili che esplode alle spalle di un viandante; quando questi si volta, di fronte a sé vede una donna gigantesca che, nuovamente, esplode in risa sguaiate, spaventandolo a morte.
ashinaga 足長 e i tenaga 手長 sono umanoidi dagli arti spropositatamente lunghi: le gambe dei primi possono raggiungere i 6 m, proprio come le braccia dei secondi.
Gli umibōzu 海坊主, “bonzi del mare”, sono esseri giganteschi, simili alle montagne, che appaiono improvvisamente in mezzo al mare, creando notevoli problemi alla navigazione. Secondo alcuni hanno delle piccole braccia ai lati del corpo; secondo altri, enormi tentacoli; ma tutti concordano sui grandi occhi neri, particolarmente luminosi e ardenti. Solitamente si muovono in gruppi e, se provocati, possono causare veri e propri maremoti; di conseguenza, sono molto temuti dai pescatori.
I nurikabe 塗り壁, “muri intonacati”, hanno l’aspetto di pareti che sbarrano un sentiero. In realtà possono muoversi velocemente ma amano sbeffeggiare i viandanti facendo loro credere di aver imboccato un vicolo cieco. Questi yōkai, quando scelgono una vittima, la perseguitano fino a gettarla nel panico più completo, facendole credere di aver perso irrimediabilmente la strada.