Cuore di tenebra
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Deve affrontare questa verità con la sua vera essenza – con la sua forza innata. I principi non servono. Le acquisizioni, i vestiti, gli abiti eleganti – sono tutti cenci che volerebbero via al primo scrollone. No: hai bisogno di una convinzione solida. Cʼè un richiamo per me in quel bailamme diabolico? Benissimo; lo sento; lo ammetto, ma ho anchʼio una voce e, nel bene o nel male, mio è il discorso che nessuno può zittire.
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sugli argini incombeva una muta immobilità. Gli alberi vivi, legati assieme dai rampicanti, e ogni vivo cespuglio del sottobosco parevano mutati in pietra, sino al ramoscello più sottile e alla foglia più leggera. Ma non si trattava di sonno – sembrava qualcosa dʼinnaturale, come uno stato di catalessi.
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penso che nessuno di loro avesse unʼidea chiara del tempo, come lʼabbiamo noi al termine di innumerevoli ere. Appartenevano ancora agli albori del mondo – non avevano, per così dire, esperienze ereditate che li guidassero)
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un tocco di ridicola vanità che ben sʼarmonizzava con quella sensazione di vivere in un sogno che riempiva allora tutte le mie giornate.
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Un uomo ha bisogno di tutte le proprie forze per combattere correttamente la fame. È molto più facile affrontare il lutto, il disonore e la perdita della propria anima – che questo tipo di fame prolungata.
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Il punto era nel suo essere una creatura di qualità e nel fatto che di tutti i suoi doni quello che spiccava in modo preminente e che si portava appresso il senso di una presenza reale, era la capacità di parlare, le parole – il dono dellʼespressione, il più stupefacente e il più illuminante, il più nobile e il più spregevole, il flusso pulsante della luce o il rivolo ingannevole dal cuore di una tenebra impenetrabile.
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“Assurdo!” gridò. “È questo il peggio per chi sta cercando di raccontare...
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mi sentivo toccato nel vivo dallʼidea di aver dovuto rinunciare allʼinestimabile privilegio di ascoltare il degnissimo Kurtz. Naturalmente sbagliavo. Il privilegio mi stava ancora aspettando. Sì, certo, lo ascoltai più che a sufficienza. E avevo visto giusto. Una voce. Era poco più di una voce.
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Ogni cosa gli apparteneva – ma questo era irrilevante. Ciò che importava era sapere a che cosa appartenesse lui, quante potenze delle tenebre lo reclamassero come proprio.
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Io sono sicuro che uno sciocco non ha mai fatto un patto con il diavolo per la propria anima: o lo sciocco è troppo sciocco o il diavolo è troppo diavolo – non so. Oppure può darsi che siate creature così strepitosamente elevate da essere ciechi e sordi a tutto tranne che alle immagini e ai suoni celesti. In tal caso la terra per voi è solo un luogo di transito – e se questo sia un vantaggio o una perdita non mi azzardo a dirlo. Ma noi in genere non siamo né una cosa né lʼaltra. La terra per noi è un posto dove vivere, dove sopportare immagini e suoni e odori e persino – per Giove! – respirare ...more
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toccò a me alla fine aver cura della sua memoria. Per essa ho fatto tanto da guadagnarmi, se lo volessi, lʼincontestabile diritto di gettarla, perché vi riposi in eterno, nella pattumiera del progresso, fra tutta la spazzatura e, in senso figurato, tutti i gatti morti della civiltà.
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Ma in realtà, vedete, io non posso scegliere. Lui non sarà dimenticato. Qualunque cosa fosse, non era un uomo comune. Aveva il potere, incantandole o spaventandole, di scatenare anime rudimentali in un esasperato sabba in suo onore; sapeva anche riempire le animucce dei pellegrini di amare apprensioni; aveva almeno un amico devoto e aveva conquistato nel mondo unʼanima che non era né rozza né contaminata dallʼambizione.
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lʼintima profondità dellʼocchiata che mi gettò quando rimase ferito mi resta ancora nella memoria – come la rivendicazione di una parentela lontana presentata in un momento supremo.
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sorrisi e cipigli che si rincorrevano sul suo viso aperto come il sole e lʼombra su una piana spazzata dal vento.
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Il suo viso era come il cielo dʼautunno, ora rannuvolato e un attimo dopo luminoso.
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Il fascino lo spronava, il fascino lo manteneva illeso. Non chiedeva alla foresta che uno spazio dove respirare e procedere sempre più avanti. Aveva solo bisogno di esistere e di andare oltre, correndo i massimi rischi possibili e subendo il massimo delle privazioni. Se mai lo spirito dellʼavventura, assolutamente puro, non contaminato da calcoli o da finalità pratiche, ha dominato un essere umano, esso dominava questo giovane pieno di toppe. Quasi gli invidiavo questa modesta e limpida fiamma.
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mai, mai prima dʼallora, quella terra, quel fiume, quella giungla, persino lʼarco di quel cielo sfavillante, mi erano sembrati così disperati e così bui e così inaccessibili al pensiero umano, così spietati con le debolezze umane.
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Odiava tutto questo, ma per qualche motivo non poteva staccarsene.
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I boschi, immobili come una maschera – pesanti come la porta chiusa di una prigione – ci guardavano con unʼaria di segreta consapevolezza, di attesa paziente, di silenzio inaccessibile.
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La foresta tuttavia aveva scoperto da tempo la sua vera natura, e si era presa su di lui una terribile vendetta per la sua fantastica invasione. Credo che gli avesse sussurrato qualcosa di sé che lui ignorava, qualcosa di cui non aveva avuto idea finché non si era consultato con questa grande solitudine – e quel sussurro aveva esercitato un fascino irresistibile. Echeggiava in lui con fragore, perché nel profondo del cuore lui era vuoto...
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ʽNon voglio saper niente delle cerimonie praticate nellʼavvicinarsi al signor Kurtzʼ, gridai. Avevo stranamente avuto la sensazione improvvisa che questi particolari sarebbero stati più intollerabili delle teste lasciate a seccare sui paletti sotto le finestre del signor Kurtz. In fondo questa era solo una scena selvaggia, mentre a me sembrava dʼessere stato trasportato dʼun balzo in qualche oscura regione di orrori sottili, dove la pura e semplice ferocia sarebbe stata un autentico sollievo, essendo – ovviamente – qualcosa che aveva il diritto di esistere alla luce del sole.
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Lo vidi spalancare la bocca – e ciò gli diede un aspetto stranamente vorace, quasi volesse inghiottire tutta lʼaria, tutta la terra, tutti gli uomini che aveva davanti.
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nel silenzio calato allʼimprovviso su quella terra dolente, la foresta sterminata, il corpo gigantesco di quella vita feconda e misteriosa, pareva guardarla pensosa, come se contemplasse lʼimmagine della sua stessa anima tenebrosa e appassionata.
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Avevo i nervi terribilmente tesi da una sorda, schietta paura, da un puro astratto terrore, che non aveva alcun rapporto con forme riconoscibili di pericolo fisico. Ciò che rendeva così insopportabile questa emozione era – come definirlo – lo choc morale che avevo subito, come se qualcosa di totalmente mostruoso, intollerabile alla mente e odioso allʼanima, mi fosse stato spinto addosso senza che io me lo aspettassi. Questo, naturalmente, durò soltanto una minuscola frazione di secondo, dopo di che la consueta sensazione di un concreto pericolo mortale, la possibilità di un assalto improvviso ...more
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Non tradii il signor Kurtz – mi avevano ordinato di non tradirlo mai – era scritto che sarei stato fedele allʼincubo che mi ero scelto.
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ciò che rendeva paurosa la situazione non era la possibilità di prendersi un colpo in testa – anche se ero perfettamente conscio di questo pericolo – ma il dovermi misurare con una creatura a cui non potevo appellarmi in nome di alcunché, superiore o inferiore. Dovevo, proprio come i negri, invocare lui – lui in persona – la sua eminente e incredibile degradazione. Non cʼera niente, né sopra né sotto, e io lo sapevo. Si era liberato a calci della terra. Quel maledetto! Aveva fracassato la terra a calci. Era solo, e io davanti a lui non sapevo se stavo con i piedi piantati per terra o se ...more
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Era però pazza la sua anima. Sola in quella foresta, aveva guardato dentro di sé e, per il cielo! credetemi, era impazzita. Io pure – a causa dei miei peccati, immagino – dovetti subire il tormento di guardarci dentro.
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“Kurtz concionava. Che voce, che voce! Risonò profonda sino allʼultimo. Sopravvisse alle sue forze per nascondere nelle pieghe sontuose dellʼeloquenza la tenebra sterile del cuore.
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ʽOh, ma ci riuscirò a strapparti il cuore!ʼ gridò alla foresta invisibile.
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“La sua era una tenebra impenetrabile. Lo guardavo come voi potreste osservare un uomo che giace in fondo a un precipizio dove non brilla mai il sole.
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“Non avevo mai visto niente di paragonabile al cambiamento che si verificò nei suoi lineamenti, e spero di non vederlo mai più. No, non ne ero commosso. Ne ero affascinato! Come se fosse stato strappato un velo, scorgevo su quel viso dʼavorio lʼespressione di un orgoglio tenebroso, di un potere spietato, di un terrore vile – di unʼintensa e avvilita disperazione. Stava rivivendo la propria vita in ogni suo particolare, di desiderio, di tentazione e di resa, in quel momento supremo di conoscenza totale? Gridò in un sussurro a qualche immagine, a qualche visione – gridò due volte, un grido che ...more
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quel sorriso particolare che suggellava gli abissi inespressi della sua grettezza.
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Rimasi a sognare lʼincubo sino alla fine e a mostrargli ancora una volta la mia fedeltà. Destino. Il mio destino! Che cosa strana la vita – quel misterioso organizzarsi di una logica implacabile per un futile obiettivo. Il massimo che potete sperarne è una certa conoscenza di voi stessi – cui arrivate troppo tardi – una messe di rimpianti inestinguibili. Io ho lottato con la morte. È la competizione meno eccitante che si possa immaginare. Si svolge in un grigio impalpabile, con niente sotto i piedi e niente attorno, senza spettatori, senza grida, senza gloria, senza la grande voglia di ...more
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