osservavo la stazione e gli uomini che vagavano senza meta nel cortile assolato. Mi chiedevo che cosa significasse tutto questo. Vagavano qua e là con quegli assurdi bastoni lunghi in mano, come un gruppo di pellegrini infedeli bloccati da qualche malia entro uno steccato in putrefazione. La parola ʽavorioʼ risonava nellʼaria, la sussurravano, la sospiravano. Si poteva credere che la stessero pregando. Soffiava su tutto un tanfo di cupidigia imbecille, come una zaffata proveniente da un cadavere. Per Giove! Non avevo mai visto niente di così irreale in vita mia. E fuori, la foresta silenziosa
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