“Certo a questo punto non era più uno spazio vuoto. Si era riempito, dopo la mia adolescenza, di fiumi e laghi e nomi. Aveva cessato di essere uno spazio squisitamente misterioso – una macchia bianca su cui un ragazzo poteva sognare la gloria. Era divenuto un luogo di tenebra. Cʼera però un fiume soprattutto, un fiume grande e possente, simile a un immenso rettile, con la testa nel mare, il corpo a riposo che si curva lontano in una campagna sterminata e la coda sperduta nelle profondità del paese.