The Fine Print. Un accordo per due (Dreamland Billionaires, #1)
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«Oddio.» «Che c’è?» Rowan è fermo accanto al bancone all’ingresso. Il suo sguardo di piombo riflesso nello specchio mi infiamma la pelle e gli occhi minacciano di uscirmi dalle orbite. Arrossisco sulle guance, e giro le spalle al tavolo del trucco per nascondere la mia reazione. «Ooh, sei diventata tutta rossa. Succede sempre anche a mia mamma quando arriva papà» afferma Lily con uno scintillio negli occhi. «Mmh.» Che ci fa qui? È venuto a licenziarmi? Lily mi sorprende a fissare il riflesso di Rowan. «Ti piace?» «Sss! No!» Le ripulisco la macchia di trucco sulla guancia. «È un segreto?» ...more
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«Non sarà mica il tuo principe?» Lily mi rivolge un sorriso smagliante. Ritorno alla conversazione con uno scatto. Henry scrolla le spalle. «Staremo a vedere se la porterà nel suo castello.» L’unico castello in cui abita quel tizio si trova all’inferno e non ho alcun interesse a visitarlo. Rowan è il diavolo in persona, con un abito firmato e la personalità abbinata.
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Lo sguardo di Rowan saetta verso il mio, e la sua espressione mi fa avvampare. Quello nei suoi occhi è desiderio struggente o viscerale antipatia? Speriamo che sia il primo, anche se è scontato che si tratti della seconda. Qualsiasi cosa indugi nel suo sguardo sparisce non appena Rowan batte le palpebre, cancellando ogni traccia di emozione.
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Alzo gli occhi al soffitto, gesto che serve soltanto a illuminarle il viso come uno di quei maledetti fuochi d’artificio di Dreamland. Nessuno mi ha mai guardato in quel modo. È strano. Come se fosse sinceramente interessata alla mia compagnia anziché all’idea di strapparmi qualche favore. Sento la pelle pizzicare sotto il peso del suo sguardo.
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Riprendo il contratto e le mie dita sfiorano le sue di proposito. Fra di noi scatta la stessa sensazione assurda di prima, e io rimango interdetto. Zahra, invece, trattiene il fiato e si ritrae, nascondendo la mano sotto gli strati di stoffa del vestito. Interessante. A quanto pare la nostra connessione non era un caso isolato.
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Qualcosa scatta fra di noi. I suoi occhi si incupiscono mentre mi scrutano. Non so se vuole strangolarmi, licenziarmi o sottomettermi scopandomi di santa ragione. «Sei sempre così impossibile?» «Non saprei. Tu sei sempre così stronzo?» Un attimo prima mi incenerisce con lo sguardo e quello dopo le sue labbra si schiantano sulle mie.
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bacia come fa tutto il resto: con meticolosa precisione e misurata potenza. Sono tentata di farlo uscire di testa perché tutta quella rabbia repressa deve pur uscire da qualche parte, e sarei più che felice di offrirmi volontaria come tributo.
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Una vampata di calore mi ribolle nelle vene e mi spedisce un tepore del tutto diverso in direzione del basso ventre. «Quando arrossisci, ti si vedono meglio le lentiggini.» Rowan percorre il profilo del mio naso con la punta incappucciata di una penna rossa. I suoi occhi si spostano dal mio viso alla sua mano, quasi non riuscisse a credere di averlo fatto sul serio. Siamo in due. Mi passo un dito sul naso, dove sento ancora il fuoco del suo tocco fantasma. Datti un contegno.
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«Allora ti capita spesso di baciare i tuoi dipendenti?» La domanda mi scappa di bocca in un sussurro. «Cosa? Certo che no.» Rowan apre e richiude gli occhi un paio di volte, tradendo tutto il suo stupore. I miei muscoli si rilassano. Ah. Quindi, in fin dei conti, potrei anche essere speciale. Il pensiero mi strappa un sorriso.
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«Questo lo prendo io.» «Cosa? Perché?» Torno a sedermi, non sono sicura che le gambe mi reggeranno ancora per molto. «Perché non si sistemerà da solo.» «E lo sistemerai tu?» Qualcosa balena nei suoi occhi. Rabbia? Tristezza? Paura? Non riesco a identificare l’espressione tormentata che gli compare sul viso dacché nessuna di quelle opzioni ha alcun senso. Rowan stringe il foglio in pugno. «No, io non disegno, però conosco qualcuno che lo sa fare.» «Davvero? Hai degli amici?!» Lui batte molto lentamente le palpebre. «Non considero amici i miei sottoposti» dice a denti stretti. Okay, allora. ...more
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Non ho avuto alcuna esitazione quando ho sottratto l’orrido bozzetto di Zahra dal suo ufficio, e nemmeno quando sono andato alla cartoleria più vicina per comprare una confezione da cento matite colorate e un album da disegno. A dirla tutta, la parte più complicata è stata obbligare Martha a prendersi il resto della giornata libera per garantirmi un po’ di privacy. La mia mano, stretta intorno alla matita HB, trema. Col braccio rigido, ne premo la punta sul foglio. La mina si spezza e rotola via, senza lasciarmi nient’altro che un inutile pezzo di legno. «Mi spieghi che cavolo stai facendo?» ...more
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Non rispondo perché, quando ce l’ho così vicina, ho paura persino a respirare.
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Ho accettato di prendere lo stupido bigliettino di Zahra solo perché volevo rabbonirla e risparmiarmi l’imbarazzo di doverle dire di no. Già, certo. Perché, tutto a un tratto, ti sta a cuore la felicità degli altri. Mi trattengo accanto al cestino e fisso il post-it rosa shocking come se potesse decidere del mio destino. Guarda un po’ chi si è messo a credere al destino, stronzo ipocrita e musone che non sei altro.
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Lancio il portafogli sul comodino insieme al bigliettino ormai stropicciato. Prima che possa anche solo pensare di fermarmi, prendo il telefono e aggiungo il numero di Zahra ai contatti nel caso facessi qualcosa di stupido, tipo strappare il post-it in mille pezzi. Nel mio cervello infuria la battaglia nel passare in rassegna i pro e i contro del mettermi in contatto con lei. Che male c’è se le scrivo un messaggio?
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Diversamente, con Zahra l’idea di scriverle sembra significare di più. Più cosa, ancora non l’ho capito, però so che devo stare attento.
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Zahra: Dato che sono a corto di soldi veri e propri, non è che saresti disposto ad accettare le banconote del Monopoly? È ufficiale: devo scoprire da che razza di fatine del bosco sia stata cresciuta, perché mi rifiuto di credere che Zahra sia un prodotto del mondo reale.
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Io: Scusami tanto, ma quanti anni hai? Zahra: AHAHAH. Qualcosa di molto simile al calore mi riempie il petto all’idea di essere riuscito a farla ridere. La sensazione mi strappa un’espressione corrucciata.
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Chiudo la conversazione prima che possa venirmi la brillante idea di dire qualcos’altro. Ho già raggiunto la mia dose di follia quotidiana. Non sono tipo da lasciarsi andare a cose stupide e spontanee come crearsi un’identità fittizia per parlare con qualcuno.
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Sembra quasi che abbia sentito il bisogno di concludere la conversazione su una nota positiva, perché non è altro che un maledetto raggio di sole arrivato a rovinarmi questa giornata perfettamente uggiosa.
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Digito un messaggio prima di potermi tirare indietro e dedicare il mio tempo a qualcosa di più costruttivo. Io: Ti capita spesso di parlare da sola? I puntini di sospensione appaiono e spariscono per due volte prima che arrivi una sua risposta. Non che fossi rimasto ad aspettarla fissando il telefono, ovviamente. Zahra: Beh, facciamo finta che QUELLA conversazione non sia mai esistita. Okay? Okay. Per la prima volta dopo tanto tempo, sento un sorriso spuntarmi sulla faccia prima che abbia la possibilità di soffocarlo.
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Forse ti devi trovare degli amici che sappiano apprezzare il tuo senso dell’umorismo. Amici? Quali amici? Più sali in alto nella scala del successo, più diventa difficile relazionarsi con chi si trova sotto di te. Forse è per questo che mi diverto a parlare con Zahra. Non tanto per lei come persona, più per la possibilità di lasciarmi andare ed essere finalmente me stesso.
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Porca puttana. Quando si tratta di Zahra, è come se non fossi in grado di controllarmi.
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Zahra ha un modo tutto suo di sognare che rischia di darmi dipendenza. Mi fa venire voglia di creare insieme a lei e di aiutarla a dare vita alle sue idee attraverso i miei disegni. E basta già questo a spaventarmi a morte.
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«Tieni. Mi hanno chiesto di portarti questo.» Lei me lo toglie subito di mano con dita impazienti. La sua espressione si trasforma in qualcosa di completamente diverso mentre esamina il foglio, e il sorriso che le spunta sul volto mi fa sentire come se stessi fissando il sole: uno spettacolo meraviglioso e abbacinante insieme. Ho un incendio in corpo, un calore che parte dal collo e si propaga verso il mio uccello. Com’è possibile che le basti un singolo sguardo per farmi sentire così?
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averne diciotto. Scott: Sei unica. Io: Unica è il mio secondo nome. Scott: Che ne è stato di Assurdamente Fantastica? Sento una fitta al cuore, come se Scott lo tenesse stretto in pugno. Io: Te ne sei ricordato. Scott: Non è difficile, sei un libro aperto. Io: Forse allora dovrei farmi desiderare. Dopo qualche minuto che scorre senza ricevere risposta, appoggio la testa sulla scrivania. L’ho messo in fuga al primo segnale di interesse. Il cellulare emette una vibrazione. Scott: Fa’ pure. Sono patologicamente competitivo. Scott: Ma stai tranquilla, alla fine vinco sempre io. Uno sciame di ...more
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Zahra: L’unica cosa che posso dire è che quando si chiude una porta, di solito è perché qualcuno te l’ha sbattuta in faccia. Io: Mi pare che il modo di dire sia un tantino diverso. Zahra: Mi piace dare un tocco personale alle cose. Io: L’ho notato. Così come ho notato tanti altri dettagli su di lei che probabilmente non avrei dovuto. Questo mi impedisce forse di continuare la nostra conversazione? Dovrebbe, però non è quello che succede. Mi costringe a spegnere il telefono e abbandonarmi al sonno? Nemmeno per sogno. Al contrario, le tengo compagnia mentre elabora la sua idea un messaggio dopo ...more
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Mi passo una mano sul sorriso che esiste solo grazie a lei.
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Trascorro la mezz’ora successiva ad assecondarla perché sono curioso di capire dove la porterà il suo spirito creativo. Non c’entra il modo in cui la sua passione mi accende uno strano calore nel petto. Proprio come la nostra conversazione non ha niente a che vedere con l’esplosione di energia che si impadronisce di me mentre tiro fuori quella dannata tavoletta grafica che non mi ha causato altro che problemi per tutto il pomeriggio. No, davvero niente a che vedere.
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Ogni strisciolina di carta include l’indirizzo di dove si terrà la riunione e un numero di telefono che conosco molto bene. Mi sento bruciare dappertutto all’idea che tutti abbiano accesso al contatto di Zahra. Di dieci striscioline, ne manca solo una. Potrei controllare i filmati delle telecamere di sorveglianza e scoprire chi l’ha presa, tuttavia sarebbe un comportamento eccessivo persino per me. Chi potrebbe essere stato? Non è che questo posto brulichi di giovani Creatori che potrebbero avere interesse a frequentare Zahra. Anche se, in effetti, ho beccato un biondino della squadra Beta a ...more
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«Per curiosità.» «Su mia sorella?» domanda, il sorriso sempre più largo. «Sull’incontro. Avevo il sospetto che Zahra stesse organizzando un colpo di stato contro di me.» Ani ridacchia. «Non ti preoccupare. Il tuo segreto è al sicuro con me.» «Quale segreto?» «Che volevi vedere mia sorella» dice lei con voce cantilenante. Le sgraffigno il pasticcino. «Questo lo prendo io come pagamento.»
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Le rare volte in cui è Scott a scrivermi senza aspettare un mio messaggio, mi sento sempre travolgere da un’ondata di euforia. E stamattina gli basta un niente per mandare in tilt il mio misura-felicità. Scott: Ho visto questo e ti ho pensata. Il cuore mi galoppa nel petto, tradendo esattamente il mio stato d’animo all’idea di Scott che mi pensa. Apro il link del test di Buzzfeed che mi ha mandato. Un questionario dal titolo: A quale personaggio di Orgoglio e pregiudizio assomigli? Sono talmente in estasi che per poco non cado giù dalla sedia. È impossibile che gli sia capitato sottocchio per ...more
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Io: Ne hai tratto qualche conclusione? La sua risposta è immediata. Scott: Sì, che sei pazza come pensavo. Scott: Ma pazza in modo quasi affascinante. In altre parole, detto da lui, è praticamente un complimento.
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«Non esiste, quindi qualsiasi cosa tu stia escogitando, piantala.» «Non sto escogitando niente.» «Ma se lo tiri in ballo tutte le volte che parliamo!» Ani sorride. «Perché mi piace.» «Questo non significa che debba piacere anche a me.» «A te piacciono tutti!» Trasalisco. «Lui no, invece.» «Già, certo. Arrossisci tutte le volte che ti guarda.» «Non è vero!» Ani mi dà una spintarella sulla spalla. «Sì, che è vero!» «E comunque perché continui a fissarmi come una maniaca?» «Perché è divertente. Anche Rowan è tutto agitato.» «Ah, davvero?» Do la colpa a mia madre per aver insegnato ad Ani a ...more
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Trattengo il fiato quando la palla si abbatte sui birilli centrali, facendone volare via alcuni e rotolare altri in ogni direzione. Cadono tutti quanti, e una X rossa si illumina sopra il piano ormai sgombro. Caccio un urlo e corro da Rowan, impegnato a fissare i birilli che ho buttato giù. «Ce l’ho fatta! Ce l’ho fatta!» Gli passo le braccia intorno alla vita e lo sento paralizzarsi. Malgrado la musica a tutto volume e il rumore dei birilli che cadono, il battito impazzito del suo cuore non può sfuggirmi. Rowan tiene le braccia incollate lungo i fianchi come se nessuno gli avesse insegnato a ...more
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distanza con una semplice occhiataccia. «Com’è che parli sempre di tua sorella?» Ani si sistema un ricciolo castano dietro l’orecchio. «Perché voi due vi piacete.» «E come saresti arrivata a questa conclusione?» Riesco a mantenere un tono di voce tranquillo, malgrado sia sempre più interessato. «Perché Zahra ti guarda come se volesse diventare la madre dei tuoi figli.»
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«Però è vero che Zahra ti sorride sempre» aggiunge con tutta la dolcezza e l’innocenza del mondo. «Zahra sorride a tutti» borbotto sottovoce. «E tu come lo sai?» Merda. Sembra una domanda innocua, eppure rivela tutta l’attenzione che presto a Zahra. E, a giudicare dal suo sorriso, probabilmente se n’è accorta anche Ani. «È difficile non notarlo.» «Ma che tenerezza!» strilla lei. «Lo sapevo!» «Sapevi cosa?» «Che è vero che ti piace mia sorella.» «Non ho detto questo.» «No, ma hai sorriso.» Beh, porca miseria. Non me ne ero reso conto. Vedi di controllarti. «Tutti sorridono.» Ani si limita a ...more
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Una risata mi gorgoglia su per la gola e l’afflusso di ossigeno mi fa bruciare i polmoni. Zahra sorride. «È un vero peccato che tu non rida più spesso.» Non è che abbia molti motivi per ridere. Do uno strattone alla cravatta, ne allento il nodo intorno al collo. «Non ti ci abituare.» «Non mi permetterei mai. In un certo senso mi piace che sia una rarità, la rende una cosa ancora più speciale.» Il suo sorriso è contagioso, tanto che gli angoli delle mie labbra si sollevano in risposta. Nessuno mi aveva mai detto che la mia risata è speciale. Che diavolo, non penso di essere mai stato ...more
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Chi si è comportato male? Dobbiamo cercare il suo indirizzo HP? Zahra: Ahah, molto divertente. Stai pensando di ampliare i tuoi talenti al settore degli hacker? Io: Per te, potrei anche farci un pensierino. E non lo dico tanto per dire. Sono sempre stato orgoglioso della mia capacità di rimuovere la componente emotiva dalle decisioni aziendali.
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Scrivo un’e-mail al responsabile della contabilità di Dreamland per richiedere un bonus. «Che sta facendo?» domanda Martha in un sussurro. Giro lo schermo per lasciarle leggere il messaggio. «La ritenga una gratifica natalizia.» «Ma siamo a ottobre.» Martha si infila gli occhiali da vista e rimane a bocca aperta. Poi rovescia gli occhi all’indietro e sviene. Cazzo. Ecco perché non faccio mai cose carine per nessuno.
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«Quanti siete?» «Solo io» dico, proprio mentre Rowan risponde: «In due». L’addetto sposta il peso del corpo da un piede all’altro. «Mmh, vi pregherei di darvi una mossa. Il veicolo sta per ripartire.» Scatto in avanti e prendo posto sul piccolo sedile. Il sangue mi martella nelle tempie quando Rowan scivola accanto a me e tira giù la barra di sicurezza, intrappolandoci sul veicolo. «Mi spieghi perché non mi vuoi lasciare in pace?» domando rauca. «Vorrei saperlo anche io» ribatte lui, la voce talmente bassa da indurmi il dubbio di essermi inventata ogni cosa. Malgrado tutto, l’idea che Rowan ...more
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«Se ti allontani ancora un po’, finirai per cadere di sotto e farti del male» mi rimprovera, sovrastando i suoni spettrali che animano il castello. «Non avevi detto che non ti importava di me?» «Mmh. Forse che cazzo me ne frega non è più il mio mantra della vita.»
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«Qual era l’attrazione preferita di tua madre?» «Tutte» risponde con un sorriso che però non gli raggiunge gli occhi. Allungo una mano e gli afferro il pugno chiuso. Non so bene cosa stessi cercando di fare. Consolarlo? Rincuorarlo? Che idea assurda, Rowan non ne ha alcun bisogno. Ritraggo la mano, ma Rowan l’afferra e la tiene ferma contro la barra. La carezza del suo pollice sulle nocche mi spedisce una scintilla lungo il braccio. Rimango senza fiato, dopodiché Rowan si stacca da me e lascia la presa.
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sono il ritratto dell’eleganza, mentre Rowan è pallidissimo e con gli occhi che minacciano di uscirgli fuori dalle orbite. E, cosa più assurda di tutte, mi tiene un braccio incollato sulla pancia, come per proteggermi. È un pensiero proprio carino, e voglio conservare la foto per essere sicura di non dimenticarmene mai. Mi affretto a tirare fuori il portafoglio dallo zaino, ma prima che abbia il tempo di contare i soldi, Rowan passa una banconota frusciante al commesso da sopra la mia spalla.
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Arrivederci!» Lo saluto con un gesto svolazzante della mano e mi allontano a passo di carica per seminarlo. Rowan mi segue, colmando la distanza senza nemmeno riprendere fiato. «Vengo con te.» «Ma perché?» domando lamentosa. «Semplice, ti trovo interessante.» Rowan è l’unica persona capace di farmi palpitare il cuore definendomi interessante.
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«Potrei fare e rifare il giro un miliardo di volte e non mi stancherei mai.» Rowan alza un sopracciglio. «Un miliardo di volte?» «Eccome! Non ti fa sentire vivo?» Il nostro veicolo si ferma nella stazione di discesa. Rowan fa un elegante gesto con la mano, e l’imbracatura protettiva rimane ferma al suo posto. «Mmh. Che succede?» Tutti gli altri passeggeri scendono, e invece noi rimaniamo seduti. Rowan indirizza a qualcuno un altro cenno della mano e il veicolo riparte, vuoto a eccezione di noi due. «Perché un’altra volta?» domando a voce alta per farmi udire al di sopra degli ingranaggi che si ...more
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Tutto ciò cui mi sono sottoposto oggi è stato solo per i dolci sorrisi e le delicate risatine di Zahra. Zahra che ha lo stesso magnetismo del triangolo delle Bermuda, mentre io sono solo un aereo che ha smarrito la rotta ed è alla disperata ricerca di un luogo in cui atterrare.
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un’altra diavoletta le viene incontro a tutta velocità, e stavolta ho la prontezza di strattonarla verso di me per evitare che la bimba possa falciarla. Le mani di Zahra mi finiscono sul petto e i suoi occhi prendono in ostaggio i miei. Sembra che il suo posto sia sempre stato qui, fra le mie braccia, e sono quasi tentato di tenerla al sicuro al mio fianco, dove posso proteggerla da tutte le cose brutte del mondo, incluso il sottoscritto. Non so cosa mi sia preso, so solo che Zahra mi intriga. Il vento le scompiglia i capelli, soffiandole una ciocca sul viso, e io gliela sistemo dietro ...more
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Quello che ero in sua compagnia è lo stesso uomo che sono ancora oggi, e farò in modo che Zahra non abbia motivo di dubitarne. Dopotutto, è la prima persona per cui abbia mai abbassato almeno in parte le mie difese. Dal momento che nemmeno i miei fratelli mi conoscono come mi conosce lei, non intendo arrendermi solo perché Zahra mi ha messo in difficoltà.
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«Diciamo, in via del tutto ipotetica, che qualcuno abbia fatto un torto a tua sorella.» «Oh, no.» Ani si porta una mano alla testa. Io mi giro sulla panchina per guardarla meglio in faccia. «Cosa?» «Quindi è colpa tua?» «No.» E invece sì. Ma lei come fa a saperlo? «Lo avevo capito che era successo qualcosa!» Ani salta su e inizia a camminare avanti e indietro. Mi inalbero subito. «Che vuoi dire?» «Non è venuta a cena da noi, e Zahra salta gli appuntamenti di famiglia solo se è triste o malata.» Porca puttana. Questa era proprio l’ultima cosa che volevo. «Ho combinato un casino.»
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«Quindi ti piace disegnare?» La forchetta gli cade sul piatto con un gran fracasso. Accidenti, sono o non sono la regina delle quattro chiacchiere? Sorrido tenendo gli occhi fissi sul mio cibo, perché mettere Rowan a disagio è diventato il mio passatempo preferito di stasera. Lui riprende la forchetta e la gira nei noodle. «Amavo disegnare.»
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