La lunga vita di Marianna Ucrìa in Reading Challenges

Mar 11, 2011 Ardesia rated it it was amazing

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Sublime.
Una lunga poesia travestita da romanzo che va a toccare le corde più celate e vibranti dell'animo femminile.
E non si tratta soltanto della rappresentazione della situazione delle donne di una determinata classe sociale nella Sicilia settecentesca, ma di sentimenti universali che travarcano il tempo e lo spazio: l'essere figlia, moglie, madre, amante; vedere la propria vita che si dipana inarrestabile fra ricordi, desideri, misteri e rimpianti; lo sprofondare in universi propri e l'essere ...more

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Apr 15, 2016 Pitichi rated it it was amazing · review of another edition

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Un capolavoro italiano

Mi capita raramente di leggere libri che narrano di epoche e personaggi lontanissimi dalla mia realtà e di riuscire ad immedesimarmi, come se si trattasse di un mondo a me familiare. E' successo leggendo La lunga vita di Marianna Ucrìa, che mi ha catapultata nella seconda metà del Settecento in compagnia di una donna sordomuta, personaggio inusuale per la letteratura. Si è trattato di un viaggio entusiasmante, guidata dalle sensazioni di una donna colta, forte, sensibile e Un capolavoro italiano

Mi capita raramente di leggere libri che narrano di epoche e personaggi lontanissimi dalla mia realtà e di riuscire ad immedesimarmi, come se si trattasse di un mondo a me familiare. E' successo leggendo La lunga vita di Marianna Ucrìa, che mi ha catapultata nella seconda metà del Settecento in compagnia di una donna sordomuta, personaggio inusuale per la letteratura. Si è trattato di un viaggio entusiasmante, guidata dalle sensazioni di una donna colta, forte, sensibile e capace di intuire le inclinazioni più recondite dei suoi interlocutori, quasi fosse capace di leggere nel pensiero.
Marianna non può parlare, non può spiegarsi se non scrivendo su dei pezzetti di carta: forse proprio per questo motivo si sente più in sintonia con il popolo, con le persone umili e ignoranti, analfabete, che, pur non riuscendo a leggere e a scrivere, sono in grado di farsi capire con gesti e sguardi di quella naturalezza spontanea che manca ai nobili del suo rango.
Dacia Maraini affresca con minuzia di particolari la società aristocratica siciliana dell'epoca, attraverso la genealogia della famiglia dei duchi Ucrìa; Marianna è quasi la pecora nera, la nota stonata, la moglie indipendente che osa ribellarsi al marito e che sa prendere in mano le redini della propria vita.
A prima vista ha un atteggiamento dimesso, rinunciatario e arrendevole, come si confa alle donne, cui è richiesto di rispettare i rapporti di potere e la rigida gerarchia che antepone il volere dell'uomo a quello della donna. Capiamo subito, però, che Marianna è energica, sprizzante di vita, desiderosa di fare esperienze nuove, proprio come quelle che legge ogni giorno nei libri.
L'intera sua vita è stata segnata da un dramma terribile che, solo in età adulta, avrà il coraggio di ricordare; sarà questa scoperta a donarle una nuova prospettiva e a darle nuova linfa per proseguire e attuare i suoi sogni.
L'unico aggettivo che mi sembra corretto per definire questo romanzo è fantastico: La lunga vita di Marianna Ucrìa è una poesia in prosa, un'epica della speranza, un entusiasmante coro di voci dialettali e di usanze ormai lontane. Un capolavoro che mi ha fatto battere il cuore e commuovere, trasmettendomi delle vibrazioni delicate, quasi magiche.

La mia recensione completa su http://librisucculenti.blogspot.it/20... ...more

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Apr 28, 2019 Elena rated it liked it · review of another edition

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Recensione del blog Life is like a wave who rises and falls

Primo libro che leggo della Maraini e vi dico subito che è stata una lettura che mi è piaciuta anche se non è tra le migliori dell’anno.

La storia di Marianna si svolge nella Sicilia della prima metà del ‘700 e l’autrice dipinge in maniera vivida e realistica la società e la condizione delle persone in quel tempo. Le poco più che bambine dovevano sposarsi con dei matrimoni combinati oppure le meno “promettenti” venivano mandate in convent Recensione del blog Life is like a wave who rises and falls

Primo libro che leggo della Maraini e vi dico subito che è stata una lettura che mi è piaciuta anche se non è tra le migliori dell’anno.

La storia di Marianna si svolge nella Sicilia della prima metà del ‘700 e l’autrice dipinge in maniera vivida e realistica la società e la condizione delle persone in quel tempo. Le poco più che bambine dovevano sposarsi con dei matrimoni combinati oppure le meno “promettenti” venivano mandate in convento; c’era ancora la servitù; le donne servivano solo per le alleanze matrimoniali e per fare figli.

La scrittura della Maraini è molto bella: ci sono pagine e pagine bellissime, di frasi stupende, ricche di significato, descrive gli odori e le immagini in una maniera pazzesca. Però non è un romanzo che ho sentito vicino. Non so come spiegarmi bene, però la bravura della Maraini c’è e si vede, ma la storia, la trama non mi ha presa. Ecco il perché di tre stelle.

Molti pensano che un romanzo così si apprezza con l’età matura (intendo dagli -anta in su) e non so se è così, forse sì. Forse per apprezzarlo veramente e per sentirmi parte di Marianna dovrò rileggerlo tra venti o trent’anni. Ora come ora non mi sono comunque pentita di averlo letto.

Dal mio punto di vista Marianna è muta perché dopo l’abuso che ha subito da piccola è rimasta giustamente scioccata: il signor zio marito l’ha segnata a vita, in tutti i sensi, dall’inizio alla fine del libro. Marianna però è anche sorda: sorda perché in più occasioni si può cogliere una critica alla Sicilia, alla mentalità ancora chiusa e ristretta che c’è, all’attaccamento ancora così forte a quelle tradizioni che oggi sembrano molto, troppo arretrate. Alla fine Dacia esorta le donne siciliane a uscire da quel guscio, a rendersi conto delle loro reali capacità. Marianna idealizza eccessivamente il padre, forse anche a causa della mancanza di un affetto profondo con la madre e anche questo la porterà a restarne segnata.

Marianna si potrebbe definire uno dei primi esempi di femministe non militanti: col suo amore per la letteratura, che l’ha resa una mente colta, raffinata e più intelligente di molti altri, capisce che le donne possono molto, ma allo stesso tempo non fa nulla per cambiare le cose, né verso i contadini che lavorano per lei, né soprattutto con i figli e le figlie perché non pensa a fornirgli un’istruzione adeguata.

Marianna alla morte del signor zio marito è una donna ricca e potente e rinasce dalla perdita di quel legame così stretto anche se freddo e distaccato e nell’ottica dell’Italia del 1700 un finale come questo non mi sembra adatto. Dacia lascia una speranza che è giusto che ci sia nel finale di un libro, ma che non mi sembra in linea con la storia proprio perché è talmente realistica che sarebbe potuta succedere veramente. Un finale così non mi sembra reale.

Due cose che mi sono piaciute molto sono che Marianna, nonostante i suoi handicap ha sviluppato una capacità: sentire i pensieri di alcune persone ed è proprio in queste righe che ci sono i momenti più simpatici e divertenti del libro. L’altra cosa è che Marianna ha un cassetto o una scatola, non ricordo, in cui conserva tutti i bigliettini più belli e sarebbe bellissimo se anche noi potessimo conservare le frasi più significative di alcune conversazioni importanti o di quando le persone che amiamo ci dicono quanto siamo importanti per loro. Al posto delle fredde foto sui socials che spesso vengono condivise per puro esibizionismo perché distruggiamo la nostra privacy senza neanche rendercene conto o delle fotografie sul cellulare che poi magari vanno perse, se avessimo una scatola in cui poter estrarre un bigliettino e rivivere un momento e una conversazione sarebbe stupendo. ...more

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