Castelli di rabbia in Reading Challenges

Aug 14, 2017 Tuco rated it really liked it

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“Castelli di rabbia”, primo romanzo di Baricco, è un libro davvero notevole sotto più punti di vista tanto da essere sorprendente. Ricordo di quando lessi “Novecento”, un libriccino che è un monologo (da cui poi venne tratto il famoso film), e già allora rimasi affascinato dall’originalità della storia come pure dalla difficoltà, immagino, tecnica nel riuscire a raccontare una storia così bella, surreale e avvincente per mezzo di un monologo. Tornando a “Castelli di rabbia”, l’entusiasmo non può “Castelli di rabbia”, primo romanzo di Baricco, è un libro davvero notevole sotto più punti di vista tanto da essere sorprendente. Ricordo di quando lessi “Novecento”, un libriccino che è un monologo (da cui poi venne tratto il famoso film), e già allora rimasi affascinato dall’originalità della storia come pure dalla difficoltà, immagino, tecnica nel riuscire a raccontare una storia così bella, surreale e avvincente per mezzo di un monologo. Tornando a “Castelli di rabbia”, l’entusiasmo non può che rinnovarsi e crescere – sì perché qui ci troviamo di fronte ad un qualcosa di completamente nuovo e originale, nella forma e nel contenuto – constatando con gioia che la struttura del testo è tipica del realismo-magico, metodo narrativo che deve la sua fama principalmente a Garcia Marquez; una forma che ho ritrovato molto raramente, forse perché è uno stile, quello del realismo-magico, caratteristico dell’America Latina (altro esempio stupendo e magistrale si ritrova ne “La casa degli spiriti”, primo romanzo di Isabel Allende). Baricco, con una sicurezza solitamente imputabile all’esperienza, costruisce una storia appassionante che è una sinfonia di voci intonate intorno ad una musica centrale che le accomuna; ogni pagina è pregna di fantasia e originalità, sia negli argomenti ma anche, e soprattutto, nello stile: ogni frase è costruita con accuratezza, incastonata perfettamente al suo posto senza mai eccedere né stonare, spesso e volentieri lo stile è delicato e poetico (tale forma poetica viene adoperata per un fine narrativo ben preciso mi pare), a volte invece il capitolo si apre con dialoghi senza alcuna introduzione o con frasi brevi o scambi epistolari. Vi sono inoltre sparse, qua e là, volute ripetizioni di frasi belle e apparentemente futili; tuttavia quest’eco, questa ridondanza, che si riaffaccia sporadicamente scandisce il testo quasi tenesse un tempo, riuscendo così a descrivere piccole sfumature di personaggi o situazioni altrimenti perse nel testo. “Castelli di rabbia”, grazie allo stile del realismo-magico con sfumature poetiche, trasmette magia, spensieratezza e leggerezza con le sue storie straordinarie e i suoi personaggi bizzarri, stralunati, accumunati tutti da una vena di follia che li fa vivere al confine tra realtà e fantasia, tra il possibile e l’impossibile, tra il reale e il magico. ...more

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Feb 06, 2016 Arianna Gherardini rated it liked it · review of another edition

"I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto. Così, alle volte, vale la pena di non dormire pur di star dietro a un proprio desiderio. Si fa la schifezza e poi la si paga. E solo questo è davvero importante: che quando arriva il momento di pagare uno non pensi a scappare e stia lì, dignitosamente, a pagare. Solo questo è importante." ...more

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