From the Bookshelf of Reading Challenges…

Aveva scavato intorno a sé una trincea di nome Alexander e non poteva privarsene. Ormai viveva per quell’unica ora che passava con lui, la sera, quell’ora che la proiettava nel futuro, in un turbine di sentimenti appena sbocciati che non riusciva né a esprimere né a capire. Amici che camminano alla luce del crepuscolo.
Da lui poteva avere solo questo, ma non pretendeva niente di più. In quell’unica ora alla fine di una lunga giornata, senza fiato e col cuore che batteva all’impazzata, si sentiva

Aveva scavato intorno a sé una trincea di nome Alexander e non poteva privarsene. Ormai viveva per quell’unica ora che passava con lui, la sera, quell’ora che la proiettava nel futuro, in un turbine di sentimenti appena sbocciati che non riusciva né a esprimere né a capire. Amici che camminano alla luce del crepuscolo.
Da lui poteva avere solo questo, ma non pretendeva niente di più. In quell’unica ora alla fine di una lunga giornata, senza fiato e col cuore che batteva all’impazzata, si sentiva felice.

La domanda sorge spontanea: perché, dopo più di dieci giorni che l’ho finito, mi ritrovo solo oggi – una domenica notte in cui piove a dirotto, con tanto di tuoni e fulmini, in cui sto preferendo una pagina di Word al libro di letteratura in preparazione al compito di domani – a scrivere questa recensione? La recensione di un libro che ha benedetto l’inizio di un nuovo anno di letture? La risposta potrebbe corrispondere alle più svariate sfumature di grigio fra il bianco (:mi è piaciuto troppo) ed il nero (:mi ha lasciato troppo sconvolta).

Sono passate due settimane e non ancora smetto di pensarci. Non ancora smetto di pensare alla storia d’amore e di guerra della Russia, di Alexander, di Tatiana e della sua famiglia. Ci penso prima di dormire, durante le ore di storia e di filosofia, mentre leggo libri di altre storie d’amore che non raggiungeranno mai quella perfezione… e so che il dolore che provo per Il Cavaliere d’Inverno lo proverò e lo provo solo per pochi libri in tutta la mia vita.

Mentre lo leggevo sapevo con certezza che gli avrei dato tutte le stelline di GR e tutte le stelle del firmamento – le più piccole, le più grandi, le più colorate, le meno luminose – e che comunque non sarebbero bastate. Finirlo mi ha lasciata vuota e mi ha ricordato sensazione che, fino ad ora, avevo provato solo con un altro libro: amore puro, tristezza, un pianto vero, che esce dagli occhi e dalla bocca, dai pensieri più innocenti ai più malevoli.

Dovevo prendermi il giusto tempo per scrivere una recensione perfetta e mettere in ordine le emozioni, emozioni che non sono ancora andate via e sono tuttora tumultuose dentro me, come i lampi e le saette che stanno squarciando il cielo in questo momento fuori dalla mia finestra.

Shura, tu sei le mie notti, i miei giorni, ogni mio pensiero. In un attimo sarai lontano e io sarò di nuovo integra. La mia vita continuerà e un giorno amerò qualcun altro. Ma ho perso per sempre la mia innocenza.

Paullina scrive Il Cavaliere d’Inverno mettendoci dentro tutto ciò che ricorda della sua terra, la Russia, la cultura della sua casa, i ricordi di tutte le guerre e delle tragedie che i suoi nonni hanno passato e le hanno raccontato, e lei le racconta a sua volta a noi, e ci spezza il cuore nel modo in cui lo fa.

Chi non ha mai fantasticato, almeno una volta, a vivere una delle storie che i nostri nonni ci hanno sempre raccontato su quel periodo? Le bombe che venivano lanciate di notte, l’oltrepassare ancora e ancora del fronte, l’arrivo degli americani e della cioccolata… io ho sempre provato una certa attrazione verso gli anni ‘30/’40, sia per le cose brutte quali la guerra e la mente chiusa degli abitanti dell’epoca, sia per quei magnifici abiti e la letteratura.

La Simons inizia la sua storia una mattina del ’41, quando i tedeschi invadono l’Unione Sovietica anche se Stalin aveva stretto un patto con Hitler. Ecco, immaginiamo e sentiamo sulla nostra pelle la paura ed il terrore di chi era convinto di essere al riparo dalla guerra. Questo è ciò che gli adulti ci hanno trasmesso, ma Tatiana, la nostra eroina diciassettenne, riesce a sentire solo un’eccitazione profonda: lo scappare, il seguire imprese di uomini valorosi… eppure tutto finisce in frantumi quando suo padre decide che lui, insieme a sua moglie, ai suoi suoceri ed alle sue due figlie femmine rimarrà lì a casa, ritendendola più sicura, e manderà l’unico figlio maschio in campeggio, posto che ritiene ancora più sicuro.

In quella domenica d’estate, in quelle poche ore, per Tatiana cambia tutto, e non per via delle guerra che, a quanto pare, raggiungerà anche casa sua. La guerra è l’ultima cosa di cui Tatia si preoccupa. Suo padre ha un compito per lei: andare a cercare cibo mentre gli altri membri della famiglia sono occupati a racimolare i propri risparmi prima che le banche chiudano.

Ma lei si attarda. Si attarda sempre più alla lunga nel pomeriggio per leggere delle storie, dei libri che lei adora. E quando esce, nel suo paese trova tutto chiuso, tutto vuoto o tutto affollato da lunghe file davanti ai portoni. Aveva indossato il suo abito più bello, aveva messo le scarpe alte di sua sorella più grande perché non aveva mai avuto la possibilità di farlo: di sentirsi libera in questo modo, seppur circondata dalla guerra. Cielo, è così tranquilla che va lì, alla fermata dell’autobus, e si prende persino un gelato, mangiucchiandolo aspettando che arrivi il momento di partire. Lì tutto cambia, per davvero.

Chi di noi pulzelle riesce a resistere al fascino della divisa? Chi di noi non ha mai immaginato una storia d’amore con un soldato, un militare, qualcuno con le capacità e il coraggio di salvare il mondo? Alexander fa la sua entrata dall’altro lato della strada, con la sua meravigliosa divisa e il suo meraviglioso sorriso, scorge Tatia da lontano con i suoi occhi avidi, occhi che non la lasceranno mai più e che non la guarderanno mai in un modo diverso.

Alexander e Tatiana si incontrano, parlano, si aiutano, lei vede la speranza di un amore e lui la speranza di una salvezza. Non è certo una novità vedere soldati in giro per Leningrado, dice Paullina, e la sua conoscenza di ogni singolo particolare storico e pratico del suo Paese ci sconvolge sempre di più durante la lettura – mai mi era capitata una scaltrezza simile in una scrittrice. Alexander non somiglia per nulla ad un normale soldato sovietico, è più alto, più scuro e più bello, ed è tutto ciò che Tatia ha sempre cercato seppur non lo sapesse.

Ma ecco la prima bomba lanciata: se pensate che le tragedie in questo libro sia la guerra, la paura di non ritrovarsi e di morire, allora, in parte, vi sbagliate. Tatia torna a casa dopo la sua escursione e porta dietro di sé le sue provviste e i due soldati che l’hanno aiutata per fargli avere un giusto ringraziamento anche dai suoi genitori.

Poi il suo intero sogno d’amore le crolla davanti agli occhi. Sua sorella entra, vede Alexander, e lo riconosce come l’uomo che ha conosciuto la sera prima e di cui si è follemente innamorata. Tatiana, da quel momento, non dovrà più combattere per lei, ma per sua sorella e l’uomo che ama: lei è sua sorella maggiore, l’unica che le abbia mai voluto davvero bene nella famiglia dove era considerata solo un’altra inutile bocca da sfamare, non può farle questo, non può toglierle l’unica cosa che la rendeva felice, a quei tempi soprattutto.

Eppure, in qualche modo, loro non rinunciano, Alexander combatte in tutti sensi insieme a lei per arrivare anche solo a fine giornata e passare una misera ora insieme. Si incontrano sempre, ed i fine settimana li passano insieme. Lei sopporta in silenzio il suo cuore che si spezza man mano che lo guarda con sua sorella, dopo aver spinto lei stessa a non farle mai del male, e lui sopporta stringendo i denti la sua lontananza. Ma il loro amore cresce, e cresce, e cresce.

«Sono un soldato dell’Unione Sovietica.
Potrei morire da un momento all’altro in mille modi diversi.
Questo potrebbe essere l’ultimo minuto che passiamo insieme.
Non vuoi condividerlo con me?»
«In questo momento vorrei solo infilarmi a letto…»
«Si… a letto con me.»

Come se la guerra non bastasse, come se il terrore della morte e delle mille cose peggiori che ci sono in mezzo, la Simons ci descrivere altri ostacoli, fra cui quello fra Alexander, il nostro Shura, e la sorella di Tatiana è solo quello più frivolo. Ma riescono a superare tutto. Paullina passa da una commedia ad una tragedia, e da quest’ultima ad un’idillio, solo per poi ricondurci ad un altro dramma. È una montagna russa mortale su cui saliamo non appena aperta la prima pagina di questo libro.

Sono tante pagine, ma non pesano nemmeno un po’. Se prendete il libro in mano, digitale o cartaceo che sia, non sentirete il peso delle pagine sovrapposte o dei kb in esso rinchiusi, ma sentirete il peso del dolore, della felicità, dell’odio, della paura, dell’amore, dei segreti e delle storie vissute dagli eroi che state per conoscere e di cui state per innamorarvi.

La scrittura è semplice, senza pretese, pratica e scorrevole. Triste. Appassionata. Non mentirò dicendo di non aver desiderato altre pagine, altri capitoli ed altri paragrafi con Tatiana ed Alexander, con la storia dell’inizio e dell’evolversi delle loro vite insieme al loro amore, ma mai del loro concludersi.

L’ho aperto ed ho risvegliato vecchie ferite e ricordi in altri che lo avevano già letto. L’ho iniziato ed ho pianto. L’ho finito e gli altri mi hanno consolata. L’ho chiuso ed il suo ricordo non ancora riesce ad abbandonarmi, e prego perché non lo faccia mai.

L’amore, l’ira ed il senso protettivo di Shura è tutto ciò che possa cercare in un uomo, ora che l’ho conosciuto. La forza, la testardaggine e la tenerezza di Tatia è tutto ciò che desidero essere quando e se, un giorno, mi ritroverò davanti a delle difficoltà e dovrò combattere.

Non tremerò né indietreggerò, non abbasserò la testa. Troverò il modo di alzare gli occhi, di non lasciare entrare niente. Eccetto te, Alexander.

Ora, dimmi, cosa stai facendo? Stai leggendo questa recensione indeciso se leggere questo libro o no? Se è sulla mensola della libreria o davanti a te e ti sta fissando, be’, prega che tu non lo abbia fatto aspettare troppo. Sei indeciso se comprarlo o no? Non è nemmeno un dubbio da porsi: compralo e basta, possa costare anche miliardi di euro ne varrebbe la pena. Lo hai già letto? Perché, allora stai perdendo tempo con me? Corri a rileggerlo, ed innamorati ancora una volta.