L’UNIONE DEVE ESSERE LA NOSTRA FORZA, MA NON QUELLA DELLE ARMI
Esequie civili, alla presenza dei massimi rappresentanti delle tre religioni monoteiste: il patriarca, l’imam e il rabbino. Presenze volute dai genitori della ragazza, vittima della strage al Bataclan, per opporre unità a chi ha ucciso per dividere.
“Valeria non è stata uccisa in nome della nostra religione, né del nostro Dio né di alcun Dio” ha detto l’imam di Venezia, mentre il patriarca si è rivolto direttamente ai terroristi “La vostra cultura ci fa inorridire, ma non ci intimorisce”. Guarda al futuro anche il rabbino capo di Venezia: “Pensiamo che i giusti non moriranno mai. Il mondo è stato creato per persone come te che vogliono condividere il bene ricevuto”.
I genitori di Valeria chiedono che la figlia sia ricordata come esempio per tutti i giovani che non mollano.
Valeria credeva in se stessa e negli altri, credeva nella cultura, nell’impegno, nello studio, nel volontariato. Per ricordarla, oggi, hanno suonato anche le note dell’Inno alla Gioia. Un inno nato per unire.
L’Unione faccia la forza ma non delle armi, bensì di una strategia di intelligence condivisa, perché Daesh smetta di colpire al cuore le nostre democrazie.
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