IL TERRORISMO E QUELLE FALSE PISTE CHE CI RENDONO PIÙ FRAGILI

@Ali Alrawi
Che cosa ne è del passaporto siriano, uno dei primi e più importanti indizi raccolti durante le stragi di Parigi? Quel passaporto lo ricordiamo tutti.
Sin da subito è sembrato assurdo che un attentatore avesse addosso il passaporto, sin da subito è sembrata un’esca, ma quanto pericolosa lo racconta Helena Janeczek su Nazione Indiana.
Questa è esattamente la traccia che gli organizzatori degli attacchi parigini intendevano farci scoprire. Per la riuscita del loro piano era importante ci fosse un terrorista arrivato con i barconi, per dirla con Salvini. Ne bastava uno, uno solo. Gli altri quattro sinora identificati, il quinto in fuga e anche l’organizzatore, sono cittadini francesi e belgi. Ragazzi convertiti al jihadismo e radicalizzati da un soggiorno d’addestramento e indottrinamento in Siria; presenze interne alle nostre società, come gli attentatori di Charlie Hebdo, nemici che non potremo mai sconfiggere chiudendo le frontiere.
Leggete l’articolo integrale. Non ci sono parole migliori per metterci in guardia da questa e dalle trappole che verranno. Trappole che ci renderanno paralizzati e irragionevoli.
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