Eid Mubarak. E non solo
Buona 'festa del sacrificio' ai fedeli musulmani che celebrano in tutto il mondo lo Eid el Adha. Buona 'festa del sacrificio' ai fedeli musulmani in Italia, dove la questione del rispetto per gli immigrati non diventa di dominio pubblico se non quando quattro lavoratori decidono di protestare su di una gru. Buona 'festa del sacrificio' ai fedeli musulmani nel mondo arabo, a quelli che stanno compiendo lo hajj alla Mecca (con o senza il Makkah Metro), a quelli che a Gerusalemme e dintorni si possono recare (o non si possono recare) a pregare alla moschea di Al Aqsa.
Un po' lontana dal mio banco di lavoro, aggiorno il blog con qualche consiglio di lettura, rivolto soprattutto a quei nuovi amici con i quali ho passato una bella e ricca serata parlando di Medio Oriente. Finalmente lontani dagli stereotipi. Food for Thought.
A proposito di uno dei temi affrontati, dei palestinesi con passaporto israeliano, ne parla Seamus Milne sul quotidiano britannico Guardian. Parla, anche Milne, della pressione crescente sulla comunità dei palestinesi dentro Israele, un milione e mezzo di persone.
Sul congelamento di tre mesi accettato da Benjamin Netanyahu dopo 7 ore di colloquio con Hillary Clinton, c'è l'editoriale sul New York Times. Molto duro col premier israeliano. "It's time for him to stop playing games, reinstate the moratorium, get back to negotiations and engage seriously in a peace deal."
Il ministro degli esteri Avigdor Lieberman, però, non ha alcuna intenzione di ragionare sulla Linea del 1967. Parla delle linee – imperialiste – disegnate da Sykes e Picot. E al centro delle sue parole c'è il Golan, che non dovrebbe essere restituito. A proposito di un Syria First e Syria not only, ho paura che la realtà vada oltre le nostre discussioni sul Medio Oriente…
Su Hamas, un'analisi di Mahmoud Jaraba sullo Arab Reform Bulletin.
Per chi ne vuol sapere di più, su cosa succede a Gerusalemme ovest, ci sono le denunce sugli attacchi ai palestinesi da parte di associazioni per la difesa dei diritti umani.
La foto è di Renato Amico


