Stringere
….ovvero, accelerare i tempi. Le notizie di questi ultimissimi giorni sul fronte della riconciliazione interna sono di quelle tipiche dei momenti che potrebbero divenire importanti. Dopo vari rinvii, la tanto annunciata riunione di Damasco tra Fatah e Hamas si è fatta, ieri sino a notte fonda, presieduta da Khaled Meshaal per Hamas, e da Azzam al Ahmed per Fatah. La riunione riprende oggi, e gli ostacoli continuano a rimanere sui corpi di sicurezza. E proprio in gran parte sulle questioni legate alla sicurezza ci sono stati movimenti, parole, atti – alla vigilia della riunione di Damasco – che mostrano quanto la questione della riconciliazione sia rilevante nel più complesso quadro della ripresa o meno di un processo negoziale tra Israele e dirigenti palestinesi.
Intanto, ci sono stati i segnali che hanno mostrato il disagio di chi su questa riconciliazione rischia di perdere potere. E cioè quelle parti di Fatah e Hamas che, soprattutto nei corpi di sicurezza, hanno guadagnato status, ruolo, e anche il salario. Alcuni giorni fa, è comparsa al notizia, riportata anche da un'agenzia di stampa italiana, di una sorta di Wikileaks alla palestinese, e cioè della pubblicazione di nomi e indirizzi di agenti della sicurezza di Hamas, resi noti su di un sito vicino a Fatah. E poi, proprio negli stessi giorni, la notizia sui costi eccessivi dell'addestramento delle forze legate all'ANP in Giordania, quando i costi si sarebbero ridotti in Cisgiordania: lo aveva denunciato Tawfik al Tirawi, ex potente capo dei servizi di sicurezza palestinesi (di Ramallah), poi non più rinnovato al suo posto. E via elencando. Il tutto negli stessi giorni in cui ilministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle era in Medio Oriente. Anzi, andava a Gaza. E i tedeschi, tutti lo sanno, sono parte mediatrice della trattativa sullo scambio dei prigionieri tra Hamas e Israele.
Anche Israele, in questi giorni, ha lanciato segnali, che riguardano in tutto e per tutto la riconciliazione tra Hamas e Fatah. Il più importante, e il più duro, e l'arresto alle prime ore dell'alba del segretario generale della Lista Riforma e Cambiamento, la lista con la quale Hamas si è presentata alle elezioni del 2006. Mahmoud al Ramahi, deputato, una laurea in medicina alla Sapienza di Roma, è stato arrestato dall'esercito israeliano all'alba nella sua casa di Ramallah. Nei giorni scorsi aveva incontrato un gruppo di deputati britannici, così come aveva incontrato americani, europei, stranieri, dopo esser stato rilasciato dalle autorità israeliane che lo avevano imprigionato assieme a una folta pattuglia di ministri e parlamentari di Hamas successivamente al rapimento di Gilad Shalit, arrestati tra l'estate e l'autunno del 2006. Ramahi è considerato uno dei più pragmatici, forse il più pragmatico, tra i deputati di Hamas. E dunque il suo arresto, ora, è un arresto eccellente.
E infine la società civile palestinese, quella che spesso guarda lo scontro tra Fatah e Hamas con la stessa rassegnazione con la quale guarda i checkpoint, il traffico al Muro di Qalandiya, le colonie israeliane che crescono in Cisgiordania, gli uomini che muoiono o vengono feriti mentre raccolgono l'asfalto nelle zone a ridosso dei confini a Gaza. Lamis Andoni, analista palestinese, dà un compito a Fatah e Hamas, nel suo articolo su Al Jazeera:
This ongoing power struggle – for this is largely what it is – over an authority that has no authority, has increased the violations, with each afraid of the challenge the other poses. The sanest voices in all of this have been those of the Hamas and Fatah detainees in Israeli prisons who have been at the forefront of calls for unity and the formulation of unity platform proposals. Palestinians have been urging the world to look into Israeli crimes and human rights abuses. They are victims of a colonial apartheid system, which is why participating in the abuse of their own people is not only unacceptable but a crime that must stop.
If the Hamas/Fatah talks are to have any real meaning they must begin with a vow to respect and cherish Palestinian human rights.


