[recensione] These Final Hours.
Mentre la sala accanto era gremita di giovani fan del nuovo capitolo di Hunger Games, ieri sera insieme a pochi altri spettatori sono entrato in quella dove proiettavano These Final Hours di Zak Hilditch, film australiano di un regista quasi esordiente che la critica definisce un piccolo capolavoro. E a ragione, ho pensato uscendo dal cinema.
L’idea di partenza è la stessa di due film di qualche anno fa, Melancholia di Lars Von Trier e 4:44 Last Day on Earth di Abel Ferrara: un meteorite (o un cataclisma del genere) sta per abbattersi sul nostro pianeta e all’umanità restano solo poche ore di vita. Hilditch, però, sviluppa questo spunto in modo molto più dinamico e interessante di entrambi i colleghi più navigati.
La struttura infatti è quella del road movie, con il dissoluto protagonista James impegnato in una sorta di viaggio di redenzione, mentre aiuta una bambina (la straordinaria – a dispetto del nome un po’ buffo – Angourie Rice) nella ricerca di suo padre.
Ma, ed è questa la forza della pellicola, non c’è nessuno spazio per sentimentalismi e retorica posticcia: il brutale realismo del contesto apocalittico – in cui quasi tutti perdono i propri freni inibitori o abbracciano la disperazione – e le scelte mai scontate dei personaggi creano una tensione continua, rendendo terribilmente familiare una situazione così estrema.

In questo il film riesce benissimo dove gli altri due che ho citato falliscono, cioè nel tenerti avvinto al destino – pur segnato – dei protagonisti e, al contempo, farti riflettere su cosa faresti tu a poche ore dalla fine del mondo, dove vorresti essere, con quali persone. Una riflessione ambiziosa sull’umanità, insomma, che per una volta non nasce da un tronfio e noioso esercizio di stile autoriale ma da un film alla portata di tutti (esclusi i bambini, data la presenza di scene molto crude), con dialoghi vivi e credibili, un ottimo ritmo e una messa in scena magistrale.
Davvero, andate subito a vederlo prima che scompaia dalle sale: These Final Hours è uno dei film più ispirati e provocatori visti quest’anno, e di sicuro resterà fra i titoli più memorabili del 2014.

