Steampunk Mecha


Il buon Alessandro Girola, che vuoi o non vuoi, è uno dei profeti italiani del self publishing, ha pubblicato da qualche tempo una novella o romanzo breve, I Robot di La Marmora, che è diventata un bestseller dello steampunk italiano.


Per farla breve, degli alieni Nekton naufragano sulla terra e cominciano a spargere a destra e manca armi e tecnologie, compresi i mech da combattimento che cambiano notevolmente gli scenari delle guerre d’indipendenza


Complice anche Diego Bortolozzo che con il suo Piave racconta qualcosa di simile, con degli amici ci siamo divertiti a immaginare un utilizzo bellico dei mech in un mondo steampunk… Non è detto che, prima o poi, non possa scriverci qualche racconto o romanzo sopra


Ammesso che nell’Ottocento vi sia una struttura industriale capace di produrne un numero dignitoso di mecha, che gli alti comandi dell’epoca sappiano mettere su un’adeguata struttura logistica e di manutenzione e che contemporaneamente a nessuno venga in mente di cominciare a produrre l’equivalente di un cannone anticarro a tiro rapido (sospetto che un Ordnance QF 17 lb o qualcosa di simile al buon vecchio Ansaldo Bassotto sia più semplice da progettare e costruire di un robottone da combattimento) quale potrebbe essere un’adeguata dottrina tattica di utilizzo, per evitare la fine di Napoleone III con la mitragliatrice ?


Dunque, per motivi meccanici, le gambe possono andare dove non arrivano i cingoli, ma permettono una velocità di movimento di gran lunga minore. quindi i mecha sono poco indicati per la blitzkrieg. Neppure per le tattiche di infiltrazione tedesche sul un fronte pianeggiante: il mech, pure se aumenta la potenza di fuoco, fa perdere in effetto sorpresa (ahimè è più semplice da vedere di un commando), in flessibilità e soprattutto appesantisce il treno logistico. Metterlo in formazioni a linea e colonna, come una sorta di fanteria pesante, non è neppure molto utile, perché li rende vittime ideali di blitzkrieg da parte dell’avversario: basta aggirarle con unità molto più mobili, tagliare il treno logistico e l’insaccamento è eseguito.


Quindi che ci facciamo ? Possono essere utilizzati nella guerra di trincea, facilitando la vita degli attaccanti, coprendo così le fanterie ( l’idea che aveva Churchill dei tank) o lato difensore, costituire una riserva operativa contro gli sfondamenti in caso di difesa elastica. Possono supportare le tattiche di infiltrazione in uno scenario alpino  e operare in scenari di combattimenti urbani… In entrambi i casi, i mecha funzionano meglio che i carri armati..


Insomma, sarebbero ottimi per una Prima Guerra Mondiale o per qualcosa di simile alla contro insurrezione in Iraq


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Published on February 27, 2014 01:34
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Alessio Brugnoli
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