Somebody that i used to be

Quando è uscita Somebody That I Used To Know di Gotye (feat. Kimbra) io ero già adulto. Magari non ero proprio “maturo” ma vivevo già per conto mio, avevo un lavoro, una routine e soprattutto ero sopravvissuto alla fine di qualche relazione sentimentale.

Per questo, il testo di Gotye che parla di una relazione che si conclude bruscamente con la totale reciproca e rabbiosa rimozione dai ricordi, l’avevo interpretata per quel che era. Forte delle mie esperienze, i versi della canzone mi erano sembrati subito facili da comprendere e collegare al mio vissuto. I feel you, Gotye.

Questo accadeva, come ci dice la data sul video di youtube, 13 anni e rotti fa.

In questi 13 anni quasi 14, credo di non aver mai visto il video di Somebody That I Used To Know. Non ne sono del tutto sicuro. Potrei averlo anche visto en passant, ma forse mi confondo solo con il fatto di aver memorizzato quella particolare immagine dei due protagonist+ dipinti da tappezzeria. In ogni caso, di certo non avevo assimilato il video (anche perché, di base, sono sempre un fruitore di musica in quanto musica, e i “videoclip” non mi hanno mai attratto particolarmente).

Qualche settimana fa ho recuperato il ritardo di questi 14 anni più che 13. Non ricordo bene per quale catena di collegamenti, ma sono arrivato sul video di Gotye e me lo sono guardato. Poi ho premuto replay e l’ho riguardato. E poi l’ho fatto di nuovo, e ancora, forse per venti volte di seguito. E man mano che assorbivo i dettagli del video, iniziavo a scorrere i commenti sottostanti.

È una cosa che mi piace fare, soprattutto per i video molto vecchi. Vedere le tracce che arrivano da otto dieci dodici anni dal passato. I migliori sono quelli che dopo molti anni sono stati rieditati con un commento a posteriori. E sotto il video di questa canzone, ce ne sono molti, di gente che aveva sentito la canzone nel 2011 e poi l’ha riascoltata nel 2024. Commenti di questo tenore:

Persone che nel 2011 erano ragazzine o anche bambine, e che vedendo il video ridacchivano pensando che c’erano due tizi nudi dipinti che si parlavano addosso. Per poi tornare, dieci anni dopo, con il cuore spezzato, e finalmente capire. Che cosa significa soffrire, perdere, dimenticare. E naturalmente il collegamento più immediato è quello con gli amori, le relazioni, i partner. Ma vale per molte altre cose.

fr tho, i wish i didnt relate but its crazy how much we change

Quella frase antipatica che si sente dire spesso: “non puoi capire se non ci sei passato”, che nella maggior parte dei casi si riferisce all’avere figli, è odiosamente vera. Vorrei che non lo fosse (i wish i didnt relate) ma è davvero così.

A me non è capitato per Somebody That I Used To Know, perché in qualche modo l’ho sempre capita nelle sue intenzioni originali, ma mi chiedo quante cose non ho capito perché non ci sono ancora passato, perché non ho le esperienze, i ricordi e il bagaglio necessario per capire davvero.

Non sono uno che rilegge i libri, perché sono dell’idea che non ci sia tempo nella vita per leggere tutto quello che vorrei. Ma in tempi relativamente recenti ho riletto I Promessi Sposi e Dune e Solaris, e li ho trovati tutti migliori di quanto ricordavo. Forse ero io il problema, perché non ero ancora in grado di recepire. Forse alcune cose non le potrò recepire mai.

Forse ogni tanto dovrei tornare indietro, alle cose che mi hanno segnato, a quelle che ho amato o disprezzato, e provare a capirle di nuovo. Sarebbe anche un modo per rendermi conto di chi ero, e di come sono adesso, di quanto sono cambiato. E concedermi anche un po’ di nostalgia per quel somebody that i used to be.

P.S.: nei commenti sotto il videoclip ne trovate anche tanti che scherzano sul fatto che Gotye dopo questo successo globale (solo su youtube ci sono due miliardi e quattrocento milioni di visualizzazioni) sia sparito del tutto. Anche questa è una bella storia, che quelli come noi che si impegnano in progetti creativi dovrebbero conoscere. Cercatela, se non ne sapete niente.

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Published on March 04, 2025 01:30
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Unknown to Millions

Andrea Viscusi
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