EXIT WEST – MOHSIN HAMID

Voto: 9/10

Edito: Einaudi

Nadia e Saeed sono due giovani che vivono in un Paese sull’orlo della guerra civile.
Si sono appena conosciuti, si sono piaciuti subito, ma il tempo sembra muoversi contro di loro.
Presto i miliziani e le forze governative finiscono per scontrarsi, lottando per tutta la città; Nadia e Saeed, così come tutti gli abitanti del paese (non specificato, ma dal forte sapore mediorientale) si ritrovano al centro di un conflitto che non guarda in faccia nessuno.

Ma se improvvisamente, all’inizio quasi come una leggenda metropolitana, un segreto sussurrato, ma poi in maniera sempre più reale, iniziassero a comparire delle misteriose porte in grado di collegare diverse parti del mondo?
Se fosse possibile abbandonare la guerra e il dolore e la distruzione e gettarsi a capofitta in una nuova terra, l’uomo riuscirebbe a salvarsi?

Una storia d’amore carica di speranza, nostalgia, delicatezza, e magia.
Non era assolutamente ciò che mi aspettavo da questo libro.

Nonostante la sua brevità (appena centocinquanta pagine), si è rivelata una lettura intensissima, densa, che si legge velocemente ma che è impossibile prendere alla leggera.

Non solo per i temi più “evidenti”: si parla di guerra, di migranti, di persone costrette ad abbandonare il proprio paese per poter sopravvivere, a lasciarsi alle spalle i propri cari con la quasi assoluta certezza di non rivederli mai più, dell’incapacità umana di accettare il prossimo in cerca d’aiuto, della paura del diverso, dell’ignoto e di ciò che già è noto.
Ma si parla anche di religione e appartenenza, di crescita e scelte forzate, della scoperta di sé e dell’altro, della comunione tra persone e luoghi e di come tutto il mondo sia, effettivamente, paese.

Perché queste porte che Hamid ha strategicamente posizionato all’interno del suo romanzo sono, sì, dei punti d’accesso attraverso cui si spostano le persone (come possono essere al giorno d’oggi le famose navi cariche di migranti che tanto ci piace accogliere nel nostro paese), ma rappresentano anche un altro passaggio, che tutti noi possediamo, in grado di collegare fra loro gli angoli più remoti del pianeta.
Con un po’ di magia, Hamid ha trasformato un cellullare da una finestra in una porta, eliminando barriere e confini.

Ovviamente le cose non sono così semplici per i protagonisti perché, nonostante quel tocco di magia, questo è un romanzo estremamente realistico, che ci racconta le difficoltà di un migrante irregolare che passa da una situazione estremamente difficile e pericolosa, ad un’altra estremamente complicata e rischiosa.
Fantasia o realtà, l’umanità è sempre la stessa.

Oltre, quindi, a raccontare con semplicità e chiarezza la complessità della nuova quotidianità di Nadia e Saeed, Hamid ci mostra una storia d’amore estremamente normale, carica di un sentimento enorme, e che finisce per spezzarci il cuore quasi senza fare rumore, sussurrando parole che lasciano l’amaro in bocca.

Ogni tanto ci sono anche dei piccoli quadretti, dei siparietti che ci mostrano altre vite, altri momenti, altri angoli di mondo, che creano altre finestre e porte su altre vite, trasformando la realtà in un unico grande piano collegato da una serie infinita di fili.

E come se non bastasse, tutto questo è scritto in maniera semplicemente incredibile.
Utilizzando un flusso di coscienza che ci scorre addosso con la potenza di un uragano, le sue parole non fluiscono lisce come l’acqua, ma ruvide come la sabbia trasportata dal vento, e ci sferzano, e ci feriscono, ma è uno spettacolo meraviglioso dal quale è difficile distogliere lo sguardo.
Con una potenza ed una precisione incredibili, con un linguaggio molto semplice eppure molto poetico e suggestivo, Hamid fa in modo che immense onde di sabbia e dolore, asciutte e taglienti, si abbattano su di noi, lasciandoci spaesati e senza fiato.
È un tipo di scrittura che ovviamente può non piacere a tutti, ma che in questo caso funziona alla perfezione, perché ci aiuta ad immergerci nella storia e mostra con più chiarezza il fluire del tempo e delle situazioni, la mobilità e la mutevolezza dei luoghi e delle persone, l’instabilità e la provvisorietà della vita.

Una storia, purtroppo, sempre ed assolutamente attuale, alla quale è difficile sfuggire, perché anche voltandoci dall’altra parte rischieremmo di imbatterci in una porta misteriosa che si apre su un abisso.

Con voce pacata e quasi distaccata, Hamid mette in mostra tutto ciò che di umano c’è e ciò che dovrebbe esserci, ciò che ci accomuna e ciò che lasciamo ci separi.

Siamo tutti migranti, nello spazio o nel tempo, siamo tutti costantemente in viaggio, stiamo tutti affrontando lo stesso viaggio, e solo noi possiamo salvarci.

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Exit West

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Published on January 31, 2025 02:28
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