The Witcher (parte 2): sogni, desideri e paure ancestrali


 

 

Questo articolo contiene spoiler sulla trama della serie dilibri del Witcher.

Martin Heidegger, il filosofo, porta l’esempio del rapporto che l’uomocontemporaneo ha con la natura: essa non è più altro che una immensa“risorsa”, una grande centrale da cui ricavare energia. Fiumi, mari, montagne,cielo, ognuno di questi elementi acquista un senso solo inquanto “serve” a qualche progetto dell’uomo: i fiumi sono fonti di acquaed elettricità, i mari sono spazi di comunicazione e fonte di cibo; le montagnesono aree di villeggiatura dove sciare e passeggiare o ostacoli per il transitodi una strada...”

La foresta di Brokilon. Hai conquistato tutto il mondo, amico,ovunque è pieno delle tue tracce, ovunque porti con te ciò che chiami “modernità,era di cambiamenti”, ciò che chiami “progresso”. Maqui non vogliamo né te, né il tuo progresso. Non desideriamo i cambiamenti cheporti. Non vogliamo nulla di ciò che porti. Un sibilo e un colpo. Via da Brokilon!

(Da “La spada del destino”)

La foresta di Brokilon

La foresta di Brokilonè intesa come metafora della natura che convive con altri esseri che però larispettano, che ne usano solo lo stretto necessario per vivere e cherimpiazzano ciò che prendono. L'uomo, invece, sfruttale risorse naturali per guadagno personale, ben al di làdelle necessità contingenti imposte dalla vita.

Le Driadi, una sorta di Amazzonidella foresta, sono una tribù di sole donne che difendono la selvadall'invasione degli umani, i soli che la userebbero per altri scopi. Infatti,nella foresta vivono anche altre specie di animali sia fantastici, sia legatialla normale vita quotidiana.

Geralt ha un grande rispetto per le Driadi, necapisce lo scopo, ma allo stesso tempo è conscio deicambiamenti che la terra deve subire perché l'uomo possa viverci. Ci sono postiin cui la natura deve essere imbrigliata con rispetto, luoghi dove deve essereaccudita come una compagna di vita e luoghi dove deve poter esprimere lapropria vena selvaggia.

Purtroppo, la fede cieca nellatecnica, nella sua essenza puramente crematistica, ha portato l'uomo a crederedi essere il vertice di ogni interesse al mondo. Da qui l'illusione di potercambiare il pianeta come fosse il software di un computer, o l'uomo stessodistribuendo geni e tagliandone altri.





Il destino

La spada del destino ha due lame, e tu sei la prima lama.


Geralt usa la legge della sorpresa alla leggera echiede il frutto di ciò che ancora non sapeva all'ignaro padre dellaprincipessa Cirilla, assumendosi così il destino della nascitura, che avevapromesso di riscuotere dopo sei anni dalla nascita. Mafacendosi beffe del destino non ottempera alla promessa, creando così disastriinconsapevoli nelle vite degli altri… il destino, inseguendo il Witcher, colpiva chi trovava sulla sua strada.

Nella foresta di Brokilonle strade di Geralt e della principessa si incrociano nuovamente e lo strigo comincia a capire lospirito paterno. Ma si può sfuggire al propriodestino?

Non ciriuscirai comunque! Cosacredi? Non fuggirai! Sono il tuo destino, mi senti?” Gli gridò la principessa Cirilla.

Nonc'è il destino, non esiste. L'unica cosa cui tutti sono destinati è la morte. Ela morte è l'altra lama della spada a doppio taglio. Una sono io. E l'altra èla morte, che mi segue passo passo. Non posso, non miè concesso mettere a repentaglio la tua vita, Ciri.

“Sono il tuo destino!” gli giunsedalla cima dell'altura, più piano, in tono più disperato.

(Da “Laspada del destino”)

Il destino è ciò che sei, quello che haiereditato dalla tua famiglia e, di conseguenza, tutti gli atti che hai compiutonella tua vita passata, che ti hanno portato a essere chi sei e dove sei.

Geralt,essendo un mutante, è sterile e quindi non ha questo senso di paternitàacquisita, ma al destino non importa. Questo è il filo conduttore che si svolgeattraverso le varie avventure, il progressivo abbandono dell'ioproprio, per il soddisfacimento dell'io di Cirilla, il destino della principessain divenire passando attraverso il suo.

Leggende,miti e false ma verosimili narrazioni creano ilsentiero della verità, dell'illusione da seguire per soddisfare i propridesideri, o che si credono tali. Il destino ha due lame, una sei tu, l'altra èla morte che arriverà sulla strada della verità che insegui, ma la verità è una scheggia di ghiaccio che ti colpisce gli occhie ti rende cieco al resto del mondo che ti circonda. Che ti colpisce il cuore el'unico profumo che segui nel vento è quello di lillàe uva spina… il profumo della maga Yennefer di Vengerberg.

Belleteyn! LaNotte di Maggio! Beltane (Bel’ta-na),aveva tradizionalmente inizio con lo spuntare del Biancospino, segnava l’iniziodell’estate ed era uno dei principali passaggi tra i mondi: il periodo di Beltane fino a Samhain erachiamato an ghrianbeag, il sole minore. In questo periodogli animali venivano portati fuori dalle stalle permangiare la fresca erba primaverile, le greggi erano condotte attraverso duefuochi per essere ritualmente purificate dalle malattie dovute al lungo invernoappena concluso.

Beltane èil momento giusto per entrare nel pieno del vigore fisico e realizzare i nostridesideri. Trasformare il sogno dell'amore lasciato liberodalle catene del possesso e appagare il desiderio di goderne senza doverrinunciare a nulla, senza la responsabilità di ciò che può nascerne. Ma puòesistere l'amore senza responsabilità, senza lo scopo della riproduzione,l'amore per l'amore, solo per godere della felicità didare e avere senza un fine ultimo superiore? Questo è un altro dei temi che sisvolge all'interno dei racconti, che si contorce in una spirale apparentementesenza soluzione, data la sterilità di Geralt e di Yennefer (che ha scelto la magia al posto dellafertilità).

Situazioni attese, provocate, allontanate,respinte e di nuovo cercate. Fino all'incontro con Cirilla, e qui le cosecambiano, prima solo sensazioni nascoste che affiorano, poi lentamente, mainesorabilmente, la responsabilità verso Cirilla e il suo destino visto comequello di una figlia li porta a trasformare il loro io in un noi. Uno strigo,una maga, una principessa, un solo destino.

Chi sono i mostri della saga? Geralt, il Witcher, è il primomostro. Un uomo che si trasforma in mostro per combattere le paure del mondo?Un diverso che deve vivere combattendo la propria diversità, sia con se stesso che nei confronti del mondo che lo circonda. Lo stesso mondoche si serve di lui quando ne ha la necessità, ma che appena può lo emargina dalla vita sociale. Un mostro che si serve dellamagia per diventarlo e per mantenersi tale, oggi sarebbe un OGM prodotto dallatecnologia genetica.

“Tutte lefamiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice èinfelice a modo suo.”

(Lev Tolstoj, “Anna Karenina”)

 

Nello spaccato di vita che attraversa la saga, imostri sono in ogni vicolo, in ogni villaggio, nei re, nei principi, neglistraccioni, in coloro che si arrabattano per sopravvivere, nei ladri, neimercanti, nelle città stesse, ricettacolo di immondiziadella civiltà che avanza, ma verso dove? Poi ci sono i mostri veri, quellievocati dalle nostre paure della morte, del buio che ci trascina dentro unanebbiosa palude che ci inghiotte. Chi, dunque, ci puòsalvare, se non il campione eterno, il Witcher chealberga nei nostri sogni di grandezza?

 

Una sorgente,

come luce nell'ombra:

nasce e scorre.

 

il destino ne sceglie

la via, ora vivila.

 

Contenuto preparato in collaborazione con

BRAN

 

 

 

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Published on December 04, 2023 02:00
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