masticare una cipolletta

Le pantofole le danno sollievo ma la deprimono sempre. Le mattonelle bagnate con la striscia della scopa sono ancora piú deprimenti. Le ragazze sole non si arrendono se hanno una coscienza politica. Lavarsi bene le mani e le braccia, fino alle bretelline. Mezzo bicchiere di rosatello, niente pane né pasta, una mela, la sigaretta, il caffè moka, il giornale radio popolare, la luce accesa anche nel corridoio, la finestra della cucina con la tapparella alzata, le tendine a metà, i vetri azzurri che riflettono le insegne del corso e dei viali. Molte musiche vengono da ogni parte, ma poco dopo si attenuano e molte cessano. L’acquaio è pulito e silenzioso. Non aspetta niente, non c’è nessun disastro in giro, il piatto della frutta si chiude preciso intorno ai pomi e lascia sporgere una banana. Proietta sulla parete un’ombra compatta ma tenera, tagliata in vari angoli e cubi da pittura moderna. Prepara la scheda lí accanto: donna in fabbrica che anche cucina e studia. Che quando vede una banana non pensa sempre al cazzo. Il tavolo di cucina non è solo utile per una coppia e una famiglia. Il latte non lo sopporta e può permettersi di non tenerlo, può spogliarsi come vuole, appoggiare i seni sullo schienale della seggiola, grattarsi il didietro, arrotolarsi i capelli sulla tempia, tirar fuori la lingua fino al naso, mordersi le labbra. Non da sciattone perditempo, ma da donna cosciente di sé. Non adopera deodorante ma colonia. Può divertirsi e aiutarsi a pensare con uno stuzzicadenti, ma poi usa il dentifricio di farmacia. Può bere una grappa polacca e masticare una cipolletta come le pare, quando vuole un uomo vicino sa come procurarselo e come trattarlo e farsi trattare da brava femmina amorosa con tante tinte rosa. Non rimpiange il compagno di due anni di convivenza. Non cerca un uomo fisso, non vuole prendere la pillola per il comodo degli altri. Sa quando può scopare. Non prende tranquillanti né pastiglie contro l’appetito. Non si tinge i capelli e li taglia in modo tradizionale, né lunghi né corti, non ha bisogno di depilarsi. Ha il ciclo regolare. Anche se fa tardi la notte a leggere e a discutere, a fumare molto e anche a scrivere. Si fa qualche spinello con indulgenza leggera e consapevole. Non ha voglia né paura della droga. Capisce che ci sia al mondo chi voglia prenderla e che ci possa morire. Non ha ben capito la cosí detta ideologia della droga. Sa che della droga approfittano i potenti, in ogni modo, anche a produrla e a venderla. I giovani sono molti, soli e infelici e vogliono un papà che li sopprima cullandoli tra le braccia. I giovani sono anche dei figli di puttana. Sta facendo la scheda pensando ai giovani che non vanno piú in fabbrica, che non pensano mai piú alla politica, che smerdano tutto, i libri, il cinema, il teatro e anche lo sport. Vanno alla partita in migliaia per scontrarsi tra loro sulle gradinate senza nemmeno guardare il giuoco. Si incantano nel metrò a scarabocchiare come scimmie o a specchiarsi nei finestrini. Le tredicenni si truccano come battone e tirano mini gonne a metà del culo per la malizia di veder scoppiare gli uomini, anche quelli di casa, e gli gonfiano in faccia con tutta la bocca aperta i palloncini della cicca, carnosi e lucidi che poi gli colano dai labbri e dal mento, e allora girano e rigirano la lingua. Non sognano tanto di scopare quanto di apparire e di ballare sexi come le stelle della Tv.

Paolo Volponi, Iride
in I racconti
Einaudi, 2017

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Published on October 18, 2023 02:48
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