piccoli disastri
Se Matilde non c’era, mi mancava in maniera insopportabile, così come mi risultava odiosa la presenza del mio corpo e del suo, a pochi metri nella stessa stanza. Il nostro peso comune entrava in contrasto con l’ampiezza dell’appartamento, o forse generava un’interferenza o uno slittamento temporale da qualche parte. Il terreno franava impercettibilmente. Si inclinavano il pavimento e gli oggetti sopra i tavoli fino a scivolare a terra. Gli acquari gocciolavano e alcuni pesci morivano in silenzio, quasi dormendo. Le nuvole scorrevano di poco più vicine alla terra. Anche noi morivamo, per quanto come i pesci sembrassimo soltanto addormentati. Anche noi ci avvicinavamo alla terra. Si producevano ovunque piccoli disastri; qualcosa nel mondo perdeva le sue leggi. Probabilmente ci credevo troppo importanti, eppure avevo l’impressione che un elemento dovesse frapporsi tra noi per tenerci insieme; magari un figlio o un gattino. Continenti. Una bambina. Ero come un esiliato che non trova pace in terra straniera ma non riesce comunque a tornare a casa; sogna qualcuno che lo chiama ma quando si volta è solo: erano le voci della sua testa, ma non chiamavano il suo nome.

Valentina Maini
La regola dei terzi
Tic Edizioni, 2023


