LA STRADA – CORMAC MCCARTHY

Voto: 7/10
Edito: Einaudi
Un uomo e un bambino sono in viaggio, sembrano camminare da sempre, il tempo scorre indifferente, e l’oceano è la loro destinazione.
In un mondo ridotto in cenere, distrutto da un evento apocalittico che non viene descritto, si trascinano attraverso le rovine di una civiltà ormai dimenticata e di una natura ostile e sterile, con passo stanco e lento, trascinandosi dietro i loro pochi averi all’interno di un carrello del supermercato e cercando di evitare le bande di predoni che si aggirano per il mondo.
La sopravvivenza è ardua, il passato non ha più importanza e il futuro non promette niente di buono, solo il presente conta, ma loro sono insieme, sempre, l’uno il mondo dell’altro, l’uno la forza e la speranza dell’altro.
Una storia cruda e nuda e arida, spogliata di ogni poeticità ma caricata di significati, il viaggio di un padre e di suo figlio, verso la fine per uno e verso un nuovo inizio per l’altro.
L’animo umano messo a nudo di fronte ad una vita che è quasi impossibile definire tale, un uomo cerca di proteggere ciò che ha e un bambino cerca di aiutare il mondo.
Due punti di vista diversi, nati in un lungo viaggio comune.
Raccontato con tono stanco, il mondo che si dipana di fronte ai nostri occhi è oscuro e opprimente, freddo.
C’è una nota di speranza negli occhi dell’uomo, quando guarda suo figlio, quel bambino che porta il fuoco dell’umanità, che porta la bontà, porta luce in un futuro nero, e di paura; ma bisogna continuare a seguire la strada.
Forse mi aspettavo di più, lo ammetto.
La lettura è scorrevole, e piena, e tormentosa; la storia è molto interessante, piena di particolari che ci fanno precipitare in un mondo grigio e tetro, ma le continue ripetizioni e la prosa frammentata di McCarthy mi hanno impedito di percepire a pieno tutta la sofferenza del mondo.
In una storia in cui l’umanità è vittima e colpevole del proprio destino, la sopravvivenza morde con denti affilati e cancella ogni legge morale della società ormai distrutta.
Il finale è giusto, si lascia alle spalle il vecchio e si incammina verso il nuovo, lascia andare ciò che non può più essere e si muove verso ciò che potrebbe diventare.
Forse mi aspettavo qualcosa di più straziante, di crudo e tagliente, e invece si addormenta piano, per non svegliarsi più.
Mi è piaciuto abbastanza, ma poteva arrivare un po’ più a fondo.
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