"Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" di Cesare Pavese - alcune riflessioni

Pochi testi di Cesare Pavese io salvo, uno scrittore sopravvalutato, come diceva Pasolini e con cui concordo, uno di questi testi, o meglio IL TESTO che salvo, è "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi".Un testo splendido. QUI il link a due versioni vocali bellissime e insuperate del testo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhiquesta morte che ci accompagnadal mattino alla sera, insonne,sorda, come un vecchio rimorsoo un vizio assurdo. I tuoi occhisaranno una vana parola,un grido taciuto, un silenzio.Così li vedi ogni mattinaquando su te sola ti pieghi nello specchio. O cara speranza,quel giorno sapremo anche noiche sei la vita e sei il nulla.Per tutti la morte ha uno sguardo.Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sarà come smettere un vizio,come vedere nello specchioriemergere un viso morto,come ascoltare un labbro chiuso.Scenderemo nel gorgo muti.
E' un testo profondamente esistenzialista per via dei suoi temi come la morte quale viatico di vita e di soluzione che simil a caudatario ci accompagnerà fino alla fine, e l'assurdo e la mancanza di senso della vita, Nello stile ricorda, per l'essenzialismo che sfodera, l'ermetismo di Ungaretti e Quasimodo.Ricorda il fragilismo e il quietismo che percorre tutta la cultura italiana, ermetismo di Ungaretti compreso
Si sta comed’autunnosugli alberile foglie.
O in Montale, in Meriggiare pallido e assorto, dove oltre al nulla della vita, al suo fragilismo e al quietismo si riscontra quel disincanto ignavio di osservare la vita da un luogo fragile ma che tuttavia percepiamo come sicuro e che concede abento e piacere nel non essere coinvolti direttamente e per questo ci sentiamo al riparo dai cocci aguzzi di bottiglia che ci incutono timore.
Meriggiare pallido e assortopresso un rovente muro d’orto,ascoltare tra i pruni e gli sterpischiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la vecciaspiar le file di rosse formichech’ora si rompono ed ora s’intreccianoa sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitarelontano di scaglie di marementre si levano tremuli scricchidi cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbagliasentire con triste meravigliacom’è tutta la vita e il suo travaglioin questo seguitare una muragliache ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Siamo lontani da Camus, che non accetta la sconfitta davanti alla mancanza di senso e cerca il riscatto dell'uomo sisifiano nella ribellione nella sua coscienza di ateo
Je me révolte, donc nous somme
E vediamo bene oggi la mentalità di rivolta della maggioranza che caratterizza i due popoli, quello italiano e quello francese.Anche nella letteratura e nella poesia sono ben visibili quei semina che hanno prodotto gli amari frutti del nostro presente.
Published on October 01, 2021 23:41
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