Valle dei Templi, settore ad Ovest del tempio di Zeus

Alle spalle del tempio di Zeus si sviluppa un settore di abitato sorto, probabilmente, in funzione del santuario stesso e un’area sacra a ridosso della Porta V. L’assetto urbanistico regolare è definito dalla presenza di tre assi viari (stenopoi) con andamento Nord-Sud che incrociano la grande arteria (plateia) Est-Ovest: questa, che era collegata con la vicina Porta V, margina a Nord il tempio di Zeus, a Sud l’agorà inferiore e prosegue sino a connettersi, alla estremità orientale, con la Porta II, detta Porta di Gela.

La Porta II o Porta di Gela si trova all’interno di un taglio naturale del costone roccioso ed era percorsa da una strada di cui si conservano i segni delle carreggiate parallele. A questa porta faceva capo una delle più importanti vie dell’antica città che portava all’agorà e quindi a Porta V e che era collegata alle altre strade conducenti all’acropoli. Le pareti del costone roccioso, alte circa 9-10 metri, nella parte sommitale hanno piccole nicchie intonacate per l’inserimento di tavolette votive, mentre nel piano sottostante sono alcune piccole fosse, resti di focolari e di un piccolo recinto quadrangolare, tutti elementi riconducibili a culti di consacrazione delle fortificazioni. In alcuni punti, la parte alta della roccia era rinforzata da muri, in parte ancora conservati, costituiti nella fase più antica (fine VI sec. a.C.) da filari di conci squadrati e nella fase successiva (fine IV-III sec. a.C.) da blocchi di riuso o appena sbozzati

Saggi stratigrafici hanno dimostrato che gli stenopoi (il più orientale è in parte obliterato dalle rovine del tempio di Zeus) risalgono alla fine del VI secolo a.C. e, pertanto, hanno preceduto nel loro impianto le costruzioni del quartiere: questo, nella prima metà del V secolo, comprende per lo più edifici di carattere sacro o pubblico, quali sale per riunioni o stoai (portici). Alla seconda metà del V secolo a.C. si fanno invece risalire strutture con funzione per lo più abitativa. Lievi modifiche nella struttura e nella funzione degli edifici saranno operate in epoca ellenistica.

Una lunga costruzione (stoà) allineata allo stenopòs occidentale, separa questo settore dal contiguo complesso sacro. I limiti dell’area sacra, ad est di Porta V, (all’interno di un vasto piazzale in età arcaica pavimentato con semplice battuto di arenaria) sono costituiti: a Est e a Nord dai due bracci di un lungo portico ad L; a Ovest da Porta V e dall’arteria Est-Ovest che vi penetra, a Sud dal ciglio roccioso lungo il quale corre la linea delle fortificazioni.

La storia del santuario ha inizio in epoca arcaica. A ridosso di Porta V, si riconoscono i resti di un tempietto dalle forme semplici (tipo ad oikos) tripartito con pronao, cella e adyton, orientato a Nord, sorto intorno alla metà del VI secolo a.C., in epoca anteriore alla definizione del reticolato urbano (l’edificio, infatti, non risulta allineato al tracciato di strade del contiguo settore orientale). Conservato per lo più nei filari di fondazione, presenta rimaneggiamenti successivi: aggiunta di un vano quandrangolare con altare all’interno, nella prima metà del V secolo a.C.; monumentalizzazione della facciata mediante l’aggiunta di un propylon con pilastri e colonne nella seconda metà del V secolo a.C.

In questa fase il piazzale, originariamente in battuto d’arenaria sino ai limiti di un probabile boschetto sacro, ipotizzato nel settore orientale, venne sopraelevato a ricevere una prima pavimentazione a lastroni. Infine, nella seconda metà del III secolo a.C., il sacello, già da tempo in stato di rovina, conseguentemente alla distruzione del 406 a.C., venne obliterato e il livello del piazzale ancora sopraelevato mediante una nuova pavimentazione a lastre a guisa di vespaio. Due altari a dado entro recinti vennero eretti nell’area del propylon.

L’esistenza ad Est nei pressi del tempietto delle tracce (tagli nella roccia) di un edificio templare (forse mai portato a compimento), fa ritenere
che il complesso sacro sin dalle sue origini, fosse dedicato al culto ctonio di Demetra e Kore e che di tale culto si perpetuasse il ricordo ancora in età ellenistica, con la dedica dei due altari a recinto eretti, come abbiamo detto, sulle rovine del tempietto.

Lungo i margini orientali e settentrionali del vasto piazzale si possono cogliere i resti di un portico ad L. Fu eretto in età ellenistica (seconda metà del III secolo a.C.). Di tale portico (in parte costruito sull’originario muro di delimitazione del santuario, dei primi decenni del V
secolo a.C.), si ricostruiscono due fasi: la prima, con breve braccio Est-Ovest, la seconda (II secolo a.C.), con prolungamento dello stesso sin sopra le rovine di un edificio rettangolare arcaico, interpretato come sala di riunioni (lesche); sempre nell’ambito di tale ultima fase (II secolo a.C), si ascrive la costruzione dell’edificio circolare o tholos , forse un edificio sacro con altare al centro che si sovrappone all’estremità meridionale del lungo braccio orientale del portico; l’opera di monumentalizzazione dell’area, infine, tra la secoda metà del III e gli inizi del II secolo a.C comprende la serie di edicolette sacre addossate al muro esterno settentrionale del braccio Est-Ovest del portico e prospicienti sulla plateia.

Il portico a L per la sua struttura chiusa e compatta (interrotta da semplici aperture sul piazzale), nonchè per la presenza al suo interno (lungo il braccio Nord-Sud), di muri delimitanti ambienti, di una vasca-fontana e di cisterne, è stato interpretato come luogo di sosta e di consumazione di pasti sacri.

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Published on August 08, 2021 05:14
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Alessio Brugnoli
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