Emily * Capitolo sei – seconda parte

Wood tornò nel Hertfordshire dopo poco più di una settimana. Come Davies aveva immaginato aveva un regalo per Emily ma, quando si recò a Sethgrave Park per incontrarla, fu ricevuto dallo zio da solo, benché avesse richiesto espressamente di vedere la fidanzata nel biglietto che aveva inviato di prima mattina.

Davies camminava avanti e indietro per lo studio e mostrò un certo imbarazzo nel giustificare l’assenza della nipote, tanto che dopo qualche tentativo di nascondere la verità sbottò: «Quell’ingrata è fuggita, approfittando della fiducia che riponevo in lei. Ed è riuscita a non lasciare tracce.» Fece per imprecare ma si trattenne. «Comunque la sto cercando e presto la riporterò qui per voi.»

«Miss Harrison è andata via? Quando? Spiegatevi» esclamò Wood senza lasciare all’altro il tempo di proseguire.

«Qualche giorno fa è andata in paese dalla sarta e dopo è sparita. Quando lo stalliere che l’aveva accompagnata ha finito con le sue commissioni ed è tornato a prenderla lei non c’era più. Se non mi fossi assentato le avrei proibito di uscire dalla tenuta, ma avevo un impegno urgente e sono dovuto partire. La piccola vipera non si è lasciata scappare l’occasione.»

«Perché non mi avete avvisato subito?» lo accusò Wood.

«Non sapevo dove raggiungervi.»

«Bastava inviare una lettera a Dacres Hall, il maggiordomo me l’avrebbe fatta avere. Siete sicuro che sia fuggita? Non potrebbe esserle capitato qualcosa?»

Davies scosse il capo: «Un rapimento o un incidente? Non c’è stato nessun evento del genere.» Tacque per poi aggiungere, quasi a se stesso: «Temo che quel Marshall mi abbia preso in giro, intascandosi le mie sterline e poi portando via mia nipote.»

Wood lo afferrò per il bavero: «Chi diavolo è Marshall?»

«Un giovanotto che lavorava per lord Buntbury. Emily a volte lo incontrava quando usciva a cavallo» rispose l’altro cercando di liberarsi.

Wood lo lasciò con una spinta che lo fece quasi barcollare.

Dunque l’intuizione, o meglio il sospetto, che la ragazza avesse un innamorato era giusta. Per quanto la notizia non lo avesse colto di sorpresa, si adirò, soprattutto con il suo interlocutore, e faticò a controllarsi: «State dicendo che vostra nipote aveva una relazione che mi avete taciuto?»

«No di certo» balbettò precipitosamente Davies, cosa che indusse Wood a non credergli. «Era solo un’amicizia, una sciocca infatuazione giovanile, una cosa senza importanza» spiegò ancora l’altro.

«Allora perché dite che questo Marshall potrebbe aver portato via Miss Harrison?» lo incalzò Wood facendoglisi di nuovo più vicino.

«Per essere sicuro di non avere problemi ho offerto al giovanotto una parte della generosa somma che mi avete dato per provvedere ai bisogni di Emily affinché sparisse e non vedesse più mia nipote. Lui ha accettato senza fare storie, tanto che ho pensato che lo avevo pagato troppo e avrei potuto risparmiare almeno metà dei soldi. Invece potrebbe avermi ingannato e avere usato il denaro per fuggire con lei.»

«E voi avete ingannato me, non parlandomi di questa storia.»

La rabbia di Wood si era fatta gelida e la sua voglia di picchiare Davies quasi incontenibile. Gli pareva improbabile che quel Marshall tenesse così poco a Emily da scambiarla con qualche centinaio di sterline.

«Se sono andati via insieme probabilmente si sono diretti a Gretna Green e ormai il matrimonio è stato celebrato» concluse seccamente.

L’altro obiettò: «Mi sono informato. Sulle strade per la Scozia nessuno ha visto una coppia che somigliasse a Emily e a Marshall.»

Wood non replicò. Non era un problema suo cosa avesse fatto Miss Harrison e con chi. Non lo era più. La ragazza evidentemente non voleva sposarlo e questo era quanto. Quella constatazione lo ferì, come se lei lo avesse tradito, benché, ovviamente, le cose non stessero affatto in quel modo. Subito dopo si disse che in fondo era meglio così, aveva evitato il matrimonio fino a quel momento e l’aspetto sentimentale non gli era mancato. Perché avrebbe dovuto cambiare e rischiare? Miss Harrison gli aveva fatto un piacere uscendo dalla sua vita.

La voce di Davies interruppe quelle riflessioni: «Non temete, la ritroverò e le darò una lezione. E anche a quel Marshall, se mi ha imbrogliato. E se invece fosse da sola la riporterò da voi.»

Sembrava indispettito e smanioso di vendetta.

Wood gettò alcuni fogli sulla scrivania: «Se vi preoccupate per i vostri debiti ecco i documenti che attestano che sono stati saldati. Non dovete cercarla per me, lasciatela stare.»

Così dicendo uscì dalla stanza e dalla casa, non senza cogliere uno strano lampo nello sguardo di Davies. Ripreso il cavallo galoppò verso Dacres Hall, cercando di non pensare al dialogo appena scambiato. Avvertì in tasca l’ingombro della scatolina contenente il braccialetto che aveva comprato per Emily: lei non l’avrebbe indossato e nemmeno visto.

Per quanto si sforzasse, nemmeno con l’avanzare della giornata riuscì a togliersi la ragazza dalla mente, continuava a chiedersi dove fosse. Ripetersi che non erano più affari suoi non serviva. E poi c’era qualcosa a proposito di Davies che lo infastidiva, solo che non capiva cosa. Rivisse un’altra volta tutta la conversazione avuta con lui e alla fine comprese quale fosse il dettaglio che lo disturbava: era l’espressione fugace e quasi impercettibile apparsa sul viso dell’uomo quando gli aveva detto che non gli importava più di sposare sua nipote ma che aveva già pagato i suoi debiti. C’era avidità in quello sguardo scaltro e Wood si rese conto che Davies aveva intenzione di ottenere un ulteriore guadagno da Miss Harrison e che molto probabilmente l’avrebbe cercata per poi procedere con il suo piano iniziale, venderla a Cox.

Strinse i pugni. Non poteva permetterlo. Anche se il destino di lei non lo riguardava più, doveva impedire allo zio di farle del male.

Dove poteva essere andata? Davies aveva controllato le vie per la Scozia senza trovare alcun indizio del passaggio recente di una giovane coppia. Decise perciò di puntare su una fuga solitaria, anche perché nel caso opposto lei sarebbe già diventata Mrs Marshall e un suo intervento sarebbe stato inutile: a quel punto nessuno avrebbe più potuto nuocerle.

Pensare a lei insieme al vice amministratore di Buntbury era sgradevole. Molto. Wood comprese che quella che aveva creduto una moderata attrazione era invece qualcosa di più profondo e che, nonostante tutto, non era disposto a tirarsi indietro, a meno che non fosse ormai troppo tardi e Miss Harrison non fosse già la moglie del giovanotto.

Forse, se avesse proposto le nozze alla ragazza prima di accordarsi con Davies, lei gli avrebbe parlato di quel Marshall. O forse no. In tutti i casi, benché motivato dall’urgenza di proteggerla, lui si era comportato come se stesse concludendo un affare, ammise, ignorando i sentimenti e i desideri di lei: non c’era da stupirsi che si fosse risentita e avesse preferito fuggire. Poteva solo sperare che fosse sola.

Sospirò frustrato e si impose di abbandonare pensieri, dubbi e recriminazioni: non servivano a niente. Era il momento di agire.

Doveva recuperare al più presto qualche informazione per capire come e per dove Miss Harrison fosse fuggita. Forse avrebbe potuto parlare con la sarta. No, meglio con lo stalliere.

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Published on July 02, 2021 21:43
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