Emily * Capitolo sei – prima parte

A Londra Wood si occupò di sistemare i debiti di Davies, incaricando il suo amministratore di trattare con Cox, e si recò dal suo notaio di fiducia per dare disposizioni che tutelassero la futura moglie nel caso in cui fosse rimasta vedova. Si procurò poi la licenza speciale per il matrimonio e fece rinnovare l’arredamento di alcune stanze della sua residenza di Mount Street nel modo che gli parve più indicato per accogliere una giovane donna.

Voleva infatti che Miss Harrison si trovasse a proprio agio con lui e in quella che sarebbe stata la loro casa; le poche volte che si erano incontrati si era mostrata poco disposta a intrattenersi con lui e Wood si augurava che quell’atteggiamento nei suoi confronti fosse dovuto a timidezza e non a ostilità. Ad ogni modo lo avrebbe scoperto presto: appena rientrato a Dacres Hall le avrebbe fatto visita.

Forse la sua decisione era stata avventata ma non se ne pentiva. La ragazza gli piaceva davvero, non era stato solo per proteggerla da Cox che aveva chiesto la sua mano: lo attraeva il suo modo di fare e di cavalcare, desiderava il suo corpo snello dalle curve morbide. Immaginava di poter instaurare con lei una sorta di amicizia simile a quella che lo univa a lady Glennbourne, un rapporto fatto di confidenza e intimità, ma più profondo perché lei sarebbe stata sua moglie.

Stava indugiando in quelle fantasie quando, all’improvviso, si sorprese a porsi per la prima volta una sgradevole domanda: e se le cavalcate di Miss Harrison nella tenuta avessero avuto una meta precisa, un incontro con un amante? Gli aveva dato l’impressione di essere una fanciulla riservata e introversa ma aveva goduto di un’eccessiva libertà a causa delle assenze dello zio, che non si era preoccupato di fornirle nemmeno una dama di compagnia per salvare le apparenze. Avrebbe potuto approfittare di quell’assenza per intrecciare una relazione. Infastidito si chiese perché non ci avesse pensato subito. Tornò con la memoria all’ultimo incontro nel parco e a come lei fosse chiaramente in imbarazzo: forse aveva davvero un appuntamento, per questo non aveva gradito la sua compagnia.

Alzò le spalle. Non era la prima volta che le sue scelte lo mettevano in una posizione che sarebbe stato un eufemismo definire scomoda e certo non sarebbe stata l’ultima. Fino a quel momento era sempre riuscito a volgere a suo favore quasi ogni circostanza ed era fiducioso che anche in quel caso non avrebbe fallito. Nonostante ciò non riuscì a liberarsi da un senso di disagio all’idea che la sua fidanzata avesse un amante o – peggio ancora – un innamorato. In quel caso l’avrebbe sposata lo stesso?

Dopo un paio di giorni dal suo arrivo nella capitale Wood ricevette un biglietto da lady Glennbourne; l’amica, avendo saputo della sua presenza a Londra, lo invitava a una serata musicale. Era un ricevimento per poche persone, preceduto da una cena informale al termine della quale i due trovarono il modo per conversare un poco senza che nessuno potesse udirli. Wood confidò allora a lady Glennbourne del proprio imminente matrimonio.

«Non posso crederci» esclamò subito lei. «Dopo quello che avevate affermato solo pochi giorni fa. Devo pensare a un colpo di fulmine oppure che abbiate compromesso una signorina?»

Lui sorrise: «Né l’una né l’altra cosa, ho solo cambiato idea all’improvviso. Si tratta comunque solo di un matrimonio combinato.» Nel dire così si sentì ingiusto nei confronti di Miss Harrison, non la sposava per amore ma certo non solo per convenienza, ma subito i recenti dubbi su una possibile relazione della ragazza tornarono a infastidirlo.

La sua espressione rifletté qualcosa di quei pensieri e l’amica lo guardò con aria dubbiosa: «Siete molto reticente e questo mi induce a pensare che mi stiate nascondendo qualcosa.» Con un gesto della mano lo fermò prima che potesse ribattere e proseguì: «Va bene così, ho sempre apprezzato la vostra discrezione ed è doveroso che la manteniate nei confronti della vostra futura moglie.»

«Ve la farò conoscere presto.»

«Naturalmente.» Avvicinò un poco il viso a quello di Wood: «Anch’io ho una confidenza da farvi. Temo di essermi innamorata.»

«È un problema?»

«Forse. Non mi era mai successo. Al contrario di voi posso testimoniare che il colpo di fulmine esiste, ne sono stata vittima pochi giorni dopo la vostra ultima visita. E potrei finire con lo sposarmi.»

«Lui vi ama?»

«Sì» mormorò in un soffio. Poi riprese con voce più sicura: «Stasera non c’è, è fuori città. Non vi dirò il suo nome, per ora.»

Wood assentì con un cenno del capo: «Spero che vi renda felice.»

Il concerto stava per iniziare e le offrì il braccio per andare a sedere nella sala allestita per l’occasione, un’ampia stanza molto accogliente, dalla tappezzeria pastello, quadri e specchi alle pareti e nei quattro angoli statue in stile classico che rappresentavano le stagioni. Wood si immerse nella musica ma presto il suo pensiero andò a Miss Harrison – Emily – e alla prospettiva allettante di farle scoprire il piacere. Questa volta ignorò di proposito l’eventualità che lei non fosse dello stesso avviso e ogni altro sospetto.

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on June 22, 2021 14:28
No comments have been added yet.