Emily * Capitolo uno – quinta parte

Timothy si accorse di un cambiamento nell’umore della ragazza e riuscì a indurla a confidarsi.

«Sono una persona semplice e non mi intendo di buone maniere ma non credo che sia conveniente, Miss, che voi incontriate questo giovanotto. Anzi, non va bene per niente» commentò dopo il racconto di Emily.

«Siamo solo amici» replicò lei arrossendo e instillando così nello stalliere il sospetto che le cose fossero diverse.

«Dovrebbe chiedere a vostro zio il permesso di vedervi. Se non lo fa non si comporta da gentiluomo a mio parere.»

«Suvvia Timothy, non c’è niente di male nell’incontrare qualcuno per caso.»

L’uomo sospirò, sapevano entrambi che il caso non c’entrava più, ma lui non aveva l’autorità di proibirle niente e in fondo era contento per lei se quell’amicizia la rallegrava; non poteva però non temerne le conseguenze e, promettendole che non ne avrebbe parlato con Mr Davies, la esortò alla prudenza.

In una radura sul confine fra la proprietà di Mr Davies e quella del barone Buntbury c’erano le rovine di una vecchia costruzione in pietra; quei resti diventarono presto il posto preferito dei due giovani: lì si incontravano, lì si lasciavano un messaggio sotto un certo sasso quando non potevano vedersi.

E fu lì che un pomeriggio William baciò Emily.

Poiché lui mormorò: «Siete così dolce, così cara. Mi piace parlare con voi» e giusto poco prima le aveva raccontato i suoi progetti: «Fra due anni al massimo il lavoro per lord Buntbury mi avrà consentito di mettere da parte abbastanza denaro per sposarmi. Desidero una famiglia ma voglio poter dare a mia moglie e ai miei figli una certa agiatezza», quel bacio ebbe per Emily il valore di una dichiarazione.

Così da quel giorno la giovane cominciò a immaginare il proprio futuro come moglie di Mr Marshall, amministratore apprezzato di lord Buntbury. Vedeva il cottage in cui avrebbero abitato, i bambini che avrebbero avuto… Benché non ne avessero ancora parlato insieme era certa che i sogni di William fossero simili ai suoi e che il giovane intendesse condividere il proprio avvenire con lei.

Probabilmente non sarebbe stato facile ottenere l’approvazione dello zio, ma era un problema che avrebbero affrontato al momento opportuno. E poi in fondo le mancavano solo due anni per diventare maggiorenne e allora sarebbe stata libera di unirsi in matrimonio a chi avesse voluto.

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Published on March 09, 2021 10:18
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