Claire * ancora dal Capitolo 1
«Pensavo di andare a trovare lady Ravenridge, che ne dite? Voi siete la sua migliore amica.»
La domanda, quasi improvvisa, di Miss Glennrock sorprese Claire, ma solo un poco: Martha Stevens, la sua migliore amica, rimasta orfana e ospitata da parenti di bassa condizione sociale, aveva di recente sposato il marchese di Ravenridge ed era diventata perciò una gentildonna di alto rango, che non si poteva più guardare dall’alto in basso come Sophia aveva fatto quando l’aveva conosciuta a Lime Hall.
«Dubito che in questo periodo la marchesa gradisca visite» rispose, trattenendosi dall’aggiungere “certo non le vostre”: Sophia si era comportata in modo molto scostante con Martha nell’estate e Claire non credeva che all’amica facesse piacere rivederla.
«Avete ragione, è meglio se prima le scrivo un biglietto. Nelle sue condizioni forse preferisce non stancarsi.»
Claire non replicò e l’altra riprese a vantarsi delle proprie conoscenze e successi: «Sua grazia la duchessa di Mowstings dice sempre che è davvero contenta che sua figlia abbia un’amica come me. Trovo che quella ragazza sia così simpatica. Certo non si può definire una vera bellezza ma è graziosa e il titolo di suo padre è uno dei più importanti.»
Claire annuì e Miss Glennrock proseguì: «Anche lei debutterà questa primavera, potrei presentarvela.»
In quel momento, con sollievo di Claire, Mark e lord Granthwood si affiancarono a lei e a Sophia, evitandole così di rispondere e intromettendosi garbatamente nella conversazione che diressero sui monumenti e sui tanti luoghi della capitale che a loro parere necessitavano di una visita. Claire, che a Lime Hall aveva compilato una lista di ciò che intendeva ammirare o ammirare di nuovo, trovò i progetti dei suoi compagni in armonia con i propri e si unì con entusiasmo alla pianificazione dei primi itinerari, anche se avrebbe dovuto tollerare ancora la presenza di Sophia Glennrock.
Mentre i quattro si dirigevano verso l’uscita di Hyde Park, Claire scorse in lontananza una coppia e riconobbe nell’uomo sir Carlton. Con disappunto si accorse di arrossire. Lui però non dette segno di averla notata, così lei poté evitare di parlargli e di presentarlo ai suoi amici. Sicura che l’avesse deliberatamente ignorata, però, rimase incerta se sentirsi sollevata o indispettita. Non poté nemmeno soddisfare la curiosità di sapere chi fosse la donna che era con lui perché chiederlo ai suoi compagni avrebbe significato destare la loro curiosità – in particolare quella di Sophia – sul baronetto. Scosse il capo arrabbiata con se stessa. Non le importava niente di quel tipo arrogante e insolente che a Lime Hall le si era rivolto con così poco rispetto, tanto meglio se aveva appena finto di non vederla.
Rientrata in casa Claire non riuscì però a non ripensare alle due volte in cui aveva incontrato sir Carlton. Nell’intento di assicurare a Martha un futuro senza preoccupazioni e proteggerla dal matrimonio con un vecchio che i suoi parenti avevano progettato, aveva creato una situazione compromettente per costringere un certo gentiluomo a dichiararsi all’amica. Era stato un gesto avventato di cui si era pentita subito, anche perché nella trappola era finito l’uomo sbagliato e lei aveva temuto per la felicità di Martha, che era fuggita evitare un matrimonio riparatore; il gentiluomo compromesso, però, non si era tirato indietro: aveva chiesto l’aiuto di sir Tom Carlton per ritrovarla e l’aveva convinta a sposarlo, conducendola a Gretna Green, dove un fabbro aveva celebrato le nozze. Claire aveva parlato con il baronetto quando questi era partito alla ricerca di Martha e poi quando, di ritorno dalla Scozia, si era fermato alla residenza degli Allston per confermare al conte che il matrimonio era stato celebrato. Era stato allora che, in un momento in cui nessuno poteva sentirli, Carlton le aveva rivelato che Martha aspettava un bambino. Una confidenza indiscreta, forse, che Claire comunque aveva apprezzato, non fosse stato per lo sguardo accusatorio che l’uomo le aveva rivolto; sapere che lui era a conoscenza del ruolo che aveva avuto nel matrimonio dell’amica e che la giudicava sconsiderata e invadente la faceva sentire vulnerabile e non poteva perdonarglielo.
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