Le Terme di Baia (Parte II)

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Come già accennato, della ricchezza di Baia è rimasto assai poco, per il bradisismo che ne ha fatto sprofondare sott’acqua buona parte dei suoi edifici. Ad ogni modo dalle strutture messe in luce dagli scavi iniziati nel 1941, interrotti causa la guerra e ripresi nel 1950 ad opera di Amedeo Maiuri, si ha già l’idea della sontuosità delle costruzioni. Dai lavori di dragaggio lungo il lido, dal 1923 al 1928, sono emersi numerosi frontoni e manufatti di marmo finemente lavorati che da soli testimoniano il lusso e la sontuosità delle ville che ricoprivano il territorio, che dalle fonti antiche, sappiamo fossero caratterizzate da lussuosi portici furono una caratteristica del luogo che sorreggevano i vasti terrazzamenti che si spingevano verso il mare ed ai fini pratici permettevano agli ospiti di ripararsi dai temporali o dalla gran calura estiva.





Cosa vedere delle Terme di Baia? La visita comincia dal cosiddetto criptoportico, in opus reticolatum, sovrastato da stanzoni che fungevano da magazzini e da cisterne, che nel Rinascimento furono utilizzate come prigioni: sino a qualche anno fa, sul loro intonaco, erano ancora leggibili le iscrizioni tracciate dai condannati, alcune addirittura in tedesco e in arabo. Sul lato destro, una lunga scala porta sulle terrazze superiori ove si notano resti di ambienti residenziali; questa zona, insieme al viale sottostante e agli altri livelli successivi, è l’unica a non avere costruzioni termali ed è stata chiamata “Villa dell’Ambulatio”, chiamata cosi dal nome latino del lungo portico ad esedra presente nelle ville romane, destinato al passeggio, alla lettura e all’otium dei ricchi proprietari, le cui strutture sono in gran parte ancora ben conservate e permettono al visitatore di avere un’idea generale di come poteva essere una tipica villa della Baia romana





L’impianto originale risale alla fine del II sec. a.C., ma il suo aspetto attuale viene generalmente datato al I sec. d.C. per la tecnica costruttiva in opera reticolata. Incorporato in origine come un vasto edificio con funzione termale, fu definito genericamente Complesso delle Terrazze, per la particolare disposizione delle strutture su una serie di basamenti artificiali (basis villae) digradanti verso il mare, secondo una tecnica costruttiva tipica di molte residenze romane.





Solo di recente l’intero complesso è stato identificato come residenziale. La visita dalla prima terrazza situata a monte, da cui si arriva ad una serie di stanze soggiorno tutte disposte sul lato ovest, con pavimenti in opus sectile o in mosaico e pareti originariamente rivestite in marmo; si riconoscono una grande sala panoramica, un peristilio ed un’aula absidata posta all’estremità meridionale, che serviva da sala di ricevimenti,





Dalla scala a sud si può ridiscendere nella seconda terrazza, occupata appunto dall’ambulatorio, checostituiva il basamento (basis) della villa posta al piano superiore e solo in seguito venne trasformata in un portico coperto, diviso longitudinalmente in due navate da una serie di pilastri raccordati con archi. Lungo il lato ovest, centralmente, si apre un’imponente sala a pianta rettangolare con esedra e con tre nicchie sulle pareti laterali, che poteva fungere da triclinio estivo.





Lungo il portico sono esposti numerosi frammenti architettonici, rinvenuti nelle acque del porto di Baia, che costituivano la decorazione marmorea di alcune strutture relative al Palatium imperiale dell’epoca dei Severi (III sec. d.C.). Procedendo verso sud, si scende la scala che delimita l’intero complesso lungo tutto il lato meridionale. Dopo le prime due rampe, si accede sulla sinistra alla terza terrazza attualmente occupata da un giardino, da considerarsi anch’essa un’ambulatio con pilastri che sostenevano la copertura a volta. L’aula posta a metà del lato ovest è in asse con le grandi sale delle terrazze superiori e con un ambiente sottostante, da identificare probabilmente con una fontana. Scendendo ancora la scala sud, si arriva al livello della quarta terrazza , caratterizzata da due corridoi paralleli sui quali si aprono una serie di stanze genericamente interpretate come ambienti destinati al personale di servizio. Le tecniche edilizie usate testimoniano interventi costruttivi avvenuti in epoche diverse. In particolare, per la serie di ambienti relativi ad un epoca sicuramente più avanzata nella vita dell’edificio, si può ipotizzare un carattere “alberghiero”. Sempre dalla scala posta a sud si scendono ancora due rampe di gradini e si arriva al livello della quinta terrazza.





A sinistra si accede direttamente in una stanza , che è la prima di una serie di sale, tutte rivolte verso il mare. Lungo il lato ovest si riconosce il muro originario della basis villae, costituito da un prospetto architettonico con arcate cieche e semicolonne, poi inglobato dagli antistanti ambienti costruiti successivamente. Va notata una sala rettangolare rivestita e pavimentata in marmo, che presenta sui lati corti due banchine decorate con nicchie e semicolonne. Un sistema di scale consentiva di salire al livello superiore, di raggiungere altri vani a nord, oggi distrutti, e di scendere all’ultima terrazza. La sesta terrazza è costituita da un’ampia area aperta, destinata a giardino, con una fila di vani nel lato sud, delimitala ad ovest dal lungo muro di sostegno del livello soprastante. È probabile che in fase più antica il giardino fosse circondato da un peristilio, ma una esatta interpretazione di questo vasto spazio è resa difficile dalle numerose manomissioni subite in epoca tarda, per la ricerca di acque termali sotterranee.

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Published on September 11, 2020 12:20
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Alessio Brugnoli
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