Grotta Ipogeo di Piagge


Il buon Poe, ne La lettera Rubata, evidenziò come il modo migliore per nascondere una cosa, è metterlo sotto gli occhi di tutti; concetto che è ben evidenziato in uno dei cosiddetti luoghi misteriosi delle Marche, la cosiddetta Grotta Ipogeo di Piagge, situata in una frazione del comune di Terre Roveresche.


Ipogeo situato proprio nel centro storico, in prossimità dell’ingresso medievale del castello, per decenni aveva svolto la funzione di cantina e magazzino; tra gli abitanti del paesino, infatti, c’è chi ricorda di avervi conservato lonze, formaggi e prosciutti.


Nel 1996, un architetto e studioso di storia locale, Gabriele Polverari, in una ricerca storica su Piagge, all’epoca comune autonomo, scopri il vero valore dell’ipogeo, che è statoaperto al pubblico il 2 settembre 2016, dopo circa quattro anni di lavori per la messa in sicurezza e restauro.


Così, scendendo una rampa di gradini scavati nel tufo, appartenuti probabilmente all’antico ingresso delle mura del castello, ci si ritrova in ipogeo con impianto basilicale e pianta cruciforme dove al corpo principale si incrociano le braccia secondarie ortogonali; se fossimo nel Sud Italia, parlemmo senza problemi di una chiesa rupestre.


Impressione amplificata dalla presenza di nicchie e della peculiare decorazione, caratterizzata dal “Fiore della Vita”, quello che Bossi ha chiamato impropriamente “Sole Padano”, che nell’immaginario medievale indicava la Creazione, dato che i lobi richiavano i sei giorni della Genesi, e l’intrinseca razionalità dell’Universo, e della presenza del Giglio, simbolo di integrità e moralità.


Ora, proprio questa decorazione porterebbe a escludere qualsiasi orgine paleocristiana, dato che all’epoca non era assolutamente presente e orienterebbe la costruzione attorno al 1200, quando questi simboli decorativi diventano di uso comune.


Per cui, possono essere formulate un paio di ipotesi sulla sua origine, una più fascinosa e una più terra, terra.


L’ipotesi fascinosa fa riferimento ai Templari, che usavano decorare le loro commende con tali simboli: per cui, l’ipogeo potrebbe essere una sorta di cappella, connessa, come in altre località marchigiane, a una domus che svolgeva sia un ruolo di gestione della proprietà agricola, sia di xenodochium per i pellegrini diretti ad Ancona, per imbarcarsi per la Terra Santa.


Cappella parzialmente smantellata dopo la condanna dell’Ordine; ipotesi purtroppo non supportata da nessuna fonte.


Quella più terra terra, fa riferimento ad analoghe esperienze abruzzesi, dove decorazioni del genere risultano essere associate ad eremi benedettini: ora Piagge, storicamente, è appartenuta, sino al 1300 inoltrato ai domini dell‘Abbazia benedettina di San Paterniano, distrutta a fine Quattrocento, per cui è possibilissimo che si tratti di un eremo frequentato da qualche monaco particolarmente asociale o in vena di penitenza…

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Published on November 04, 2019 05:43
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Alessio Brugnoli
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