Un’idea per via Principe Aimone

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Scorrendo l’edizione di questo mese de Il Cielo sopra l’Esquilino, il giornale rionale, per chi non lo conoscesse, mi è caduto l’occhio su questa lettera, intitolata Street art per via Statilia, che mi diverto a riprodurre


Buongiorno amici,

molto spesso passo per via del Porto fluviale e dintorni e non posso fare a meno di ammirare la vera street art che decora e abbellisce molti palazzi della zona. Poiché abito in via Principe Aimone, piccola strada compresa tra via Statilia e via San Quintino, ho da tempo un sogno.


Il lungo muro che delimita Villa Wolkonski su Via Statilia è purtroppo deturpato da ignobili graffiti senza significato alcuno, se non quello di rendere sporco il muro come la mentalità di chi lo compie.


Sarebbe bellissimo, magari con il permesso dell’Ambasciata Inglese, far decorare detto muro da veri artisti, come nel caso citato sopra, magari con scene rappresentanti giardini, bambini che giocano e simili.


Ricordo con piacere quanto fui colpito entrando in auto a San Francisco, nel vedere un lungo muro dipinto con vari personaggi e situazioni veramente piacevoli. Forse qualcuno più avanti negli anni, come me, ricorderà che lo si vedeva nella sigla di un gialletto televisivo di qualche decennio fa.


C’è qualcuno che crede che questo sogno sia realizzabile ? Grazie e complimenti per il vostro impegno nel migliorare il rione.


Ora, non conosco l’autore di questa lettera, però mi ha fatto riflettere su una cosa: la prima è come il lavoro fatto nella street art del Rione non sia, come affermato da qualche contestatore, una mia paturnia personale, ma risponda a una specifica e condivisa esigenza degli abitanti dell’Esquilino.


Esigenza che va oltre il quadrante di via Giolitti, su cui sino ad oggi si sono concentrati gli sforzi de Le danze di Piazza Vittorio, di Up 2 Artist e de La casa dei diritti sociali; sforzi, cosa che rivendico con orgoglio, che hanno reso, nonostante l’opposizione di qualche pittore locale, si tranquillizzi una volta per tutte, se dipingiamo muri non lo facciamo per scippargli qualcuno dei suoi collezionisti borghesi, dai gusti gozzaniani, e alcune disattenzioni da parte della politica, l’Esquilino uno dei luoghi più interessanti e vivaci sul palcoscenico della street art europea e che, proprio per questo, potranno rendere possibile la realizzazione del sogno del lettore.


Realizzazione che non è certo semplice: chiunque se ne prenda in carico, deve affrontare sfide non certo semplici: definire un progetto condiviso, che coinvolga sia gli abitanti del Rione, sia l’ambasciata inglese; ad esempio, la butto lì, essendo stata Villa Villa Wolkonsky durante l’Occupazione sede degli uffici del capo della Gestapo, Herbert Kappler,prima di trasferirsi nella vicina via Tasso e prigione gestita da Erich Priebke, si potrebbe decorare il muro con le storie e i ritratti degli eroi della Resistenza nel Rione, a cominciare da Pilo Albertelli.


Definito il progetto, bisognerebbe poi capire bene la questione dei permessi, data la questione dell’extraterritorialità, sia quella del finanziamento.


Sfide difficili, ma che si possono affrontare, se c’è la volontà…

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Published on May 19, 2019 04:25
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Alessio Brugnoli
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