La mia vita è stata una corsa (Bettino Craxi)




“Io, nella mia vita la tranquillità non l’ho mai cercata. In verità, non mi sono mai neppure posto il problema della felicità.”
Era una frase di Craxi ma era una frase che Silvano avrebbe benissimo potuto usare per sé. Silvano non fu mai felice, ma neppure mai si pose il problema se la felicità esistesse e che fosse.
Conosceva la rabbia, il rancore, la lotta, la resistenza, il lavoro duro, la bontà improvvisa, la compassione, la commozione, ma non la felicità. Felicità per lui era una parola come un’altra. Era un sentimento che aveva dimenticato troppo presto, insieme alla gioventù.
E così era per Sabatina.
Ma Sabatina tuttavia, assaporava momenti di felicità. Ed erano quei momenti in cui poteva parlare con qualcuno. A lei piaceva parlare. Poteva parlare per ore. Dimenticava i dolori, i mali, dimenticava le tristezze, la sofferenza. Parlare la esaltava, la faceva sentire viva.
Il dialogo che lei preferiva era il monologo. Avere la possibilità di parlare a qualcuno che per ore ascoltasse senza contraddirla.
I suoi soggetti preferiti, soprattutto dopo i cinquanta anni erano Ida, la guerra, Le Mura, Settefrati, i figli.
Verso i settanta anni avrebbe aggiunto lunghi monologhi riguardanti i viaggi.
Lei che non aveva mai viaggiato, a settanta anni scoprì come fosse bello viaggiare. Lo scoprì con un gruppo organizzato da Valerio, un privato cittadino di Capraia Fiorentina (il paese dirimpettaio, di là d‘Arno, di Montelupo: „Da Montelupo si vede Capraia, Dio fa le persone e Amor l‘appaia“ recita un antico detto montelupino). Valerio aveva la passione di organizzare viaggi per persone anziane, e, grazie a Valerio, Sabatina a settanta anni poté visitare San Marino, il Vaticano, la Francia, la Svizzera, la Germania, la Serbia, la Croazia.
Ma fu in virtù dello spirito dei tempi che Sabatina seppe adattarsi a una nuova vita. Fu in virtù di un nuovo spirito politico che Silvano visse una nuova meravigliosa vita politica, prima della definitiva caduta. Si dice che la caduta fu preparata dal montare di un’opinione pubblica sempre più indignata dalla corruzione dilagante dei partiti. Ma l’opinione in realtà si prepara, si costruisce, si manipola, si crea cavalcando lo spirito del tempo.

- Non bisogna essere marciatori della pace a senso unico…moralisti un tanto al chilo…massimalisti dei miei stivali…ma quali rivoluzionari d‘Egitto! Craxi da giovane aveva questi modi di esprimersi che facevano colpo su di noi. Che hanno costituito un lessico, una sintassi, un modo di dire, un modo di essere, un modo di fare politica irripetibile. Era una sorta di predicatore laico, che ti costringeva a ragionare. Lui ti ascoltava…questa era la grandezza di Craxi. E aveva ragione quasi sempre. E poi non è più cambiato, perché la grandezza di Bettino Craxi era che lui era già Bettino Craxi quando non lo credevano ancora Bettino Craxi. Pensavano che fosse solo Benedetto. Invece no, era già Bettino.

Le parole di Pillitteri gli risuonavano nelle orecchie.
Chi poteva fermare Bettino? Nessuno. Aveva l‘Italia in mano. Solo una forza superiore che aveva interesse a rimuoverlo insieme a una classe politica, corrotta sì, ma che con Craxi aveva trovato una politica estera e interna propria poteva fermarlo. Una forza che già allora si manifestava globale. Senza limiti e confini. Una forza sempre più dipendente da motivazioni altre che quelle inerenti a un sistema nazionalistico, e che fin da allora si scopriva interessata a una spinta sovranazionale e avvertiva stretti persino i limiti di questo pianeta.

Non poteva essere il contadino con le scarpe grosse e il cervello fino di Milano ad aver orchestrato quella spinta. Non poteva essere quel giudice moralista a stoppare Bettino.
Non capiva Silvano. Sì, capiva che avrebbero potuto essere gli americani ad aver coadiuvato il contadino di Milano…ma era qualcosa di più. Qualcosa che andava oltre il potere americano. Qualcosa che si era inserito all'interno di quel potere e lo usava. Lo capiva ma gli sfuggiva. Rimaneva senza nome. E forse lo sarebbe rimasto ancora per lustri, decadi, secoli forse…
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Published on February 10, 2019 13:07
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