Omero e il rasoio di Occam
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Qualche giorno fa un tizio ha così commentato le mie critiche alla tesi, assai bislacca, di Omero nel Baltico, che, per chi non la conoscesse, afferma come le vicende narrate nell’Iiade non siano una trasfigurazione poetica di eventi avvenuti in Anatolia nella Tarda età del Bronzo, ma di vicende assai più antiche, ambientate, udite, udite, nella Scandinavia
Le consiglio la lettura di questa seria rivista, forse ripenserà le sue “opinioni”, alcune delle affermazioni da Lei presentate parrebbero non corrispondere a quanto affermato da altri studiosi (accademici e non sognatori):
RIVISTA DI CULTURA
CLASSICA E MEDIOEVALE
Fabrizio Serra editore, Pisa – Roma
Anno LV/2, 2013
Pp. 356
Data che questa rivista è di gran fama e ha un comitato scientifico che la metà basta, sono corso a vedere quali fossero i suoi contenuti, che provvedo a condividervi… Abbiamo, in ordine di apparizione, gli autori e i relativi saggi presenti sono:
Giacomo Tripodi, docente emerito di Botanica generale presso il Dipartimento di Scienze biologiche ed ambientali nell’Università di Messina, autore di
Riflessioni naturalistiche sui versi omerici
Marco Duichin, filosofo, autore di
Il lato oscuro di Odisseo: eroe greco o «sciamano» nordico?
Giovanni Martinotti,psichiatra ed Eleonora Chillemi esperta di psicologia cognitiva, entrambi di chiara fama, autori di
L’Odissea: ovvero la raccolta di icaros sciamanici in trance estasica
Alessandra Giumlia-Mair, grande esperta di metallurgia, autrice di
Baltico e Mediterraneo orientale nel II millennio a.C.
Silvia Peppoloni e Giuseppe Di Capua geologi e vulcanologi, autori di
Uno sguardo d’insieme sugli eventi geologici e climatici che caratterizzano l’Olocene nell’area baltica e mediterranea
William Mullen che immagino non sia il generale, autore di
Odysseus’ Travels after Troy: locations and Symbolic Patterns
Felice Vinci ingegnere nucleare, autore del saggio Omero nel Baltico, che ribadisce e sue tesi in
Evidenze di un’originaria matrice nordica dell’Iliade e dell’Odissea
Carla Del Zotto, docente di Filologia germanica all’Università “La Sapienza” di Roma, autrice di
Il mito di Troia e la migrazione di Odino in Scandinavia
Mark-Kevin Deavin, grande esperto di storia vichinga, autore di
Ulysses in the North? The Yggdrasill Myth re-considered
Maria Stella Bottai, critica d’arte, autrice di
“Prendendo Omero come modello”: l’epica finlandese del Kalevala e l’arte figurativa
Giuliana Bendelli docente di Letteratura inglese nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, autrice di
Ulysses Hibernatus
Arduino Maiuri, docente presso il Liceo “Cornelio Tacito” di Roma, è ricercatore ed esperto di storia delle religioni,autore di
Il Nord nel mondo greco-romano
Ilze Rumniece, docente di filologia classica presso l’università di Riga, autrice
Ancient “curetes” and the Western Baltic tribe of “kuri” (some suggestive parallels)
Tutti persone degnissime, studiosi di chiara fama, che avranno scritto dei saggi di sicuro interesse, ma con un grosso ma… Manca totalmente la presenza di un esperto di archeologia egeo anatolica o di filologia greca. Per fare un esempio concreto è come se chiamassi a progettare un aereo a un gruppo di lavoro costituito da un ingegnere idraulico, da un architetto, da un design, da un noto calciatore, da un musicista e da uno chef di fama: le loro considerazioni potranno anche essere interessanti, ma difficilmente il frutto del loro lavoro riuscirebbe ad alzarsi da terra.
Questa omissione è in fondo, frutto, forse inconsapevole, della volontà di sfuggire al contraddittorio, che mostrerebbe la debolezza della tesi di fondo: per esempio un filologo potrebbe mostrare come molte delle presunte prove di Vinci siano molto simili alle pseudo etimologie che andavano tanto di moda nel Medio Evo.
Oppure l’esperto di archeologia egeo anatolica, forse nel 2013 non avrebbe potuto citare le discusse iscrizioni luvie che accennano a Wilusa o accennare alle nuove ipotesi di rilettura delle tavolette o-ka di Pilo, ma sicuramente avrebbe raccontato dei risultati delle campagne archeologiche compiute nel sito di Troia, con la scoperta della città bassa, del fossato a sua difesa e delle tracce di scontri volenti che sono emerse negli scavi. O discutere dei testi ittiti come la Lettera di Manhapa-Tarhunta, la Lettera di Tawagalawa o Lettera di Millawata, con la loro complessa mitologia. O infine citare le tavolette di Pilo in cui, con le dovute cautele, si parlerebbe di troiani.
Ma questo avrebbe significato privilegiare il dato concreto, rispetto alla chiacchiere retoriche e avere il coraggio di applicare il rasoio di Occam, che ci suggerisce di “eliminare con tagli di lama” tutte le strade più complicate e imboccare quella più immediata e plausibile. Cose sempre meno digeribili, in un’Italia, che come mostrano i no vax, ha sempre più in antipatia la ragione e la scienza.
Alessio Brugnoli's Blog

