Ancora

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Quando il cantante, che poi cantante non era proprio il termine più adatto, iniziò a lanciare chewing gum verso il pubblico, la cartellina che tenevo piegata nella tasca dei jeans mi sembrò di colpo inutile. Se non avevo capito male, il pezzo si intitolava Cinnamon, mentre sul nome della band non avevo dubbi, stava scritto sulla scheda per la votazione: Offlaga Disco Pax.


Il luogo era l’Auditorium FLOG di Firenze. Il giorno, il 20 marzo del 2004. Ero stato chiamato, in virtù della mia doppia militanza nelle redazioni de Il Mucchio Selvaggio e Sentireascoltare, a far parte della giuria del Rock Contest. , la storica rassegna dedicata alle band emergenti organizzata dall’emittente fiorentina Controradio. Delle sei band finaliste, gli Offlaga non erano soltanto la migliore, ma quella che imponeva una dimensione espressiva così propria, compiuta e potente da porla già oltre, molto oltre l’ambito pur valido (per non dire prestigioso) di quella serata finale, che vide tra l’altro darsi battaglia gruppi destinati a far parlare di sé come i Rio Mezzanino, gli Underfloor e i Martinicca Boison.


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Una finale di ottimo livello, certo. Ma a quel punto, semplicemente, non c’era più gara: il recitato laconico, sottilmente umoristico e dalle inflessioni sprezzanti di Max Collini sulle basi ipnotiche, in bilico tra caldo e gelido, analogico e digitale di Daniele Carretti ed Enrico Fontanelli, dava vita ad una sorta di teatro-canzone post-moderno alle cui fondamenta stava esattamente quell’immaginario perduto (il socialismo sedimentato come un immancabile sfondo culturale a forza di mitologie e percorsi mentali obbligati) che i rivolgimenti politici e sociali in atto stavano vaporizzando, fino a farne il fantasma di un rimpianto dovuto ma impossibile, una vera e propria contro-nostalgia. Nei testi di Collini avvertivi l’attrito tra l’orizzonte motivazionale dell’ideologia e l’evidenza della sua sconfitta: un intreccio di storie minime palpitanti e massimi sistemi ormai derelitti, l’asprezza dei sogni e dei segni (dei simboli) nel momento in cui crollano, lasciandosi alle spalle vuoto, macerie e mancanza di riferimenti.


La performance degli Offlaga, con lancio di famigerati cinnamon appunto – i chewing gum così amati e odiati di quando ero bambino – e degli ormai globalizzati Tatranky, annunciava la nascita di una band importante, forse la prima band italiana importante del nuovo secolo. Sarebbe stato ingeneroso, persino ridicolo paragonarli agli altri concorrenti: tirai fuori dalla tasca la cartellina, assegnai a loro il massimo dei voti, distribuii voti medi agli altri, ed era tutto. Non c’era posto per altro.


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La vittoria degli ODP in quell’edizione del Rock Contest fu inevitabile, e contribuì in maniera decisiva ad avviare una carriera che negli anni ha fruttato tre album (Socialismo tascabile del 2005, Bachelite del 2008 e Gioco di società del 2012) e due EP (Onomastica del 2009 e PrototipoCASIO del 2012), lavori mai scesi sotto la soglia del buono, con punte di autentica eccellenza. Purtroppo, la morte prematura di Enrico Fontanelli (nell’aprile del 2014, a soli 36 anni) ha interrotto questo percorso che Collini e Carretti hanno scelto di non far sopravvivere. Entrambi proseguono con altri progetti (Felpa per Daniele, Spartiti – con Jukka Reverberi – per Max, oltre a varie collaborazioni tra cui i rinati C.S.I.), ma nel cuore c’è inevitabilmente Enrico, alla cui memoria dall’estate del 2014 viene dedicato Ancora, un “piccolo festival” organizzato dagli ex-Offlaga e giunto agilmente alla quinta edizione.


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E’ notizia di oggi l’uscita di Offlaga Disco Pax #1 – #163, un catalogo che raccoglie tutto l’artwork prodotto dal 2003 (anno di nascita degli ODP) al 2013 e curato da Fontanelli, che oltre a essere musicista era anche designer. Avrà luogo anche una mostra, a Parma, che sarà visitabile ogni fine settimana di ottobre e prevede incontri, dibattiti, approfondimenti con addetti ai lavori, giornalisti, artisti. Tutto questo non sembra soltanto un corollario, una propaggine occasionale. Al contrario, ha il sapore delle concatenazioni, delle conseguenze necessarie, di cerchi che si chiudono mentre altri rimangono in attesa, e altri ancora.


Gli Offlaga Disco Pax sono una storia interrotta nel momento in cui sembrava avere altro, molto altro da raccontare. Per questo non ha mai smesso realmente di farlo.

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Published on September 27, 2018 06:04
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