L’ascesa dei dinosauri (Parte II)
Nello scenario postapocalittico seguito alla grande estinzione del Permiano, per un colpo di fortuna, siamo riusciti a identificare uno dei primi antenati dei dinosauri, il Prorotodactylus, grazie a una serie di orme trovate sia in Polonia, sia in Francia. Da quanto siamo riusciti a interpretare da queste impronte, disposte su piste strette, con le zampe anteriori a cinque dita poste davanti a quelle posteriori, lievemente più grandi, con tre lunghe dita centrali e due protuberanze ai loro lati, il Prorotodactylus era delle dimensioni di un gatto domestico, con zampe lunghe e sottili, code lunghe e muscoli posteriori in proporzione più grandi rispetto agli altri arcosauri, caratteristiche che gli permettevano di essere più efficienti nella caccia agli insetti e ai piccoli anfibi.
Nei successivi venti milioni di anni, avvennero due fenomeni tra loro paralleli: da una parte, vi furono una serie di adattamenti che favorirono l’adozione dell’andatura bipede, dall’altra cominciò la differenziazione tra dinosauri carnivori e erbivori.
La testimonianza di questo, si ha nei fossili trovati in argentina nella cosiddetta Formazione Ischigualasto, all’epoca una pianura alluvionale vulcanicamente attiva coperta da foreste, con un clima caldo e umido, sebbene soggetta a variazioni stagionali, incluse forti piogge. La vegetazione consisteva in felci, equiseti e conifere giganti, che formavano foreste di altopiani lungo le rive dei fiumi.
In questa sorta di Amazzonia dell’epoca, dominavano erbivori come i rynchosauri, strani rettili dotati di becco, con dei denti adatti a macinare il cibo e dai forti muscoli masticatori, che si nutrivano prevalentemente di felci del tipo Dicroidium, gli aetosauri, imparentati con i coccodrilli, dalle lunghe zampe, dal corpo coperto e da una corazza formata da placche ossee, probabilmente insettivori, e i protomammiferi, come eseretodonte, un erbivoro che si nutriva di fogliame, dal copro massiccio e lungo un paio di metri o il colossale Ischigualastia, che poteva superare i 3,5 metri di lunghezza e
arrivare a 2 tonnellate di peso.
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Animali che venivano cacciati da giganteschi coccodrilli terrestri: in tale scenario, fecero da comparse tre specie di dinosauri primitivi. Il primo fu l’Eoraptor, un bipede lungo poco più di un metro, con le e zampe anteriori erano molto più corte di quelle posteriori (circa la metà) e avevano cinque dita. Tre di queste, le più lunghe, terminavano in grandi artigli che servivano probabilmente per afferrare e trattenere la preda. Avendo anche denti da erbivoro, l’Eoraptor mangiava tutto ciò che poteva capitargli a tiro, dalle foglie piccoli animali come lucertole e insetti. In più era un veloce corridore e, dopo aver catturato le sue prede, con tutta probabilità usava i suoi artigli e i suoi denti per farne bocconi.
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Il secondo era Herrerasaurus, il primo di quella lunga serie di dinosauri carnivori che porterà ai Tirannosauridi. Lungo dai tre ai 4 metri e alto più di un metro e mezzo, l’ Herrerasaurus aveva una corporatura era snella e robusta; il collo era moderatamente allungato e le zampe posteriori erano lunghe e potenti. Gli arti anteriori, dotati di mani a cinque dita fornite di potenti artigli, servivano ad afferrare le prede, che venivano poi ulteriormente ferite dai lunghi denti presenti nell’ampia bocca.Nonostante queste caratteristiche, l’Herrerasaurus non rappresentava uno dei massimi predatori del tempo, rappresentando un peso piuma rispetto agli arcosauri, come il semiacquatico Proterochampsa o i rauisuchidi come Saurosuchus, finendo spesso e volentieri nei loro stomaci capienti.
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Il terzo era il Pisanosaurus, un erbivoro di piccole dimensioni, esile di costituzione, che poteva raggiungere una lunghezza di 1 metro, che probabilmente fungeva da cibo principale per l’Herrerasaurus. All’epoca, la geografia della Terra era assai simile a quella del Permiano: la Pangea aveva una forma a “C”, con a nord le grandi masse continentali dell’Eurasia e di quella che sarebbe diventata l’America settentrionale, mentre a sud l’Africa e il Sudamerica erano ancora unite all’India ed Australia. Il golfo al centro della Pangea era la Tetide mentre l’oceano che circondava il tutto viene chiamato Pantalassa.
Alcune grosse isole (in realtà placche litosferiche di crosta continentale ma di dimensioni tali da non essere considerate un continente) erano presenti al centro della Tetide: il più grande era probabilmente il Mega Lhasa Block che ora, costituisce parte della catena himalayana. Altri gruppi di terre emerse erano prossime all’area che ora è il Canada occidentale.
Essendo all’epoca il nostro pianeta assai più caldo dell’epoca attuale, Pangea era caratterizzata da una regione equatoriale terribilmente calda e umida, affiancata a Nord e Sud da deserti, mentre il clima delle nostre latitudini era analogo a quello tropicale. I fossili mostrano come i dinosauri, pur differenziandosi lentamente nelle regioni umide a clima tropicale, ma che non fossero in grado di colonizzare i deserti: in pratica, non riuscivano a reggere il caldo.
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Per loro, la situazione cambiò in meglio, grazie a due colpi di fortuna: il primo l’estinzione, di cui non si è ancora capito il motivo, dei rynchosauri e dei grandi protomammiferi erbivori, che liberò loro una serie di nuove nicchie ecologiche, tanto che si evolse il Saturnalia, una specie lunga come un cane, dal collo lungo, antenato dell’Apatosauro e Brontosauro (sì, negli ultimi tra anni sono di nuovo stati distinti come specie..). Il secondo, la modifica del regime delle piogge, che trasformò i deserti in savane, permettendo la migrazione verso sud dei dinosauri.
Eventi di cui ne approfittarono anche gli antenati dei coccodrilli, che all’epoca riuscirono ad avere maggiore successo, adattandosi a un numero più ampio di nicchie ecologiche: paradossalmente, un alieno capitato all’epoca sulla Terra, avrebbe considerato i dinosauri come animali alquanto marginali.
Però, verso la fine del Trassico, grandi forze geologiche cominciarono a modificare l’assetto della Pangea, causandone una frattura, corrispondente al nostro Oceano Atlantico. Per più di mezzo milione di anni, tsunami di lava, in uno scenario analogo alla fine del Permiano, flagellarono la Terra, causando una nuova estinzione di massa, che per la distribuzione delle masse terrestri, a differenza di quella precedente, non fu uniforme.
L’estinzione del Triassico superiore si concentrò prevalentemente sulle latitudini tropicali, dove prosperavano gli antenati dei coccodrilli. Al contrario, nelle medie latitudini non vi fu una spiccata né irreversibile perdita di biodiversità, favorendo così i dinosauri, che da quel momento in poi trovarono via libera…
Alessio Brugnoli's Blog

