Il Mitreo dei Marmi Colorati

[image error]


E’ assai complesso descrivere l’origine del Mitraismo, anche perché tra il Mithra dei persiani, quello adorato in Asia Minore nel II secolo a.C. e quello presente nell’Impero Romano, vi è ben poco in comune, oltre il nome.


Probabilmente, il substrato originale indoiranico subì nel tempo da una parte una complessa elaborazione teologica, dall’altra fu soggetto a una serie di sincretismi con altre divinità: però, nonostante la sua natura misterica e la complessità del simbolismo che vi era associato il Mitraismo godette però di una vasta fortuna, oltre che nell’esercito, soprattutto tra le classi più modeste della società: schiavi, liberti, operai, artigiani e piccoli commercianti.


Una prova di tale successo la abbiamo anche a Ostia: nella città, estesa nel III secolo per circa 130 ettari e con una popolazione stimata di circa 60000 abitanti, vi erano almeno 15 mitrei. Uno dei più singolari, per la sua storia complessa e affascinante, è quello situato nel quartiere di Porta Marina, il cosiddetto Mitreo dei Marmi Colorati.






 


Come raccontato altre volte, il quartiere di Porta Marina era una sorta di “San Lorenzo” dell’Ostia dell’epoca, pieno di taverne e trattorie. In età severiana, uno di questi locali, una piccola caupona, di poche pretese, che si trovava al piano terreno del Caseggiato delle Due scale chiuse i battenti. Qualcuno, vedendo che così si era aperta un’ opportunità di business nel settore della ristorazione, decise di approfittarne, finanziando la costruzione di un edificio capace di accogliere e servire una clientela di lusso.


Nacque così la Caupona del dio Pan, dal soggetto del mosaico pavimentale della sala principale, che occupò un’area di quasi 180 mq e fu costruita in opera listata, che alternava, nei muri, strati di mattoni a strati di blocchetti di tufo. I suoi spazi spazi erano razionalmente ripartiti tra quelli destinati ad avventori normali, quelli per il personale di servizio e quelli riservati dalla proprietà per clienti danarosi, bisognosi di privacy,


Dopo circa un secolo di onorata attività, nel corso del IV secolo, la caupona per motivi non chiari, cambiò radicalmente destinazione d’uso: fu chiuso l’ingresso principale verso strada, da dove entravano di soliti i clienti, altre porte furono modificate o murate e cambiata la decorazione pittorica dell’interno. L’intero edificio divenne così un luogo di culto dedicato a Mithra con uno spelaeum dotato di una particolarissima pavimentazione policroma, che ha suggerito la denominazione di Mitreo dei Marmi Colorati, con le stanze adibite alle specifiche esigenze di quel culto, dall’iniziazione alla

vestizione.


[image error]


La sala da pranzo principale, però, non cambiò la modalità di utilizzo, passando però dai banchetti profani alla agape liturgiche che seguivano i sacrifici rituali: In un ambiente secondario sono stati identificati elementi decorativi che hanno una probabile valenza simbolica di grande interesse: sullo zoccolo, dipinto in rosso su fondo bianco, sono ripetuti più volte il tridente, dal quale si generano girali, e frecce.


Il tridente rientra tra i motivi decorativi cari alla tradizione della pittura romana, ma in questo caso assume un senso nella teologia mitraica, che da diversi indizi, come il rilievo di Dieburg, sembra avesse una sorta di natura trinitaria: Mithra, infatti, era arciere ed era accompagnato da da Cautes e Cautopates, anch’essi arcieri.


Nello speleaum absidato erano presenti una nicchia rettangolare, in cui forse era conservato un simulacro del dio, due altari mobili, un podium, un’aiula e un pozzo rituale con una vera marmorea. L’arredo dello spelaeum era mobile e forse in prevalenza ligneo. I due altari erano fissati a terra grazie ad alcune tacche praticate nel pavimento.


Ora, peculiarità di questo mitreo, che lo distinguono dagli edifici di questo tipo sono gli spazi ristretti, la presenza di un solo letto rituale e la peculiarità della pavimentazione, dalla cui decorazione geometrica si può ipotizzare che sul lato sinistro, a fianco del letto, venisse collocata una lunga panca. Probabilmente, chi commissionò la trasformazione dell’osteria in luogo di culto, per risparmiare o per motivi statici, decise di mantenere più inalterata possibile la planimetria originale dell’edificio, facendo di necessità virtù.


In un’altra sala sono stati invece ritrovati graffiti che rimandano al mondo religioso mitraico. Uno, in particolare, è un’invocazione al dio Mitra connesso con il gran dio Crono. Nella stessa sala, sulla parete sud, compaiono alcuni monogrammi mitraici. Al pari dei cristiani, i seguaci di questa religione misterica sentivano il bisogno di simboli alfabetici che concentrassero in sé le lettere della parolaMitra o in simboli solari.


Da evidenziare due curiosità: la prima, che risulta dall’analisi dei pollini, consiste nella presenza di ginepro, un’essenza del tutto estranea all’ambiente ostiense, le cui bacche però avevano un ruolo importante nei rituali mitraici.


L’altra è la presenza di arredi sacri, riconducibili al culto di Iside: ora, più che pensare a strani sincretismi tra le due religioni, viene il sospetto, dato il braccino corto della proprietà, che questa, per coprire le spese di gestione dell’edificio e le tasse, abbia subaffittato parte dei suoi spazi ai fedeli della dea egizia..


Le cose cambiarono drammaticamente nel V secolo: con l’affermarsi del cristianesimo a Ostia, i cui vescovi risiedono in un complesso costruito sulla via del Sabazeo, i mitrei furono sempre meno tollerati. A Ostia molti furono dati alle fiamme e distrutti da raid di estremisti cristiani, oppure chiusi dalle autorità pubblica. Da questo destino, non si salvò neppure il Mitreo dei Marmi Colorati; venne chiuso, il suo pozzo sacro interrato e un’impresa edile specializzata si incaricò di asportare i mosaici, ad eccezione di quello del dio Pan.


L’edificio così decadette progressivamente, anche a causa delle inondazioni del Tevere. Infine, dopo un crollo, forse legato al terremoto del 442-443, l’area venne interdetta e murata, precludendone l’accesso dalla strada, cosa che ne causò il definitivo abbandono

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on May 11, 2018 13:17
No comments have been added yet.


Alessio Brugnoli's Blog

Alessio Brugnoli
Alessio Brugnoli isn't a Goodreads Author (yet), but they do have a blog, so here are some recent posts imported from their feed.
Follow Alessio Brugnoli's blog with rss.