E’ il Multi Cloud un bianco elefante
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Così racconta una vecchia e nota parabola Sufì
Al di là di Ghor si estendeva una città i cui abitanti erano tutti ciechi. Un giorno, un re arrivò da quelle parti, accompagnato dalla sua corte e da un intero esercito, e si accamparono nel deserto. Ora, questo monarca possedeva un possente elefante, che utilizzava sia in battaglia sia per accrescere la soggezione della gente.
Il popolo era ansioso di sapere come fosse l’elefante, e alcuni dei membri di quella comunità di ciechi si precipitarono all’impazzata alla sua scoperta.
Non conoscendo né la forma né i contorni dell’elefante, cominciarono a tastarlo alla cieca e a raccogliere informazioni toccando alcune sue parti. Ognuno di loro credette di sapere qualcosa dell’elefante per averne toccato una parte.
Quando tornarono dai loro concittadini, furono presto circondati da avidi gruppi, tutti ansiosi, e a torto, di conoscere la verità per bocca di coloro che erano essi stessi in errore.
Posero domande sulla forma e l’apparenza dell’elefante, e ascoltarono tutto ciò che veniva detto loro al riguardo. Alla domanda sulla natura dell’elefante, colui che ne aveva toccato l’orecchio rispose:
“Si tratta di una cosa grande, ruvida, larga e lunga, come un tappeto”.
Colui che aveva toccato la proboscide disse:
“So io di che si tratta: somiglia a un tubo dritto e vuoto, orribile e distruttivo”.
Colui che ne aveva toccato una zampa disse: “
“È possente e stabile come un pilastro”.
Ognuno di loro aveva toccato una delle tante parti dell’elefante. La percezione di ognuno era errata. Nessuno lo conosceva nella sua totalità: la conoscenza non appartiene ai ciechi. Tutti immaginavano qualcosa, e l’immagine che ne avevano era sbagliata. La creatura non sa nulla della divinità. Le vie dell’intelletto ordinario non sono la Via della scienza divina.
Passando dal Sacro, l’impossibilità delle religioni umane di comprendere pienamente l’essenza del Divino trascendente, al profano, la quotidianità lavorativa, spesso, con i miei colleghi mi ritrovo nella stessa condizione dei ciechi: usare le stesse parole, per descrivere aspetti parziali, molto spesso non coincidenti, di un concetto molto più ampio e articolato.
L’esempio più recente è per il Multi Cloud; a seconda dell’interlocutore, queste due parole possono indicare:
Il Brokering, con la fornitura di una piattaforma di “rivendita” per proporre al cliente il mix di soluzioni tra più piattaforme, sia public, sia private, per ottimizzare costi e prestazioni, verificando al contempo tutti i log e unificando il billing in un’unica fattura (quest’ultima cosa, meno scema di quanto si pensi: basti pensare all’ostinazione di Google Cloud Platform nel non volere fatturare flat e in euro)
Il Cloud Tooling e Security, per la gestione, monitoring e della sicurezza delle piattaforme di public cloud di terze parti
Versioni più o meno esotiche, di quello che una volta si chiamava Hybrid Cloud.
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E’ probabile che questo oggetto misterioso sia un mix, più o meno bilanciato delle tre cose: detto fra noi, a livello mondiale c’è molto interesse per tale tematica. I motivi sono assai variegati:alcune aziende vorrebbero liberarsi da un unico fornitore cloud, in modo da non subire lock-in economici e tecnologici. Altre invece vorrei sviluppare soluzioni intelligenti, che utilizzino le componenti migliori di più fornitori cloud (es. l’engine big data di uno e l’analytics di un altro) con una terza parte che funga da integratore tra soluzioni. Altre ancora ritengono che il Multi Cloud permetta di sfruttare al meglio le potenzialità legate all’adozione del paradigma Software Define, per liberarsi dalla tirannia delle infrastruttura e dei capex.
In Italia, come spesso accade, siamo nella fase molte idee, poche realizzazioni concrete: secondo molti analisti abbiamo un ritardo di 12/16 mesi rispetto al trend globale.
I motivi sono essenzialmente tre:
Molte aziende, specie PMI, debbono ancora digerire la transizione al Public Cloud
Altre invece debbono ancora ammortizzati gli investimenti infrastrutturali nei Data Center compiuti da negli ultimi tre anni
Altre infine sono consapevoli del fatto che la transizione al Multi Cloud non sia solo tecnologica, ma impatta in profondità processi, knowledge e organizzazione e ne temono rischi e costi.
Nonostante questo, anche in Italia, specie le grandi aziende, stanno andando in questa direzione. Da una parte è stato raggiunto un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 22% fino al 2020, corrispondente al CAGR europeo del mercato del cloud nel periodo considerato. Dall’altra, in ottica di cost reduction, anche da noi vi è un’attenzione crescente a soluzioni IT off premise e alle Software Defined Solution.
Per cui è probabile, che anche da noi entro i prossimo due anni il mercato esploda, con la regola del First Winner, All Wins
Alessio Brugnoli's Blog

