L’ultimo bacio

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Dopo quasi due anni, è possibile buttare giù una prima analisi sul rapporto tra Amministrazione Raggi e Street Art. Analisi, che esclude la vicenda del Mercato Esquilino, sia perché, essendo parte in causa, non sarei molto obiettivo, sia perché le polemiche che vi sono state, più che figlie di una visione politica e culturale precisa, nascono dai piagnistei di pseudo artisti locali alquanto rosiconi, a cui i 5 Stelle del I Municipio, per un calcolo elettorale e politico totalmente sbagliato, vista la meschina figura ottenuta, hanno fatto da immeritata cassa di risonanza.


Tornando alla questione principale, sotto molti aspetti, è indubbio che l’attuale amministrazione sia seguendo i passi del sindaco Marino, il quale, imitando quanto successo in altre capitali europee, ha puntato sulla street art come strumento di riqualificazione urbana e marketing territoriale.


Tanti interventi artistici hanno dato visibilità mondiale a luoghi come Quadraro, Ostiense, Tor Marancia, Pineta Sacchetti, Tor Pignattara, la cui fama, spesso neppure tanto buona, era limitata ai confini del Grande Raccordo Anulare.


Nel nostro piccolo, anche gli interventi a via Giolitti e del Mercato Esquilino, oggetto di tante visite di turisti e finiti parecchie volte in televisione, hanno ottenuto risultati simili.


Il problema è che nella Roma grillina, la street art è vista solo come una simpatica ed economica forma di decorazione urbana: per cui deve essere deproblematizzata e priva di contenuti forti, che facciano riflettere l’osservatore, mettendo in discussione le sue convinzioni.


Questo svuotamento di contenuti, per ridurre tutto a belle forme e superfici dai colori brillanti, però la ha conseguenza di ridurre il potenziale di riqualificazione urbana della Street Art.


Per citare un prossimo progetto dell’associazione UP2ARTISTS, che se realizzato, cambierà il volto di parte dell’Esquilino, rilanciando un progetto virtuoso


La street art, che vuole avere un reale impatto sul territorio e assolvere alla sua mission di far elevare in meglio le coscienze del pianeta, deve necessariamente stimolare una riflessione su temi sensibili come quelli ambientali sociali, e umanitari.


Non si tratta di dipingere, ma di comunicare, di entrare in sintonia i sogni e le proposte di chi vive lo spazio urbano, mostrandogli come l’Utopia non sia lontana, ma che si possa raggungere con l’impegno quotidiano.


Il problema è quando questa comunicazione, come sta succedendo a Roma in questi mesi, entra in conflito con il Potere, che vede come pericolo il messaggio che si veicola.


Questo è ad esempio successo con lo stencil di Tvboy, street artist di origine palermitana, barcellonese d’adozione, che sul muro di Via del Collegio Capranica, a pochi passi da Montecitorio, l’amorevole e bacio sulla bocca tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, tra l’altro, visto i voti alla Camera e al Senato, non è neppure così metaforico.


Però evidentemente, ha toccato un nervo scoperto: con una solerzia straordinaria, che vorremmo vedere anche nel ritirare l’immondizia o nel pulire le strade, l’AMA ha cancellato le opere.


Cosa che è successe ad esempio al buon Maupal, in un eccesso di zelo clericale, che scambiò in un’offesa un affettuoso omaggio.


Per cui, a Roma, la conclusione amara è che a Roma la street art si può fare, senza però disturbare il conducente…

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Published on March 24, 2018 08:01
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Alessio Brugnoli
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