Il guaio è che era privo di immaginazione. Nelle cose della vita era sveglio, e sempre pronto, ma soltanto nelle cose, non nel loro significato. Quaranta gradi sotto zero corrispondevano a più di sessanta gradi di gelo. Questo gli faceva l’effetto di qualcosa di freddo e di spiacevole, punto e basta. Non lo induceva a meditare sulla propria fragilità di creatura condizionata dalla temperatura, e sulla fragilità dell’uomo in generale, capace di vivere soltanto entro limiti angusti di caldo e d...
Published on March 08, 2018 00:59