Democrazia, brutta parola

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A Capodanno, con tutta la buona volontà, mi sono ripromesso di ridurre più polemiche su come i grillini stanno amministrando Roma; proposito che ahimè è durato ancora meno delle mie pie intenzione di mettermi a dieta.


Ciò che ha gettato benzina sul fuoco della mia iracondia, sono stati due annunci. Il primo è del buon Stefàno, che per chi non lo sapesse, è Vice Presidente Vicario Assemblea Capitolina e Presidente III Commissione Capitolina Mobilità, un passatista noto per le sue perplessità su progetto innovativo riguardo alla smart city e per essere uno strenuo difensore, quando tutti i paesi civili vanno in direzione opposta, dell’uso dei cordoli di cemento.


Intervento ce copio dalla sua pagina FB, tagliando i link relativi alle gare d’appalto.


Ci siamo, dopo mesi di duro lavoro, riunioni, progetti, conferenze dei servizi, revisioni, pareri, presto sarà realtà la protezione di molte corsie preferenziali.


Sono state infatti pubblicate le gare e ora dobbiamo attendere solamente I tempi previsti dal codice degli appalti, qualche mese al massimo.


Le prime corsie che saranno protette sono Emanuele Filiberto, Orazio Pulvillo/Quinto Publicio, V.le Libia/Eritrea. Abbiamo aggiornato inoltre il progetto e anche Principe Eugenio/Napoleone III farà parte di questi interventi.


Nel primo caso, per via Emanuele Filiberto, le protezioni saranno in travertino, per tutti gli altri dei cordoli in gomma con dei paletti.


Giova ricordare l’enorme guadagno di tempo e puntualità per migliaia di cittadini che ogni giorno utilizzano linee fondamentali come il 3, il 51, 5/14, 80, 83, 451 solo per citarne alcune.


Premesso che, data l’esperienza della buffonata dalla gara d’appalto per la riqualificazione dei giardini di Piazza Vittorio, sono molto scettico che l’assegnazione delle gare avverrà in tempi geologicamente accettabili, in questa dichiarazione d’intenti vi sono almeno tre questioni che la rendono una presa per i fondelli per il cittadino.


La prima, è che data la questione del parcheggio selvaggio, che nessuno vuole combattere, perché le multe fanno perdere voti, le strade coinvolte nel progetto, rischiano di essere vittime di ingorghi senza fine e in più, a Emanuele Filiberto, si rischia un sostanziale aumento degli incidenti automobilistici. La seconda, è la dimostrazione di singolare miopia e pochezza culturale da parte dell’amministrazione Raggi: come già discusso altre volte, siamo alla vigilia di una rivoluzione nel mondo dei trasporti, legata alla diffusione della sharing economy e dell’IA.


Rivoluzione a cui dovremmo prepararci e che cambia radicalmente il modo di intendere la mobilità cittadina: la nostra amministrazione invece di porsi il problema, ripropone soluzioni ottocentesche, adatte a quando si girava ancora con i calessi.


La terza è nel gap di democrazia: nonostante tutti i bei proclami sulla partecipazione dal basso e l’inclusione dei cittadini nel processo decisionale, tali proposte sono nate in maniera verticistica, senza ascoltare i residenti, con le loro esigenze e proposte.


Gap di democrazia che si evidenzia anche nel secondo caso, in cui, per descriverlo al meglio, lascio la parola ad Alessandro Capriccioli, Segretario di Radicali Roma.


Questa, amiche e amici, è una storia piuttosto triste, che in estrema sintesi si può riassumere come segue.


Un gruppo di persone si fa il mazzo tutta l’estate per raccogliere 33mila firme e indire un referendum in cui si chiede ai cittadini se vogliono che a partire dal 2019, data di scadenza del contratto di servizio con Atac, il trasporto pubblico romano venga messo a gara.


Lo fanno, come del resto sono soliti fare, con fiducia nelle istituzioni, le quali in un mondo normale dovrebbero attendere l’esito della consultazione cittadina prima di compiere atti che possano, di fatto, sminuirne il valore e la portata: a maggior ragione perché, nel caso di specie, le istituzioni sono incarnate dal Movimento che ha sempre fatto della partecipazione popolare, almeno a parole, un suo cavallo di battaglia.


I rappresentanti delle istituzioni, però, prima iniziano a ripetere a manetta, approfittando ogni volta che possono della loro potenza di fuoco mediatica, che il referendum è una fregnaccia inutile; poi pensano bene di metterci più di tre mesi per contare quelle 33mila firme, tanto per prendere tempo e rimandare il problema più che si può; e infine, dopo essere state costrette a proclamare che effettivamente le firme sono tutte regolari, invece di indire subito il referendum come sarebbe stato lecito aspettarsi decidono di fottersene e prorogare il contratto con l’Atac fino al 2021, in modo che il referendum stesso venga notevolmente depotenziato, per non dire svuotato, con buona pace delle regole, dei cittadini e della partecipazione popolare.


Si tratta, con ogni evidenza, di una vera e propria truffa politica, perpetrata impunemente, senza colpo ferire, senza vergogna, senza ritegno: alla facciaccia di chi si era fatto il mazzo per raccogliere le firme a norma di legge e, fiducioso nelle istituzioni, aspettava che il referendum fosse convocato per consentire ai cittadini di pronunciarsi.


Insomma, Roma è governata da un’allegra combriccola di buontemponi che se la canta, se la suona, se ne strafrega di tutto e ritiene di poter fare il bello e il cattivo tempo senza dover rispondere a niente e a nessuno: né ai cittadini, né alle regole, né al senso delle istituzioni.


In campagna elettorale andavano a dire in giro che avrebbero cambiato tutto.


Data la situazione, era difficile immaginare che lo avrebbero cambiato in peggio.


Bisogna dargli atto che ce l’hanno fatta. E pure alla grande.


E’ scandaloso come un Movimento che consideri vincolante il voto di 20 tizi su una piattaforma web che non rispetta neppure i requisiti minimi della legge sulla privacy, si rifiuti di dare la parola ai romani su un tema di interesse comune, le cui firme sono state raccolte rispettando tutti i requisiti di legge. Esistono quindi cittadini di serie A e serie B ? E soprattutto, che interessi deve difendere la giunta Raggi, per avere così paura di tale referendum ?


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Published on January 05, 2018 11:36
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Alessio Brugnoli
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