Spelacchio

[image error]


Doverosa premessa: il mio interesse per la vicenda Spelacchio è quasi nullo. Io ritengo che il luogo deputato per gli abeti siano le foreste in montagna, non le piazze assediate dal traffico. Se fossi il sindaco, preferirei lasciarlo in Trentino, piuttosto che portarlo qui e riempirlo di luci al led e palline pacchiane, ma è una questioni di gusti e di sensibilità e di certo sarei accusato di altro tradimento dello spirito natalizio.


Poi, trascurando la malafede di alcune polemiche, insomma, che i turisti vengano a Roma per vedere l’albero di Natale mi pare un poco eccessivo, le considero una sorta di arma di distrazione di massa, capace di concentrare l’opinione pubblica su dettagli trascurabili, ignorando i veri problemi della città.


Quello che mi interessa veramente è come il Movimento 5 Stelle, come in tante altre occasione da un anno a questa parte, stia perdendo la guerra della comunicazione. All’inizio, il tutto era alquanto semplice: il capobastone digitava sul suo blog uno slogan pieno di indignazione e paroloni roboanti e giù tutti, analfabeti funzionali o semplici arrabbiati contro il sistema, a fargli da cassa di risonanza.


Ora, questa strategia può funzionare quando si era martello, ossia all’opposizione, da cui si può sparare ad alzo zero senza curarsi della responsabilità di governare, un po’ meno quando si è incudine, quando si deve mandare avanti, alla male e peggio, una città folle e insensata, che come diceva Flaiano, è diventata


l’enorme garage del ceto medio d’Italia.


In questo caso specifico, dopo le loro dichiarazioni celebrative di prammatica, gli amministratori sono rimasti spiazzati dall’ironia del web, non capendone lo spirito: Spelacchio non è un’offesa, ma anche una dimostrazione di affetto, un identificarsi tra il romano medio e le sue sfighe quotidiane e un albero malandato, sempre traballante, ma, che, nonostante tutto, riesce a mantenersi in piedi.


Potevano, con un poco di autoironia, cavalcare questo sentimento, questa sorta di tenerezza che il romano medio prova per un questo abete, suo provvisorio compagno di sventure. Ma ahimè, il sapere ridere di sé, è una dote assai rara, per i tartufi convinti di avere l’esclusiva della Verità e della Morale. Così, invece, hanno preferito fare quello che riesce loro meglio: i professorini. Con il loro “romano medio, il tuo senso estetico è una chiavica, l’albero non è bruttino, ma raffinato” e con “non capite un tubo, è ecologicamente compatibile”, sono riusciti nella incredibile impresa di fare irritare un poco tutti, in maniera trasversale, tranne ovviamente qualche patetico ultrà.


E dimenticando che la trasparenza e l’accesso agli atti pubblici vale anche per loro, cosa che spesso dimenticano,  sono saltati fuori tutti i documenti amministrativi: così una vicenda secondaria, chi diavolo si sarebbe ricordato di Spelacchio passato il 6 gennaio, è diventato un simbolo del loro dilettantismo e della loro incapacità di governare.


Per cui, per concludere, lascio la parola a Li er Barista


Io pe’ cinquantamila euro ce piazzavo ‘na sequoia, l’addobbavo come Las Vegas e ce mettevo tutta la tribù mia a fa er presepe vivente sino ar natale 2025 !


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on December 12, 2017 12:12
No comments have been added yet.


Alessio Brugnoli's Blog

Alessio Brugnoli
Alessio Brugnoli isn't a Goodreads Author (yet), but they do have a blog, so here are some recent posts imported from their feed.
Follow Alessio Brugnoli's blog with rss.