Marco Pantani - La distruzione di un mito (ottava parte)






Marco incontra il Demonio?

Marco quando stava male andava sempre a passeggiare in un giardino vicino casa sua. A lui piaceva andare lì perché c’era un laghetto. Si sedeva, chiudeva gli occhi e si rilassava…dimenticando tutto.
Quella sera era tardi, e già abbuiava. S’inoltrò nel boschetto.
A quell’ora cominciavano strani movimenti. Si vedevano uomini entrare e uscire da dietro cespugli. Si vedevano dei tizi in disparte accendersi una sigaretta e aspettare.
Ma lui nessuno l’avrebbe mai disturbato. Tutti lo conoscevano e lo lasciavano in pace. Era troppo noto per provarci. E poi tutti lì gli volevano bene. Nessuno l’avrebbe importunato.

Si sentiva tranquillo lì.

Si sedette su un muretto in riva del lago con le gambe penzoloni.
Guardava l’acqua ma con la mente era lontano.
Sentì un tonfo. Distrattamente rivolse gli occhi verso quel punto. Forse un pesce.
Guardò lontano in direzione del mare. Oltre i pini era tutto rosso. Una palla di fuoco stava calandosi giù nel mare.
Di nuovo un tonfo.
Che sarà?
Nell’aria si sentiva un odore forte di acqua marcia, come l’acqua che ristagna nei canali e nei porti e marcisce sotto il sole cocente.
Marco cominciò a sentirsi come osservato. Gli pareva che da sotto l’acqua qualcosa lo stesse osservando.

Come si può descrivere un presentimento?
Ma c’era un presentimento. Il presentimento che qualcosa stesse per uscire proprio da quell’acqua marcia.
Non si sentiva più un rumore. Né si vedevano più quegli strani movimenti di prima.
Tutto taceva.
Solo il presentimento che qualcosa stesse da un momento all’altro per uscire dall’acqua.

Cominciò a dolergli quella cicatrice che si era fatta quel maledetto giorno che aveva tirato un pugno in un vetro e si era profondamente lacerato le carni dell’avambraccio destro. La cicatrice gli faceva davvero male. Quasi gli bruciava.
Ciò lo inquietò ancor di più. Allora si alzò per andarsene.
Non capiva che stesse per succedere. Sapeva solo che voleva, doveva andarsene subito di lì.
Saltò giù dal muretto.Qualcosa stava per succedere.
Scese dal muretto e…“Ciao Marco”
Marco sgranò gli occhi impietrito.
“Mi riconosci”
Sì era proprio lui. Come avrebbe potuto non riconoscerlo. Come avrebbe potuto dimenticare quegli occhi sbarrati, che gli urlavano davanti
“La riconosci? La riconosci? E’ la tua provetta vero?”
Come avrebbe potuto dimenticare quel giorno in cui tutta la sua vita era cambiata!
Ora gli stava lì davanti e di nuovo gli sbarrava il cammino. Come quella mattina a Madonna di Campiglio.


“Pensavi che non mi avresti più rivisto?”
Come avrebbe voluto non rivederlo più quell’incubo!
Ma ora era lì di nuovo. Con quella faccia bianca come il ventre di una trota.
Alto quasi due metri gli stava lì davanti tutto sporco, coperto di fango e di erba del fondo del lago.
“Io sono qui per aiutarti, non per farti del male! Noi non vogliamo più farti del male. Abbiamo avuto quello che volevamo. Lui non è più vicino a te. La donna bionda è riuscita dove noi non siamo riusciti”
Marco sentì il suo cuore diventar piccolo come una noce.
Si sentì un verme. Un verme schifoso. Un vigliacco.

Abbassò il capo.

“Guarda Marco questo è per te. E’ un regalo. Prendilo. Lì dentro c’è una cosa che ti aiuterà. Tu prendila e la tua vita diventerà un paradiso. Prendila con la donna bionda. E sarete felici. Sarete sempre felici.”Ma lei se n’è andata. Non vuole più stare con me.

“Tu chiamala. Lei ritornerà. Lì dentro c’è una cosa che ha un grande potere. Anche lei non saprà resistere al suo potere. Prendila!”
Marco allungò la mano.

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Published on November 21, 2017 06:03
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