Isole di felicità (Laimes salos) - trentatreesima parte

Foto Živile Abrutytė

In quei giorni Ruta fu colta da una strana pesantezza di vivere.

Con Mino erano usciti una sera insieme. Erano andati in un ristorante di Gedemino Prospektas, il "Salvete City".

Era stata una serata bella. Lui aveva insistito per invitarla e lei non aveva saputo dirgli di no. Avevano parlato tutta la sera. Mino era cominciato a piacerle. Mentre il tempo passava lei si sentiva trasportare verso di lui. Era cominciata già nel negozio quella sensazione di capogiro quando lei fissava Mino negli occhi.

Alla fine della cena Ruta si sarebbe aspettata qualcosa in più di un semplice bacio sulla guancia come segno di saluto. Soprattutto da un italiano.
Ma Mino si limitò a quel gesto anche se fu galante come c'era da aspettarsi da un italiano, perché quando lei salì sul taxi lui pagò in anticipo la corsa al tassista. Questo le piacque.

Mentre saliva sul taxi Mino le disse

- Domattina parto Ruta ma ritornerò presto e ti chiamerò

Da quell'addio erano passati ormai una decina di giorni quando quella pesantezza la colse all'improvviso senza nemmeno preannunciarsi. Neanche un piccolo segno, non un indizio, una minima premonizione che dovesse sopravvenire quel vuoto esasperante dentro lei e le togliesse il respiro fino a soffocare la gioia di vivere.

- Mi sono persa - disse a se stessa - guardandosi allo specchio la mattina che il mondo crollò attorno a sé.

Si osservò allo specchio, era bianca come uno straccio e le occhiaie appena marcate.
Quella visione aumentò la disperazione dell'assurdo attorno a lei, che sembrava inarrestabile.
Possibile che la causa di tutto ciò fosse l'assenza di Mino? Possibile?
Non sapeva che rispondere, eccetto che sì.
Aveva sperato tutti quei giorni di ricevere se non una chiamata almeno un messaggio su whatsapp, un sms...una notizia da messenger di Facebook...un "I like" in Instagram su cui lei postava le foto.I giorni erano passati nervosi, scanditi dal continuo controllo del telefono in cerca di una prova che Mino fosse esistito.E ora quella pesantezza infinita a cui sentiva di non potersi sottrarre.
- Perché piangi mamma? - le chiedevano le principesse la sera a cena a quella madre muta e dagli occhi spenti.
E lei solo articolava

- Non lo so

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Published on November 06, 2017 08:02
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